«La crisi della Chiesa è impressionante. Torniamo alla radicalità del Vangelo»

Robert Sarah spiega in una intervista perché ha scritto con Benedetto XVI un libro sulla necessità del celibato sacerdotale: «Nessuna polemica con Francesco. Milioni di fedeli sono disorientati. L'ideologia divide, la verità unisce i cuori»

«Se questo libro è un grido, è un grido d’amore per la Chiesa, il Papa, i preti e tutti i cristiani. Noi vogliamo che questo libro sia diffuso il più possibile. La crisi che attraversa la Chiesa è impressionante». Dichiara così al Figaro oggi il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, spiegando perché ha scritto insieme a Benedetto XVI il libro Dal profondo dei nostri cuori, che uscirà mercoledì in Francia.

«NON POSSIAMO TACERE»

Il libro dedicato al sacerdozio si compone di quattro capitoli: uno firmato dal Papa emerito, uno da Sarah e gli altri due scritti a quattro mani. Ieri il Figaro ha pubblicato alcuni passaggi chiave, destando scalpore soprattutto per le parole con cui Benedetto XVI e il cardinale Sarah citano sant’Agostino e affermano che il celibato sacerdotale è «indispensabile». «Non possiamo tacere. Viviamo con tristezza e sofferenza questi tempi difficili e travagliati», si legge. «Era nostro preciso dovere richiamare la verità sul sacerdozio cattolico. Con esso, infatti, si trova messa in discussione tutta la bellezza della Chiesa. La Chiesa non è soltanto un’istituzione umana. È un mistero. È la Sposa mistica di Cristo. È quanto il nostro celibato sacerdotale non cessa di rammentare al mondo. È urgente, necessario, che tutti, vescovi, sacerdoti e laici, non si facciano più impressionare dai cattivi consiglieri, dalle teatrali messe in scena, dalle diaboliche menzogne, dagli errori alla moda che mirano a svalutare il celibato sacerdotale».

L’intervento è importante perché a settimane è attesa l’esortazione apostolica nella quale papa Francesco tirerà le somme del Sinodo sull’Amazzonia, durante il quale l’Assemblea ha approvato un testo che propone anche di «stabilire criteri e disposizioni» per «ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia costituita e stabile».

«IL FRUTTO DEL SILENZIO DI BENEDETTO XVI»

Il libro, spiega Sarah nell’intervista al Figaro, «non è una rottura del silenzio del Papa emerito ma il frutto di quel silenzio. Ciò che il Papa emerito ha scritto in questo libro non è una teologia ciarliera, una teologia che vuole sedurre i media, ma una lettura contemplativa delle Scritture». Non c’è nessun intento «polemico» o «accademico» in questo scritto. Benedetto XVI, precisa Sarah, «ha avuto compassione per tutti i preti del mondo che sono abbandonati. Ha voluto anche rassicurare decine di milione di fedeli cristiani che si sentono disorientati e perduti».

«TORNIAMO ALLA RADICALITÀ DEL VANGELO»

Il cardinale denuncia anche una «strumentalizzazione della situazione in Amazzonia» da parte dei «media» e dei «commentatori e delle autorità morali autoproclamate che hanno voluto fare pressione sui vescovi. Hanno voluto farci credere che il celibato sacerdotale sia una disciplina recente. Si sono accumulate menzogne storiche, approssimazioni teologiche. Hanno voluto farci credere che l’ordinazione di uomini sposati o la creazione di ministeri femminili sarebbero la soluzione a tutti i nostri mali. Con Benedetto XVI non abbiamo voluto voltare lo sguardo dall’altra parte. I problemi sono incommensurabili, ma abbiamo una convinzione comune: la sola riforma possibile per la Chiesa è un ritorno alla radicalità del Vangelo».

Per Sarah, all’origine della crisi del sacerdozio c’è «la dimenticanza di Dio. Quando la vita di un sacerdote non è più ancorata alla fede e a Gesù Cristo tutte le derive sono possibili». Se i preti non sono «uomini che si dedicano e consacrano interamente a Dio, li si condanna a non essere altro che assistenti sociali. Essere sacerdote è seguire Cristo sulla croce per amore, 24 ore su 24. È uno stato di vita. Il mondo, una piccola minoranza che si agita anche nella Chiesa, alcuni vescovi stessi, l’hanno dimenticato. Io e Benedetto XVI non abbiamo paura di denunciare il problema e di affrontarlo a viso aperto».

«IL CELIBATO È UNO SCANDALO PER IL MONDO»

Il messaggio del libro è semplice: «Riprenderei le parole di Giovanni Paolo II: non abbiate paura! Siate fieri del vostro celibato! Voglio ribadire a tutti i preti che un sacerdote fedele, povero e debole in apparenza, fa tremare le potenze di questo mondo. Il celibato è uno scandalo per il mondo perché afferma che Dio non è un’idea, è un Essere vivente al quale si può donare tutto il proprio corpo, tutto il proprio cuore e tutte le proprie capacità di amare! La nostra vita di sacerdoti non ha senso se non è fondata su Dio».

Il cardinale aggiunge anche che «con certezza sappiamo che l’ordinazione di uomini sposati o la creazione di ministeri femminili non è una richiesta dei popoli dell’Amazzonia. È un desiderio dei teologi occidentali ammalati di trasgressione. Sono scioccato che il disagio dei poveri sia strumentalizzato fino a questo punto». La mancanza di sacerdoti, continua, non è «un’eccezione» ma «lo stato normale di tutta la Chiesa ai suoi albori, come in Amazzonia, o al suo capolinea, come in Occidente. Un indebolimento del principio del celibato, anche se limitato a una sola regione, non sarebbe una eccezione ma una breccia, una ferita nella coerenza interna del sacerdozio».

«LA CRISI DELLE VOCAZIONI È UNA CRISI DELLA FEDE»

Il prefetto della Congregazione per il culto divino afferma infine che «la crisi delle vocazioni è una crisi della fede. Laddove il Vangelo è annunciato e vissuto pienamente, le vocazioni non mancano». E questo libro, insiste, non è scritto «per quella piccola casta» che pensa che nel mondo di oggi il celibato sacerdotale sia ormai impossibile: «L’Occidente è vecchio e aspetta, senza averne coscienza forse, la giovinezza, aspetta sacerdoti che siano radicalmente dei santi».

Certo qualcuno interpreterà questo libro come una opposizione a papa Francesco, ma Sarah chiosa: «Noi abbiamo agito con uno spirito d’amore verso la Chiesa e il Papa. L’ideologia divide, la verità unisce i cuori. Scrutare la dottrina della fede non può che unire la Chiesa attorno a Cristo e al Santo Padre».

Exit mobile version