Baiser pubblici e pornoprivacy

Simplicissimus

Vediamola, la privacy, sull’altra faccia della luna, sul piccante (non porno, non esibizionista). Poniamo che io apprezzi il gentil “baiser” con la mia partner, e così lei (ma voi siete sicuri di apprezzarlo? Non siatene certi, è raro, per lo più si millanta). Se così fosse davvero, allora vorrei – come quando invitiamo gli amici a visitare un nostro bene pregiato – che altri assistessero per apprezzare anche loro, congratularsi con noi, essere edificati (S. Agostino per primo, e ultimo, ha fatto questo ragionamento). Ma sappiamo che non va così: e allora mi viene da farmi monaco, non per rinuncia ma perché non voglio che venga disprezzato, de-prezzato (magari anche da me stesso) ciò che apprezzo o dico di apprezzare (la mia partner mi stimerà o disistimerà proprio a seconda di come penso su questo punto). In fondo è lo stesso argomento delle perle ai porci. E non è, questo, l’unico punto di applicazione di una desiderabile e godibile rinuncia, almeno mentale, alla privacy: l’altro è il mio stesso pensiero, in tutto. Ho tanto più un pensiero mio – personalità – quanto meno ho bisogno di celarlo in una privacy della mente, paranoia. Un tale bisogno è la pornografia, paranoia in video. Però non mi viene da farmi monaco del pensiero.

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