Nel marasma di commenti che appaiono oggi sui giornali ce ne è uno, quello di Franco Bechis sul Tempo, che aiuta meglio di altri a ragionare (e “ragionare”, oggi, è cosa rara). Soprattutto, Bechis mostra sangue freddo, senza farsi prendere dalla tentazione di fare la “ola no vax” per il presunto fallimento di Astra>eneca o di ricominciare la litania sul “vaccino miracoloso” come tanta stampa nostrana.
Scrive il direttore del Tempo:
«Da anni in Italia la questione vaccinale è diventata terreno di uno scontro ideologico e non scientifico. Si è ironizzato offrendo caricature sulle manie dei no-vax, ma lo Stato non si è rivelato meno ideologico di loro. Ho conosciuto e vissuto, toccando con mano, il muro di gomma che le autorità sanitarie hanno innalzato per evitare la registrazione di quelli che si chiamano “reazioni avverse”, che invece esistono: lievi, meno lievi e tragiche. Tanto è che ogni bugiardino di ogni medicinale messo in commercio ne riporta, sia pure in modo sintetico: le medicine servono a curare nella stragrande maggioranza dei casi, ma possono in qualche caso uccidere invece che guarire. Tutte, e questo dipende anche dalla storia medica del paziente a cui si somministrano».
Il punto è, dice Bechis, che bisognerebbe essere più “trasparenti”, non nel senso “grillino” del termine (che poi sappiamo che fine si fa), ma nel senso di essere franchi e precisi nell’indicare le possibilità e gli effetti dei medicinali che si somministrano, chiarendo che fanno bene e che possono avere controindicazioni indesiderate e non prevedibili.
Bechis fa l’esempio dell’Inghilterra dove Mhra – la loro Aifa – periodicamente pubblica report a disposizione della opinione pubblica.
«L’ultimo esistente sul sito raccoglie tutti i dati delle reazioni avverse delle vaccinazioni nel periodo fra il 9 dicembre e il 28 febbraio scorso. In quell’arco di tempo sono stati somministrati nel Regno Unito 10,7 milioni di prime dosi del vaccino Pfizer/BioNtech e 800 mila seconde dosi. In più 9,7 milioni di prima dose da fiale AstraZeneca. In tutto 21,2 milioni di dosi di vaccini che stanno immunizzando la popolazione».
Ecco cosa dicono i report:
«Sapete quante reazioni avverse sono state registrate ai due vaccini? In tutto 296.431, e 201.622 seguivano la vaccinazione AstraZeneca, le altre 94.809 quella Pfizer/Biontech. Mentre qui scoppia il terremoto per 5-6 morti sospette e si ferma la vaccinazione, nel Regno Unito le morti post vaccino registrate ufficialmente da Mhra sono state 502, cento volte di più. Qui è in corso un terremoto, in Gran Bretagna la popolazione conosce questi numeri eppure non è mai stata sospesa nemmeno un minuto la vaccinazione. Perché essendo da sempre informati, sanno fare un calcolo semplice: le 502 morti che qui sembrano pazzesche, dagli inglesi sono prese per quello che rappresentano: lo 0,00236% dei vaccinati. Chi il mattino esce per andare a fare la sua dose in un centro di vaccinazione sa già che quella fiala può essere letale più o meno per uno solo ogni 50 mila vaccinati: il rischio c’è, ma non sembra altissimo».
Se prometti miracoli, ma non sei Gesù o Superman, poi la gente non ti crede più. Se dici le cose come stanno (“non esiste il rischio zero, ma una ragionevole approssimazione al vero”), è più facile che ognuno, liberamente, ti segua. È banale, ma è così: a nessuno piace essere trattato come un suddito imbecille.
Foto Ansa – articolo aggiornato alle 15.30