A nessuno piace essere trattato come un suddito imbecille

Un articolo di Bechis sul Tempo aiuta a capire come stanno le cose nel caso AstraZeneca. Nel Regno Unito hanno avuto 502 morti dopo la vaccinazione, eppure vanno avanti: perché il rischio c'è, ma è lo 0,00236%

Nel marasma di commenti che appaiono oggi sui giornali ce ne è uno, quello di Franco Bechis sul Tempo, che aiuta meglio di altri a ragionare (e “ragionare”, oggi, è cosa rara). Soprattutto, Bechis mostra sangue freddo, senza farsi prendere dalla tentazione di fare la “ola no vax” per il presunto fallimento di Astra>eneca o di ricominciare la litania sul “vaccino miracoloso” come tanta stampa nostrana.

Scrive il direttore del Tempo:

«Da anni in Italia la questione vaccinale è diventata terreno di uno scontro ideologico e non scientifico. Si è ironizzato offrendo caricature sulle manie dei no-vax, ma lo Stato non si è rivelato meno ideologico di loro. Ho conosciuto e vissuto, toccando con mano, il muro di gomma che le autorità sanitarie hanno innalzato per evitare la registrazione di quelli che si chiamano “reazioni avverse”, che invece esistono: lievi, meno lievi e tragiche. Tanto è che ogni bugiardino di ogni medicinale messo in commercio ne riporta, sia pure in modo sintetico: le medicine servono a curare nella stragrande maggioranza dei casi, ma possono in qualche caso uccidere invece che guarire. Tutte, e questo dipende anche dalla storia medica del paziente a cui si somministrano».

Pfizer e AstraZeneca

Il punto è, dice Bechis, che bisognerebbe essere più “trasparenti”, non nel senso “grillino” del termine (che poi sappiamo che fine si fa), ma nel senso di essere franchi e precisi nell’indicare le possibilità e gli effetti dei medicinali che si somministrano, chiarendo che fanno bene e che possono avere controindicazioni indesiderate e non prevedibili.

Bechis fa l’esempio dell’Inghilterra dove Mhra – la loro Aifa – periodicamente pubblica report a disposizione della opinione pubblica.

«L’ultimo esistente sul sito raccoglie tutti i dati delle reazioni avverse delle vaccinazioni nel periodo fra il 9 dicembre e il 28 febbraio scorso. In quell’arco di tempo sono stati somministrati nel Regno Unito 10,7 milioni di prime dosi del vaccino Pfizer/BioNtech e 800 mila seconde dosi. In più 9,7 milioni di prima dose da fiale AstraZeneca. In tutto 21,2 milioni di dosi di vaccini che stanno immunizzando la popolazione».

Reazioni avverse: 0,00236%

Ecco cosa dicono i report:

«Sapete quante reazioni avverse sono state registrate ai due vaccini? In tutto 296.431, e 201.622 seguivano la vaccinazione AstraZeneca, le altre 94.809 quella Pfizer/Biontech. Mentre qui scoppia il terremoto per 5-6 morti sospette e si ferma la vaccinazione, nel Regno Unito le morti post vaccino registrate ufficialmente da Mhra sono state 502, cento volte di più. Qui è in corso un terremoto, in Gran Bretagna la popolazione conosce questi numeri eppure non è mai stata sospesa nemmeno un minuto la vaccinazione. Perché essendo da sempre informati, sanno fare un calcolo semplice: le 502 morti che qui sembrano pazzesche, dagli inglesi sono prese per quello che rappresentano: lo 0,00236% dei vaccinati. Chi il mattino esce per andare a fare la sua dose in un centro di vaccinazione sa già che quella fiala può essere letale più o meno per uno solo ogni 50 mila vaccinati: il rischio c’è, ma non sembra altissimo». 

Se prometti miracoli, ma non sei Gesù o Superman, poi la gente non ti crede più. Se dici le cose come stanno (“non esiste il rischio zero, ma una ragionevole approssimazione al vero”), è più facile che ognuno, liberamente, ti segua. È banale, ma è così: a nessuno piace essere trattato come un suddito imbecille.

Foto Ansa articolo aggiornato alle 15.30

Exit mobile version