Archiviata “Poseidon”. De Magistris fa cappotto: fallite tre inchieste su tre

Dopo il fallimento di "Toghe lucane" e "Why not", la procura di Salerno ha chiesto l'archiviazione di "Poseidon", non rilevando responsabilità penali ai danni dei cinque indagati dal candidato sindaco a Napoli per l'Idv Luigi De Magistris. Un flop totale per l'ex pm, che diceva: «Ci sono una montagna di prove»

E tre. Dopo “Why not” e “Toghe lucane” è stata archiviata con un nulla di fatto anche l’inchiesta “Poseidon” del candidato sindaco Idv a Napoli ed ex magistrato Luigi De Magistris. Le indagini ruotavano su una presunta fuga di notizie che vedeva indagati l’ex procuratore generale di Catanzaro, Domenico Pudia, l’ex procuratore capo, Mariano Lombardi, scomparso di recente, l’ex sostituto procuratore generale, Pietro D’Amico, l’ex presidente dell’ufficio gip-gup, Antonio Baudi, il carabiniere Mario Russo in servizio alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

A carico dei cinque la procura di Salerno non ha rilevato alcuna responsabilità penale, chiedendo l’archiviazione che è stata disposta dal gip. La notizia è stata pubblicata due giorni fa dalla Gazzetta del Sud. Oggi Il Giornale dedica alla vicenda un taglio basso: “C’era una montagna di prove, a detta di De Magistris. Non era vero niente, ha sentenziato il gip di Salerno, competente sulle cause relative ai magistrati di Catanzaro. Tant’è che il fascicolo su toghe corrotte e talpe in procura è stato cestinato causa «l’insussistenza della notizia di reato»”.

Dopo l’archiviazione dei trenta imputati dell’inchiesta “Toghe Lucane” (il presunto comitato d’affari tra magistrati, politici e imprenditori) e lo sgretolamento della costosissima e mastodontica “Why Not” (agenzie interinali che assumevano amici per posti nel pubblico) questo sembrerebbe “l’ennesimo flop” dell’ex pm Luigi De Magistris.


L’inchiesta “Poseidon”, sintetizzando, riguardava fondi europei sprecati in depuratori mai realizzati: un’indagine lanciata nel maggio 2005. Il reato ipotizzato dalla procura di Catanzaro era associazione a delinquere finalizzata alla truffa (l’inchiesta è stata poi sottratta a De Magistris dal procuratore Mariano Lombardi per presunte irregolarità procedurali).

Il 19 marzo invece il Gip di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo aveva accolto la richiesta di archiviazione della procura per l’ultima maxi-inchiesta svolta dal pm poi scesa in politica, Toghe Lucane: trenta archiviazioni per altrettanti indagati. Giuliano Ferrara, durante il suo spazio di approfondimento su Rai 1, aveva commentato la notizia così: «Non sarebbe nessuno se avesse indagato scrupolosamente e con successo, se avesse impostato le sue inchieste su cose concrete, vere, anzi sarebbe stato quello che un magistrato dovrebbe essere, un eroe anonimo della giustizia giusta».

Il direttore del Foglio si è poi rivolto direttamente a Michele Santoro: «In diretta tv si raccontavano inciuci, losche contaminazioni tra politica, malavita e massoneria… Ma alla luce della recente archiviazione quelle parole assumono tutto un altro significato. Anche i giudici responsabili del provvedimento hanno infatti parlato di “enorme risalto mediatico” e di “distorta e infedele rappresentazione delle reali risultanze delle prove”».

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