Apostasia, per il giornale saudita «un trucco ebreo. Da punire»

Un allettante passatempo per me in questo periodo di vacanze è la lettura dei giornali sauditi che non mancano mai di notizie curiose. Un editorialista del quotidiano al-Jazira (da non confondere con l’omonima emittente araba) il 7 agosto ha così scelto di commentare l’istanza presentata al ministero degli Interni del Cairo da oltre 400 egiziani che chiedono di poter ritornare alla loro religione cristiana. «Questo trucco è stato svelato nel Corano 14 secoli fa», esordisce Abdullah bin Idriss. «Un gruppo di ebrei – spiega – aveva deciso di fingere l’adesione all’islam per uscirne subito dopo e minare così la fede dei musulmani». Secondo l’autore «l’insidia non può essere opera dei soli 400 copti. Penso che sia stata ordita dai loro sacerdoti o magari suggerita loro dal di fuori della regione araba, proprio dall’America, dagli attivisti copti e dai conservatori».
Constatare che nel ventunesimo secolo ci siano ancora intellettuali incapaci di concepire che l’uomo possa pensare con la propria testa è insopportabile. Specie quando questo lavorare di fantasia li porta a esigere un castigo. «Il vecchio trucco degli ebrei è fallito – prosegue l’autore – nonostante gli arabi fossero di fresca adesione all’islam. Figuriamoci se funzionerà adesso! Tuttavia, è dovere degli arabi e dei musulmani, del governo d’Egitto, dei suoi ulema e intelletuali mettere fine a questo schernire l’islam». Richiamando poi il detto di Maometto «chi cambia la sua religione, uccidetelo», aggiunge: «Non è certo possibile uccidere 400 persone perché ciò irriterebbe tutto il mondo cristiano. Ma questo misfatto va necessariamente punito per evitare che si ripeta in futuro». In verità, a meritare una punizione è chi propaga simile idee e accetta di pubblicarle.
camilleid@iol.it

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