Antagonisti in mobilitazione per l’apertura di Expo. Per Milano sarà «peggio del G8 di Genova»?

La Stampa cita un «rapporto dei servizi segreti» che guarda con forte allarme alla maxi adunanza "no tutto" convocata per il primo maggio nel capoluogo lombardo

Avvisa un “retroscena” del quotidiano la Stampa che «il primo maggio, in coincidenza con l’apertura dell’Expo, è stato indetto a Milano un grande raduno anticapitalista, nel quale confluiranno da tutta Europa giovani pacificamente arrabbiati ma anche tante teste calde. Nessuno lo dice esplicitamente ma in tanti puntano (o paventano) un bis da brivido: fare di Milano 2015 una nuova Genova 2001. Non nel senso di cercare il morto, ma lo scontro sì, nel tentativo di mettere a ferro e fuoco il centro della città».

QUEI «TERMINI ELOQUENTI». Secondo Fabio Martini, autore dell’articolo, esisterebbe anche un «rapporto dei Servizi segreti» contenente «termini eloquenti, molto eloquenti»: per la nostra intelligence la mega manifestazione anti-Expo potrebbe avere una «capacità di interdizione e di danneggiamento dieci volte superiore a quella del G8 2001 di Genova». E a farne le spese non sarebbe solo la città, i suoi abitanti e la sua economia, ma lo stesso governo Renzi rischierebbe di subire un duro colpo nel caso in cui si avverasse l’infausto scenario. Per l’inaugurazione dell’esposizione universale, infatti, «confluiranno a Milano cento capi di Stato e di governo da tutto il mondo, assai più dei sette che giunsero a Genova per il G8 del 2001», ricorda la Stampa.

IL BLOCCO NERO. Per ora di concreto c’è solo il «tam-tam» che «corre da un sito all’altro dei gruppi antagonisti», ma per come la dipinge la Stampa la dimostrazione “no Expo” (o meglio, no tutto) convocata per l’1 maggio nel capoluogo lombardo sarà davvero la rassegna completa di tutte le mille sfumature dello sfascismo. Scrive Martini che parteciperanno organizzazioni «milanesi, nazionali, trasnazionali, comuniste, anarchiche, sindacaliste». La creme del movimento No Global radunata sotto tre grandi ceppi che la Stampa definisce così: «Blockupy (nata a Francoforte contro la Banca centrale europea), D19 2-0 (nata a Bruxelles sui temi dell’austerità, della disoccupazione giovanile, della sovranità democratica); Antifa, un collettivo antifascista internazionale». Dentro questa galassia, continua il quotidiano torinese «c’è il “blocco nero” più temuto dalle polizie di tutta Europa: quello composto dai casseur francesi che lottano contro le grandi opere, dai riot tedeschi, inglesi e scandinavi, da greci del Movimento Antiautoritario». Non dovrebbero mancare ovviamente le sigle sindacali extraconfederali, dai Cub ai Cobas, e i soliti centri sociali milanesi e nazionali, dai Disobbedienti veneti al duro e puro Askatasuna.

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