A un anno dall’elezione, Hollande sprofonda nei sondaggi. E Le Monde si chiede «se può ancora governare»

Il quotidiano che lo aveva sostenuto avanza pesanti dubbi sul suo governo. Il leader socialista è al massimo dell'impopolarità nel suo paese

«Può ancora governare essendo così impopolare?». Titolo pesantissimo quello del Monde di oggi, 2 maggio, riferito al presidente Francois Hollande. E dire che l’autorevole quotidiano dell’establishment transalpino è stato sin qui un suo leale sostenitore, oltre che, durante la campagna elettorale, un fervente oppositore di Nicolas Sarkozy.

NORMALE ANOMALIA. Ma i sondaggi sono implacabili. Partito, all’indomani delle vittoriose presidenziali, da un livello di consensi del 53 per cento, il presidente francese ha continuato a perdere popolarità tra i suoi stessi elettori. Oggi, a un anno esatto dall’elezione all’Eliseo (6 maggio 20012), Hollande è ripudiato da tre quarti dei cittadini. «Un livello eccezionale», chiosa Le Monde. Di qui il drammatico interrogativo sull’opportunità che la Francia sia guidata da un uomo, non solo al minimo dei consensi, ma così “normale” da rappresentare una imbarazzante “anomalìa”.
Puntando sull’antisarkozismo (variante d’Oltralpe dell’antiberlusconismo) e accreditandosi come “leader normale”, scrive il Monde virgolettando le dichiarazioni di un ministro, «l’effetto è stato disastroso». È un fatto, inoltre, che Hollande abbia raggiunto il minimo dei consensi proprio nel mese in cui ha ostinatamente forzato il parlamento ad approvare anticipatamente la controversa legge sui matrimoni e le adozioni gay, nonostante le imponenti manifestazioni di dissenso che gli si sono levate contro.

CRISI DI RISULTATI. «Vittima di una implacabile crisi di risultati», prosegue il quotidiano transalpino, Hollande è ormai di una impopolarità «accablant». “Schiacciante”. I francesi giudicano infatti «negativa» l’azione del loro presidente. E negativa in ogni comparto. «Su riduzione del deficit, fisco, crescita, potere d’acquisto e lotta alla disoccupazione», l’uomo politico europeo a cui in più occasioni la sinistra italiana ha fatto riferimento come modello, viene sonoramente bocciato e stigmatizzato dai i suoi in patria.

MONSIEUR 75%. Incontrando Enrico Letta, Hollande ha espresso solidarietà all’Italia e impegno a «fare il massimo per il lavoro e per la crescita di tutta l’area Ue, soprattutto per i giovani, seguendo percorsi realistici». Un realismo di cui è lecito dubitare se, sempre secondo quanto espresso dall’inquilino dell’Eliseo a quello di Palazzo Chigi, una delle “importanti” ricette per contrastare la crisi dell’Europa sarebbe «una politica che punti sulle rinnovabili».
Tuttavia, anche se le cronache registrano un «asse Letta-Hollande», è difficile immaginare per l’Italia un partner meno affidabile. A meno che Le Monde pecchi di ingenerosità nel ribattezzare il suo ex beniamino «Monsieur 75%». Cioè con l’indice di impopolarità che Hollande oggi gode tra i suoi concittadini ed elettori francesi.

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