È europeo l’aereo più grande del mondo che ha spiccato il primo volo il 25 ottobre scorso da Singapore a Sydney. Si tratta dell’A380, un quadrimotore a due piani che può imbarcare 555 passeggeri nella normale configurazione a tre classi e 850 persone nella versione charter. L’aereo è dotato anche di suites e minisuites con letti matrimoniali dal proibitivo costo di 100 mila dollari a passeggero contro i 535 dollari di un normale posto in classe economy sempre da Singapore a Sidney. È lungo 73 metri con un’apertura alare di 79,8 m. L’A380 raggiunge il peso a vuoto di 280 tonnellate che diventano 560 al decollo. Alto più di un palazzo di 3 piani questo gigante dei cieli ha l’ingombro di un campo di calcio, ed è assemblato negli immensi hangar di Tolosa del consorzio europeo Airbus. Anche questo aereo, come il cugino americano B787, oltre a un’autonomia operativa di 15 mila km vanta materiali di altissima tecnologia, leggerissimi e super resistenti. Ed è la migliore presentazione per un’Europa che non è sempre e solo un insieme di Stati che provano a stare insieme. Per il comfort dei passeggeri sia in classe turistica sia nella configurazione charter è la fine dei lunghi ed estenuanti viaggi con le “ginocchia in bocca”, infatti lo spazio tra una fila e l’altra di poltrone è molto al di sopra della media. Sugli aerei lo spazio assume un grande valore, altrimenti sarebbero inspiegabili le grandissime differenze di costo tariffario tra le diverse classi che, ci sembrano, a volte, assurde; in questo troviamo un’altra motivazione del gigantismo aeronautico oltre alla possibilità di abbassare notevolmente il costo del volato nei pacchetti turistici a base charter avendo la possibilità di dividere il costo di affitto del velivolo che, in genere è per ora-volo, per 850.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi