A. Allen Woody La storia ha preso una piega diversa dalle immagini della fantasia. Né week-end nell’iperspazio, né imperi galattici, né deserti post-nucleari. Ma una quotidianità dominata dalla tecnologia Forse quello che ci aveva preso di più, alla fine degli anni ’60 o giù di lì, in termini di premonizioni futuribili, era stato Woody Allen. In uno dei suoi film strampalati, l’ineffabile Woody si confessava con un prete-computer, dopo aver fornicato virtualmente (ma poi anche in maniera più classica) con la bionda protagonista della sua avventura nel futuro. L’assoluzione, annunciata da un doppio beep, veniva comunicata con un messaggio sullo schermo posizionato sopra l’inginocchiatoio. (Il film si chiamava “Il dormiglione”).
B. Bit Se Woody è come un bit che ha in qualche modo ha anticipato l’unità di misura di memoria del nostro attuale strumento di lavoro, nemmeno lui, però, sarebbe arrivato ad immaginare quante confessioni, più o meno intime, sarebbero state scambiate, trent’anni dopo, tra perfetti sconosciuti sui canali della posta elettronica. O quante ore la gente avrebbe passato a dialogare con la “macchina”. Anche chi non ha familiarità con Internet, prova sudori freddi al pensiero di sedersi con gli occhi a due spanne da uno schermo fosforescente o soffre il mal di mare solo al sentir parlare di “navigare” in rete, può farsi comunque un’idea di quanto il rapporto tra uomo e computer sia cambiato in questi anni solo vedendo gli occhi a palla dei nostri ragazzi dopo un pomeriggio passato a “divertirsi” al PC (noi giocavamo a calcio in mezzo alla strada e a ping-pong all’oratorio) C. “C’è post@ per te”.
E’ vero, statistiche alla mano rimane un fenomeno sostanzialmente d’élite, soprattutto nei paesi latini. Ma l’espansione è in movimento e la sua velocità di crescita appare senza paragoni rispetto a quella avutasi per fenomeni come la televisione e il telefono cellulare, che pure hanno stravolto le abitudini di vita degli ultimi decenni.
D. Deregulation L’euforia dei mercati finanziari verso le iniziative economiche in qualche modo legate allo sfruttamento delle potenzialità della rete si spiega anche in questo modo. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un evento epocale, una vera e propria auto-deregulation del sistema globale, di cui ancora pochi riescono a rendersi pienamente conto: proprio per questo chi tra i primi riesce ad avviare iniziative economiche apparentemente valide basate sull’utilizzo del web riceve una fiducia che si riflette su quotazioni borsistiche in crescita siderale. Lo scetticismo conclamato, ancora molto diffuso, e i richiami alla prudenza, anche molto autorevoli, sembrano non avere alcun effetto, se non quello di attirare sul fenomeno ancora più attenzione anche da parte di chi finora non vi aveva riposto sufficienti aspettative.
E. E-commercio Se il modo di comunicare, ricercare, produrre, commerciare dovrà passare necessariamente per Internet, pure ancora così poco diffuso, come non pensare, per questo settore e per quelli ad esso correlati, ad una crescita economica tendente da zero all’infinito? Certo, di tutte le iniziative che partono, non sappiamo quante saranno destinate ad un misero fallimento, però ci sentiamo abbastanza sicuri nel credere che il successo delle imprese più valide sarà tale da superare non solo ogni più rosea previsione, ma da compensare abbondantemente, nel complesso della crescita economica globale, tutte le risorse sprecate da chi ha mancato l’obiettivo. Gli investitori finanziari, quindi, puntano un po’ su tutte le iniziative, senza badare molto ai risultati già consolidati: l’importante è che le idee imprenditoriali sembrino valide e coerenti.
F. Finanza in ICT Per questo, più le vestali della finanza e dell’economia si stracciano le vesti, più le azioni legate all’ICT (Information and Communication Technology) vengono strappate di mano a chi le emette e a chi le rivende, in America, dove il fenomeno dura ormai da alcuni anni, e in Europa, dove la festa è appena cominciata. E i soldi che occorrono vengono dalla vendita di azioni di settori più “classici”, che perdono di valore, o di titoli di stato e altre obbligazioni, che hanno tassi di interesse poco competitivi. Follia di alcuni contrapposta alla saggezza di molti? Forse. Sta di fatto che negli ultimi due secoli, e forse anche prima, molte fortune economiche sono andate a braccetto con intuizioni apparentemente folli. Quanti ebbero il coraggio, agli inizi, di investire sullo sviluppo economico dell’elettricità, delle strade ferrate, del motore a scoppio montato sulle carrozze, del telefono o della televisione? G.Gestazione Ormai abbiamo imparato che, dalla rivoluzione industriale inglese in poi, lo sviluppo economico si muove più a balzi improvvisi che con ritmi di crescita regolare, e che ogni salto corrisponde ad un’intuizione creativa che riesce a calarsi nella realtà imprimendole una forte carica di innovazione. Tutto sembra indicare che siamo nel mezzo di qualcosa di molto simile, di un nuovo mondo in gestazione. Questo non solo per i rialzi di borsa o per il bombardamento mediatico di cui, in proposito, siamo fatti segno, ma anche per una serie di effetti già visibili nel settore reale dell’economia. I settori che già hanno fatto ricorso a tecniche innovative di comunicazione, all’interno o all’esterno delle aziende, hanno visto ridursi i costi unitari di produzione e distribuzione. Negli Stati Uniti, dove il fenomeno è più avanzato, la diminuzione dei costi ha permesso un controllo dell’inflazione che, storicamente, sarebbe stato incompatibile con il tasso di crescita economica e aumento di occupazione registrato nell’ultimo decennio. Il fatto che nel giro di un anno il prezzo del petrolio abbia potuto triplicarsi senza avere conseguenze sensibili sulla salute delle economie avanzate è un altro importante segnale di come la “nuova economia” abbia profondamente modificato i meccanismi di produzione, accumulazione e distribuzione della ricchezza rispetto alla situazione degli anni ’70. La rivoluzione è stata silenziosa, ma molto profonda.
H. Hotel Dagli uffici e dalle fabbriche questa rivoluzione si sta spostando alle scuole, alle case, a quello che siamo soliti chiamare ancora “tempo libero”. Istruirsi, informarsi, fare acquisti, prenotare un Hotel, investire, divertirsi, tenere corrispondenza e, dicono, farsi nuovi amici: per tutto questo sembriamo destinati a usufruire sempre più intensamente del web. E’ una rivoluzione resistibile? Probabilmente no.
I. Innovazione Se questa è la realtà tumultuosa che abbiamo di fronte, anche gli aspetti finanziari degli investimenti nel campo della “new economy” sono assolutamente dirompenti nelle loro dinamiche. Gli strumenti di conoscenza e di analisi finora utilizzati per valutare gli investimenti produttivi, basati sostanzialmente sulla estrapolazione di serie storiche dei risultati economici delle aziende e delle tendenze dei settori produttivi, si rivelano armi spuntate nei confronti delle aziende ICT . La forza innovativa delle idee imprenditoriali, la leadership e la capacità comunicativa del management, la chiarezza e la coerenza con cui vengono presentati i progetti d’investimento, fanno premio sui risultati consolidati delle aziende più tradizionali.
L. Lira Trattandosi di denaro, di risparmio da investire, sembrerebbe una storia poco seria. Ma non è così, almeno non sempre. Certamente circolano tante bufale in libertà: non basta che un’azienda offra servizi di Internet o su Internet perché il suo valore debba moltiplicarsi per cinquanta volte. Anzi, se usato male o senza una strategia complessiva di sviluppo, Internet può essere addirittura controproducente. Molte iniziative ben strutturate sono però destinate al successo: poiché in questo settore si può entrare in affari anche partendo da capitali modesti, ecco come le azioni di società che sono partite con capitali relativamente bassi possono facilmente moltiplicare il proprio valore quando gli analisti finanziari scoprono le loro potenzialità.
M. Merito (e capacità) Uno degli aspetti positivi di questo settore è che le idee e la creatività individuali contano di più delle strutture amministrative e burocratiche o del conto in banca della famiglia dell’imprenditore. Capacità e merito sono la chiave per raggiungere rapidamente dimensioni aziendali di tutto rilievo: da questo punto di vista le opportunità di successo sono aperte a tutti, indipendentemente dalla classe sociale di provenienza o dalle relazioni politiche o di clan.
N.New Economy Se la “new economy” prende piede, tanto per fare qualche esempio, cambia la funzione delle banche, delle industrie manifatturiere, del commercio, ma – probabilmente – anche dei sindacati e dei partiti politici, tanto profondo può essere il mutamento dei ruoli relazionali e dei rapporti di interdipendenza nella società civile. Ma possono anche aumentare le distanze e inaridirsi il dialogo tra le varie componenti sociali, per esempio tra le nuove generazioni lanciate alla conquista dei settori innovativi e i gruppi di immigrati relegati ai servizi più umili e mal remunerati, con poche speranze di integrazione e crescita.
Anche nella geografia planetaria, nonostante l’apparente spinta globalizzatrice dei canali innovativi di comunicazione, le distanze possono aumentare anziché diminuire. Nonostante il crollo dei prezzi, l’accesso alla tecnologia rimane inarrivabile per la maggior parte dell’umanità: l’effetto di espansione economica riguarderà soprattutto le aree che già godono di buone condizioni economiche. Non che le altre ne riceveranno un danno: un effetto di ricaduta della crescita dovrebbe essere comunque positivo, ma le differenze aumenteranno e con esse aumenteranno le occasioni di incomprensione e di attrito.