«Siete molto forti. Torniamo a prendervi»

«Quanti siete?» «Tredici» «Siete qui da dieci giorni, siete molto forti». «Abbiamo fame». «Lo so. Torniamo a prendervi». Alla fine li hanno ritrovati, nel ventre della maledetta grotta thailandese di Tham Luang allagata dai monsoni. Dodici ragazzini con il loro allenatore di calcio sono intrappolati lì dentro dal 23 giugno scorso, quando abbandonate piccole scarpe e biciclette all’ingresso della spelonca per tentare una esplorazione nelle viscere della montagna sono stati sorpresi da un’alluvione.

 

E da allora hanno aspettato, bevendo fango fino a diventare scheletrici, rubandosi il respiro, nel buio, su una spiaggia asciutta. Ieri, finalmente, la torcia di uno speleologo immerso nell’acqua fino alla vita li ha abbagliati. Dicono che le operazioni di recupero potranno durare fino a quattro mesi, dicono che dovranno addestrare i ragazzini – tutti tra gli 11 e i 16 anni – alle immersioni fino alla fine della stagione delle piogge, dicono che non smetteranno mai di assisterli, con cibo, vitamine e medicine, fino a quando potranno rinascere dal ventre di quella montagna e rivedere i genitori che da giorni vivono accampati con le loro povere cose fuori dall’imponente, muta e terribile spelonca. Fino a ieri.

Foto Ansa

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