Maloula. «I nostri uomini sono martiri di Cristo»

 

Cinque dei sei cristiani rapiti dai jihadisti di Al-Nusra nella città siriana di Maloula sono stati ritrovati con la gola tagliata. I loro resti sono stati rinvenuti in una grotta a Arsal, cittadina libanese al confine siriano. Da tre anni e mezzo i cristiani di Maloula speravano di ritrovare vivi Ghassan, Moussa, Jihad, Shadi, Taef e Daoud.

 

Nel settembre del 2013, quando i jihadisti di Al-Nusra hanno conquistato la città siriana di Maloula, una delle poche rimaste dove si parla ancora un dialetto aramaico simile a quello di Gesù, sei cristiani sono scomparsi. Quando l’esercito siriano riconquistò il paese, i terroristi islamici chiesero molte cose per il loro rilascio: il permesso per i musulmani (che si erano uniti ai terroristi) di tornare in città e 200 mila dollari. Le condizioni vengono rispettate, ma degli ostaggi neanche l’ombra.

 

Dopo il ritrovamento dei corpi il 21 aprile, martedì 2 maggio si sono tenuti i funerali a Damasco, partecipati da tutta la città e celebrati dal patriarca greco-melkita di Antiochia Gregorio III Laham, come si vede nel video realizzato da SOS Chrétiens D’Orient. Dopo la funzione, una lunga processione ha portato le bare fino al cimitero a Maloula, che si trova a pochi chilometri di distanza dalla capitale. Le immagini sono intervallate da un messaggio scritto da un sacerdote siriano, padre Talal: «I nostri uomini sono martiri di Cristo. Per noi è una gioia morire per Dio. Loro possono continuare a ucciderci, ma noi continueremo ad amare perché è il nostro dovere di cristiani. Noi non lasceremo mai la nostra terra».

 

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