Aborto, October Baby contro Planned Parenthood

Mentre prosegue la video inchiesta undercover che sta facendo traballare il colosso americano delle cliniche abortive Planned Parenthood, denunciando l’esistenza di un enorme mercato illegale di organi di bambini abortiti (ieri il Center for Medical Progress ha pubblicato su internet la decima puntata), Gianna Jessen, sopravvissuta a un aborto, è stata invitata a parlare di fronte al Congresso di Washington proprio nell’ambito dell’inchiesta su Planned Parenthood avviata dalla commissione Giustizia della Camera. La testimonianza, pronunciata dalla Jessen il 9 settembre e disponibile in molte versioni sul web, è diventata «virale». Un filmato postato su Facebook è stato visualizzato da oltre due milioni di persone.

 

«E IL MIO DIRITTO?». Davanti al parlamento statunitense la donna, la cui vicenda è raccontata nel fortunato film October Baby, ha accusato la Planned Parenthood e i suoi sostenitori di mistificare la realtà nascondendo quello che accade all’interno delle cliniche abortive dietro parole edulcorate. Si parla tanto di «diritto della donna», ha osservato la Jessen, «ma allora domando: dov’era il mio?». La sopravvissuta ha ricordato cosa accadde a lei il giorno della sua rocambolesca nascita. Fu partorita viva nel 1977 proprio in una struttura Planned Parenthood, in California, dopo un aborto fallito oltre il settimo mese di gravidanza: «Fortunatamente non funzionò altrimenti sarei morta soffocata (…), il medico abortista non era ancora al lavoro. Se fosse stato lì, avrebbe posto fine alla mia vita strangolandomi, soffocandomi o lasciandomi lì a morire». Invece «un’infermiera chiamò l’ambulanza».

 

IL SILENZIO COLPEVOLE. La Jessen ha perdonato sua madre, ma non la Planned Parenthood che «non si vergogna di ciò che ha fatto e che continua a fare». E sarà tutta l’America a dover «rendere conto, in quanto nazione ‘sottomessa a Dio’, dell’omicidio di oltre 50 milioni di bambini ancora in grembo (…). Quante vite sono state perse per colpa del nostro silenzio?». Secondo la donna il Paese è in crisi proprio a causa dell’arroganza che porta ognuno a «dimenticare che è dal più debole fra noi che impariamo la saggezza, qualcosa che infatti manca terribilmente a questa nazione». Planned Parenthood «riceve 500 milioni di dollari all’anno per distruggere e smembrare bambini» e per «vendere i loro organi», ha insistito la Jessen davanti al Congresso. «E non ditemi che non sono bambini… eccomi qui».

 

QUANTI BAMBINI? «Quanti bambini – ha domandato la donna ai deputati – sono morti e sono stati smembrati e i loro organi venduti a causa del nostro ego, della nostra convenienza e della nostra promiscuità? Quante Lamborghini sono state acquistate con il sangue dei bambini innocenti?». Del resto è stata Margaret Sanger, celebratissima fondatrice di Planned Parenthood a teorizzare che «la cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa possa fare a un suo membro infante è ucciderlo».

 

«UOMINI, NON ABBANDONATECI». Le trovate della moderna propaganda pro-aborto, secondo la Jessen, sono paragonabili a quelle escogitate dai nazisti di Adolf Hitler per giustificare l’eugenetica. E infine la donna ha lanciato un appello agli uomini, perché siano «coraggiosi»: «Siete stati fatti per cose grandi», ha detto. «Siete nati per difendere le donne e i bambini, non abbandonateci». Lei stessa non avrebbe dovuto esserci oggi, ma «sono viva per la potenza di Gesù Cristo solo. In cui vivo, mi muovo e ho la vita. Senza di Lui non avrei nulla; con Lui, ho tutto».

 

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