Avete avuto nelle fila della magistratura italiana più impegnata e rinomata uno così, che dal palco di un teatro di Napoli ha gridato al presidente del Consiglio: «Vai a casa! Ti devi mettere paura, ti devi cagare sotto! Cagati sotto!».
Avete nelle fila del comitato del “no” alla riforma costituzionale uno che oltre all’italiano “ti devi metter paura” conosce il forbito eloquio, rivolto alla sua claque, del «contro di me devono solo usare il piombo fuso, ma se mi fanno fuori ci sarete voi».
I cittadini che sono critici di una riforma che anche su temi enormi come l’utero in affitto o l’eutanasia hanno tutto da temere da un governo e un parlamento monocolore per l’effetto del combinato disposto legge elettorale e riforma costituzionale, dovranno scegliere tra il fuoco dell’irregimentazione e la brace di compagni di strada che interpretano così il loro ruolo di rappresentanti delle istituzioni, sindaco di Napoli, candidato a fare il bis: «Napoli capitale e il Gran Ducato di Toscana dietro. Sud ribelle! Napoli ribelle! Potere al popolo!».
E tutto questo è Giggino, sindaco di Napoli e ricandidato a sindaco di Napoli. Capito? La gente che si è vista massacrare dalle indagini di un pm da strapazzo, da inchieste su inchieste che ci han fatto i talk cult di Santoro, da paginate sulla «Tangentopoli del sud» che hanno alluvionato i giornali, da un cinema di cazzate e scugnizzi agghindati per la televisione, adesso si ritrova in cima alla politica un Masaniello da barzelletta.
Ecco, da questo qui tutto un brigar di avvisi di garanzia, di sequestri di società, di chiusure di aziende, di famiglie infamate e rovinate in nome dell’epopea dell’anticorruzione che porta alla notorietà, alla fama del magistrato eroe e, infine, alla poltrona di sindaco di Napoli, avete avuto un’epopea di danni incalcolabili alle persone e alle istituzioni italiane. Però adesso avete ‘o antagonista furbettaro del «ti devi mettere paura. Ti devi cagare sotto».
Altro che vedi Napoli e poi muori.
Vedi De Magistris. E poi capisci come si devasta un paese.
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