Usa, mai così tanti contagi da morbillo dal 1994. Troppo presto per parlare di epidemia, ma l’ideologia anti-vaccini si fa sentire
Il grafico elaborato dal Cdc illustra l’eloquente impennata di morbillo, che in cinque mesi ha ampiamente superato i 200 contagi registrati in tutto l’arco del 2013.
NUOVA EPIDEMIA? Se è ancora presto per parlare di epidemia, è certo che i contagi sono in aumento. Il maggior numero di casi, spiega il Cdc, è legato a viaggi all’estero e conseguenti rientri negli Stati Uniti, con una percentuale netta tra i passeggeri rientrati dalle Filippine, dove è in atto una sensibile diffusione del virus dall’ottobre del 2013.
Più della metà dei contagi (164) sono avvenuti nell’Ohio, dove vivono due membri di una comunità amish (che rifiuta i vaccini) che hanno contratto il morbillo proprio durante un viaggio in Oriente, trasmettendolo poi ad altre persone. E, come sottolineano ancora dal Cdc, le responsabilità di questa diffusione risiedono nelle mancate immunizzazioni che, per l’85 per cento dei casi, avvengono per motivi «filosofici, religiosi o personali».
FOBIA E FOCOLAI. I primi casi seri di diffusione del morbillo si sono verificati a marzo. New York è stata la città più colpita dal virus, che si è diffuso velocemente: il 90 per cento dei non immunizzati ha contratto il virus se a contatto con un malato. Poiché in un ambiente chiuso il morbillo rimane per quasi due ore, e può trasmettersi in maniera molto rapida, si era creata anche una sorta di fobia: alcune tv del Massachusetts mostrarono le immagini di centri commerciali e fast food dove erano passate alcune persone contagiate, invitando chi aveva visitato quei luoghi a evitare di uscire di casa per non far circolare ulteriormente il virus, altre lanciarono un appello a favore dei vaccini.
LA BUFALA DI WAKEFIELD. Come in Italia, anche negli Stati Uniti le immunizzazioni per il morbillo non sono obbligatorie: dopo 50 anni il virus era stato debellato, tanto che nel 2000 fu dichiarato assente dal territorio nazionale. Poi però è cresciuta la psicosi verso i vaccini, spinta dallo studio che il medico britannico Wakefield pubblicò nel ’98 sulla rivista Lancet: si mettevano a fuoco le connessioni tra le vaccinazioni trivalenti per morbillo, parotite e rosolia con l’insorgere dell’autismo in alcuni bambini.
Per quanto quei dati paressero incredibili, col tempo la verità emerse e si rivelò un misto tra una bufala e una truffa: alla fine Wakefield stesso lo ammise e fu radiato dall’ordine dei medici. Il suo studio è stato ritirato da tempo, ma evidentemente sul web è ancora possibile rintracciarne alcune parti, che avvalorano le tesi di chi crede che i vaccini possano essere dannosi.
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1 commento
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L’ideologia antivaccinista come opportunisticamente la chiamate voi, semplicemente non esiste ! Esiste una mggiore volontà di informarsi e una maggiore presa di coscienza dei genitori, che le vaccinazioni come sono concepite oggi in Italia non solo spesso non funzionano, ma ancora più spesso causano danni irreparabili ai vaccinati e alle famiglie degli stessi, offrendo garanzie solo a chi le propone e non offrendo alcuna garanzia invece a chi vi si sottopone ! Sul sito seguente i genitori possono spalancare gli occhi e capire quali siano i retroscena delle vaccinazioni proposte dalla sanità odierna : http://autismovaccini.org/