Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Cultura

Un’omissione di soccorso per fare pulizia etnica

Esiste un nesso storico tra panturchismo e pangermanesimo. Un progetto ideologico che aveva come scopo quello di eliminare i “diversi”

Giuseppe Reguzzoni
04/05/2017 - 2:00
Cultura
CondividiTwittaChattaInvia

FRANCE-TURKEY-ARMENIANS-FILER-4

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Er ist wieder da! «È di nuovo qui», è il titolo di un romanzo (e poi di un film) di successo, in cui Adolf Hitler ricompare, all’improvviso, nella Germania di Frau Merkel. In un paio di gustose scenette, il Führer, che nessuno riconosce come tale (tranne un’anziana donna scampata ai campi di sterminio), si rallegra della consistente presenza turca nella nuova Germania, dichiarando di apprezzare che essa sia riuscita là, dove, invece, lui aveva fallito: coinvolgere la Turchia in un nuovo asse politico con la Germania.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ

Al di là del lato satirico del romanzo, la battuta appare rivelatrice, dato che, in effetti, il Terzo Reich non ce l’aveva fatta a portare dalla propria parte, in funzione antirussa, la Turchia di Atatürk, ancora estenuata dalla sconfitta subita nella Prima guerra mondiale. Anzi, il 1° marzo 1945, sotto la minaccia di un intervento alleato, ma anche con una buona dose di opportunismo, la Turchia dichiarava formalmente guerra alla Germania nazista, quando ormai la Wehrmacht si stava ritirando da quasi tutta l’area balcanica e, dunque, non c’erano più rischi. C’è davvero un filo rosso che lega la storia della Germania all’impero ottomano, prima, e alla Turchia, poi, ed è un filo che va molto indietro nel tempo e ben oltre le semplici ragioni della geopolitica.

Cyril Arslanov, che è ebreo e armeno, e, dunque, in una posizione che lo facilita nel comprendere certi meccanismi ideologici di esclusione/eliminazione delle minoranze, ha giustamente osservato che c’è un evidente nesso storico tra panturchismo e pangermanesimo e che il secondo, per garantire se stesso, ha ampiamente taciuto sui crimini del primo. Christin Pschichholz, altra studiosa, questa volta tedesca, docente all’Università di Potsdam, ha posto in luce le responsabilità oggettive del governo imperiale tedesco nel genocidio armeno: esso «sostenne in maniera indiretta quel crimine, essendo perfettamente al corrente di quello che stava accadendo; (…) ignorò e avvallò quanto accadeva agli armeni perché preoccupato di consolidare l’alleanza con l’impero ottomano». In Germania sapevano benissimo che l’intento dei Turchi era una completa pulizia etnica (oltre agli armeni furono massacrati anche gli aramei e altre minoranze cristiane, mentre subito dopo la guerra sarebbe toccata ai greci).

Secondo Pschichholz, il governo imperiale tedesco si sarebbe reso complice del genocidio mediante la propria inazione, pur non essendo mancate alcune note di protesta verbali. «Il nostro scopo è mantenere la Turchia al nostro fianco sino alla fine di questo conflitto», così il cancelliere Theobald con Bethmann Hollweg nel 1915, «quand’anche ciò comportasse la fine degli armeni». Con un’efficace espressione giuridica, la Pschichholz descrive, quindi, l’atteggiamento tedesco in quegli anni come «omissione di soccorso», e, dunque, come un crimine.

Del resto, il governo federale tedesco, con molto coraggio, ha recentemente riconosciuto, con una decisione del proprio parlamento, le proprie responsabilità. Lo ha fatto con qualche decennio di ritardo, solo nel 2016, sino a quel momento frenato dalla volontà di non urtare l’alleato turco e in un contesto in cui la Germania democratica ammetteva le proprie responsabilità anche in altri tragici eventi legati alla storia dell’impero tedesco, primo tra tutti il massacro degli herero, nell’Africa sudoccidentale tedesca.

Proprio in forza di questa concatenazione di eventi, se si procede a una lucida analisi storica, il genocidio finisce per apparire per quel che è, come lo strumento per la risoluzione nazionalistica del problema delle minoranze. Lo Stato moderno, che si vuole etnicamente omogeneo, non è che un’astrazione ideologica, per arrivare alla quale il Novecento non si è fermato neppure davanti alle deportazioni di massa e all’eliminazione fisica dei “diversi”. Rilevarlo è essenziale, se non si vuole cadere nell’equivoco del male commesso o permesso in ubbidienza alla pura ragion di Stato.

Quest’ultima può aver indotto a tacere, come, del resto, avviene ancor oggi da parte di molti (quasi tutti) i governi democratici dell’Occidente davanti ai massacri odierni (quelli dei cristiani in Medio Oriente, per esempio). Ma non basta. Non era solo ragion di Stato e non è stata solo “omissione di soccorso”: c’era la convinzione che occorresse “fare pulizia” e raggiungere l’obiettivo di una monoliticità etnica senza eccezioni.

A provarlo ci sono le tesi di una delle figure chiave della Germania guglielmina, il pastore evangelico e teologo liberale Friedrich Naumann. Questi accompagnò il Kaiser nel suo viaggio a Istabul nel 1898 e teorizzò, nei suoi scritti, la necessità per l’impero tedesco di porsi alla alla guida del movimento pangermanico, guardando all’impero ottomano come la longa manus degli interessi economici e coloniali tedeschi in Eurasia.

Degli armeni, mentre era in corso uno dei peggiori massacri che li riguardarono, scrisse: «L’armeno è il peggior tipo di essere umano». Naumann si definiva un liberal-darwinista. La sua “teologia”, radicalmente liberale (oggi diremmo “di sinistra”) e le sue prese di posizione non mancarono di suscitare aspre reazioni da parte di molti credenti sinceri, anche all’interno della Chiesa evangelica, ma influenzarono enormemente il modo di pensare la politica estera del governo imperiale tedesco. Fa venire i brividi pensare che anche il nazionalsocialismo, a fondamento dei propri campi di sterminio, poneva una visione “darwinista” dell’essere umano, stabilendo una sorta di gerarchia tra le razze. Sbaglia chi pensa che certi eccessi siano solo frutto di opportunismo o viltà. Il peggio è sempre frutto di un disegno ideologico.

Foto tratta da “Metz Yeghern. Mostra fotografica sul genocidio armeno al memoriale della Shoah”. Dal 27 aprile al 24 maggio, piazza Safra 1, Milano

Tags: genocidio armeniTurchia
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arringa i suoi sostenitori davanti a casa sua a Istanbul dopo la vittoria al ballottaggio di domenica 28 maggio 2023

Perché Erdogan ha ancora un popolo dietro di sé. E davanti un baratro

30 Maggio 2023
Erdogan acclamato dai suoi sostenitori in Turchia dopo le elezioni

Turchia. Scricchiola il potere di Erdogan, costretto al ballottaggio

15 Maggio 2023
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan (Ansa)

In Turchia è “tutti contro Erdogan”

14 Maggio 2023
Assad Siria Emirati Arabi

Perché la Siria si sta riavvicinando ai paesi arabi

8 Aprile 2023
Croci sul luogo del naufragio a Steccato di Cutro. Cutro, Crotone, 9 marzo 2023 (Ansa)

Migranti. I racconti dei naufraghi e i limiti del “linguaggio dei diritti”

17 Marzo 2023
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Ankara, 14 marzo 2023 (Ansa)

Turchia. L’opposizione ce la sta mettendo tutta per far rivincere Erdogan

12 Marzo 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Giardino esterno di un asilo nido a Milano

Denatalità, le due “s” che stanno insieme: servizi e speranza

Emanuele Boffi
31 Maggio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Si può strepitare per l’“autoritarismo” della Meloni e tacere su quello di Pechino?
    Lodovico Festa
  • Tentar (un giudizio) non nuoce
    Tentar (un giudizio) non nuoce
    Come invertire la rotta radical ambientalista dell’Unione Europea
    Raffaele Cattaneo
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Così per tanti cattolici la fede ha smesso di comunicare con la politica
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il mio battesimo nell’alluvione, tra piadine e fango
    Marianna Bighin
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli innumerevoli tratti che dimostrano la parentela tra sinistra e fascismo
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023
Marcello Pera, filosofo e senatore
Foto

Dialogo a Roma tra Pera e Camisasca (e sant’Agostino)

16 Maggio 2023
Foto

“Una famiglia radicale”. Presentazione del libro di Eugenia Roccella a Milano

11 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist