Una email del 2012 per fare fuori il vescovo di Parigi
Parigi. L’informazione doveva restare confidenziale fino alla risposta del Papa. Ma un articolo del Figaro apparso oggi pomeriggio ha fatto precipitare le cose e portato sotto i riflettori la decisione presa dall’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit. Messo in causa da un’inchiesta del settimanale Le Point, secondo cui avrebbe avuto una relazione amorosa con una donna nel 2012, l’alto prelato di 70 anni ha inviato una lettera a Papa Francesco per presentare le sue dimissioni.
Decide Papa Francesco
Spetterà ora al Santo Padre, che ha ricevuto la missiva giovedì 25 novembre, decidere se accettarle o meno. Aupetit, in un’intervista alla Croix in cui ha confermato le informazioni del Figaro, ha tuttavia precisato di non avere utilizzato il termine “dimissioni” nel testo inviato al Pontefice, perché «dimissioni vorrebbe dire che abbandono la mia carica». «In realtà, la consegno nelle mani del Santo Padre, perché è lui che me l’ha conferita. L’ho fatto per preservare la diocesi, perché, come vescovo, devo essere al servizio dell’unità», ha spiegato. La scorsa settimana, Aupetit ha incontrato a Roma il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi, per manifestargli le sue intenzioni. Lunedì, lo stesso giorno in cui è uscito l’articolo del Point, ha comunicato la sua decisione anche al suo consiglio episcopale ristretto.
Una email del 2012 e una relazione “non intima”
Ma cosa rivela nel dettaglio l’inchiesta del settimanale parigino che ha spinto Aupetit a prendere la drastica scelta? L’esistenza di una email inviata per errore da Aupetit alla sua segretaria nel 2012, quando era vicario generale di Parigi, che in realtà era indirizzata a una donna con cui aveva una relazione. Al Point, Aupetit ha riconosciuto l’esistenza di legami con questa donna all’epoca in cui era vicario generale, ma ha negato qualsiasi “relazione intima” con lei. Le rivelazioni del settimanale sull’affaire, assieme alle critiche sulla sua gestione della diocesi da quando è stato nominato arcivescovo, hanno portato l’alto prelato a reagire.
Le battaglie sulla bioetica di Aupetit
Diventato sacerdote a quarantaquattro anni, dopo aver esercitato la professione di medico per dodici, Aupetit è sempre stato molto attivo sul fronte della bioetica, dal fine vita alla Pma (Procreazione assistita). Su quest’ultimo tema, in particolare, ha più volte alzato la voce per manifestare la sua ostilità alla legge che estende la pratica alle single e alle coppie lesbiche. “Stiamo mettendo in discussione la filiazione naturale. Le leggi vengono messe al servizio del desiderio”, commentò in un’intervista al Foglio nel novembre 2019 Aupetit, che per la sua opposizione alla cosiddetta “Pma per tutte” è stato tacciato di essere “retrogrado” e “omofobo”.
Criticato anche negli ambienti ecclesiali progressisti, quando fu eletto arcivescovo di Parigi, nel dicembre 2017, Libération, il quotidiano della sinistra giacobina francese, lo accolse così: «La sua nomina da parte del Papa è un vero regalo alla frangia più radicale del cattolicesimo francese». Se il Santo Padre accetterà le sue dimissioni, saranno i primi, quelli di Libé, a stappare lo champagne.
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