
“Tutto sua madre” di Guillaume Gallienne. Film comico e sovversivo su un (non) omosessuale

Eliseo del Deserto, il nostro amico omosessuale, ha scritto sul suo blog la recensione del film Tutto sua madre di Guillaume Gallienne. La pellicola, dal 23 gennaio in Italia, ha vinto due Premi Lumière, i Golden Globe transalpini, ed è stato un vero successo in patria. Riportiamo il testo di Eliseo, pur non avendo visto il film, perché ci pare interessante la domanda che pone negli ultimi capoversi del suo scritto.
Un film sovversivo almeno per tre ragioni: la prima è che la storia racconta di un ragazzo che ha dovuto assumersi il carico di riaffermare la propria eterosessualità, in una società e in una famiglia che aveva decretato la sua omosessualità. Sono più o meno queste le parole che il protagonista, interprete contemporaneamente di sé stesso e di sua madre, pronuncia in una delle scene finali del film (ma tradotte diversamente nel libro edito da Frassinelli). [1]E’ una storia in cui, con le dovute eccezioni, tutti i ragazzi che sono stati “bambini diversi” si possono riconoscere: il bullismo, la negazione per lo sport, in particolare per il calcio, i travestimenti femminili, la confidenza con la madre e il desiderio di non tradirla, la distanza emotiva dal padre, la debolezza per il proprio migliore amico.
Non manca una descrizione piuttosto cruda di un certo modo di “fare conoscenza” nel mondo omosessuale.
Film sovversivo perché comico. Guillaume Gallienne non è un pivello. E’ membro della Comédie Française e uno degli attori francesi più amati. L’attore racconta la sua epopea con autoironia ed umorismo, impossibile trattenere le risate. Anche nei momenti più drammatici, Guillaume (oltretutto regista e sceneggiatore del film) porta fino alla commozione, ma subito ne smorza la tensione, con uno scherzo, un’irriverenza, una gag.
La vera rivoluzione del film però, sta nel “non detto”, così evidente da non passare inosservato. La testimonianza di una vita è così schiacciante! Qualunque omosessuale ci si potrebbe riconoscere. Certo conosciamo tante testimonianze di omosessuali che sono diventati etero, ma qui non c’è nessuna professione di fede, nessuna egodistonia, nessun trauma che porta a cercare un’altra identità. E’ soltanto una presa di coscienza, non il rifiuto di una condizione, non il “pentimento di un finocchio”, come lo accusa sua madre, ma l’amore per una donna, Amandine che lo porta ad uscire dalla sua identità fittizia e scoprirsi eterosessuale.
E’ interessante anche leggere le interviste fatte all’attore, così come leggere la postfazione del libro. Repubblica ad esempio chiede a Guillaume Gallienne di giustificare il suo innamoramento per Jeremy, il suo migliore amico, durante gli anni del college. Guillaume risponde: “Se anche lui si fosse innamorato di me forse la mia vita sentimentale avrebbe preso un’altra direzione. Invece non lo ha fatto, ed ho incontrato Amandine che oggi è mia moglie e la madre di mio figlio.”[2]Ma io vorrei fare un’altra domanda, che nasce proprio dal “non detto” del film, la vorrei fare a Repubblica, a tutti quelli che lottano per dei presunti diritti della comunità gay ed anche a voi: ma se Guillaume non avesse avuto l’intelligenza e la sensibilità di interrogarsi sulla sua identità, se non avesse incontrato Amandine, se non ci fosse stato un altrettanto intelligente psicanalista (come è scritto nella postfazione al libro[3], nel film lo si vede appena, ma è uno dei personaggi più intensi.)[4], se non avesse avuto un istruttore di equitazione così paterno, come avrebbe potuto Guillaume scoprire di non essere omosessuale come sua madre, tutta la sua famiglia e la società aveva deciso che lui fosse?
Queste le parole di Guillaume nel testo teatrale: “… a me interessa raccontare la storia di un ragazzo che, con la scusa di essere nato in un’epoca in cui i tabù sessuali venivano meno, si ritrova addosso l’etichetta di un certo orientamento sessuale…” [5] E’ questo il risultato della libertà di cui parla la nostra società così moderna? Mi fermo con le domande, per non diventare polemico andando oltre le intenzioni dell’autore.
Termino rivolgendomi a tutti quei ragazzi che come me stanno cercando la loro vera identità: leggete il libro e andate a vedere il film (che non tradisce traducendo, ma moltiplica i significati del testo), morirete dalle risate e piangerete (forse proprio dove altri rideranno), ma soprattutto capirete chi siete davvero!
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1. GALLIENNE GUILLAUME, Les garçons et Guillaume, à table!, Les Solitaires Intempestifs, Édition, 2009, Besançon – France, trad it. Tutto sua Madre, Sperling & Kupfer Editori, per Edizioni Frassinelli, Milano, 2014.
2. http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/01/22/news/guillaume_gallienne-76545323/
3. GALLIENNE GUILLAUME, Tutto sua Madre, p. 99
4. Nel libro si parla anche di una logopedista che lo aiuta a ritrovare la sua voce. Ibi, pp. 65-66 e p.99
5. Ibi, p. 89
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12 commenti
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“Il nostro amico omosessuale”… un perfetto intro razzista che dice già tutto!
Della serie prendiamo un film, un libro e se lo stiracchia un pò per crearsi delle argomentazioni a tesi infondate.
Avendo altresì la pretesa di “sapere” quale debba essere la vera identità affettiva e sessuale delle persone.
Dai Paolo non te la prendere. Qualche voce discorde nel dogmatismo LGTB ci vuole no?
Eheheheheh sig. sasso non me la prendo per nulla.
Anche perché le ricordo che l’unico dogmatismo presente è quello di quella che immagino essere la sua ideologia confessionale.
Peccato che la realtà dei fatti sia tutto l’opposto….ma tanto peggio per l’ideologia confessionale e finita lì diciamo.
Ma da dove vien fuori questa macchietta?
“Ideologia confessionale”!
E ha pure la faccia di tolla di parlare di “realtà dei fatti”!
Manco al Bagaglino!
Domanda sig. burichino ma lei in che mondo vive?
Coraggio se ne faccia una ragione e andrà meglio vedrà…
In che mondo vivo io? Ma da che pianeta vieni tu!
“Ideologia confessionale”!
“El savio no sa gnente, l’inteligente sa poco, l’ignorante sa tanto, el mona sa tuto!”
una malattia è una anormalità, una deviazione. Non la “realtà dei fatti”, religione o non religione.
Dogma n.1 : “….l’omosessualità è un normale e naturale orientamento sessuale…”
Dogma n.2 : “…..ideologia confessionale….”
Dogma n.3 : “….la fatina dei denti…..” ooppps questo è qualche settimana che non viene più ripetuto.
La realtà dei fatti : l’erba è arancione, il mare è fucsia e il cielo è giallo.
E sì è proprio tutto l’opposto…..
Rispostina cumulativa per sig. burchino (bagaglino), sig. antonio, sig. piero.
Che l’omosessualità sia un normale e naturale orientamento sessuale non è un dogma ma una realtà scientifica ben dimostrata (anche se è lampante) dagli enti competenti e legittimati in merito quali OMS APA o qualsivoglia ente medico scientifico.
Quindi non è un dogma…quella è robetta che esiste solo nelle ideologie confessionali che, guarda un po’ il caso, sono sempre presenti in chi cerca di andare contro alla realtà dei fatti (che tale è e tale resta anche se non piace).
Siccome non si accetta che ciò che viene assunto a priori come errato da un’ideoloia confessionale sia sbagliato e che venga smentito dalla dimostrazione scientifica si cerca di “inventarsi” altre visione “pseudoscientifiche” che avvallino l’assunto dogmatico dell’ideologia religiosa.
Quindi sig. antonio non spetta a lei definire cosa è o cosa non è malattia a seconda dei suoi fantasiosi desideri.
Allo stesso modo sig. piero è proprio la visione della sua ideologia religiosa sullìomosessualità ad essere paragonabile all’erba rancione e al cielo giallo.
Nella realtà l’erba è verde, il mare blue, il cielo azzurro ed omosessualità ed eterosessualità sono equivalenti sviluppi corretti dell’affettività e della sessualità umana.
P.s. capisco che non le vada bene la fatina dei denti, però se pretende che la sua ideologia venga presa in considerazione mica può discriminarne altre con basi altrettando soli no???
Mi chiami in causa sbagliando a copiare il mio nome e pretendi pure di rispondermi…
Ma chi t’ha chiesto nulla?!
Figuriamoci se io mi metto a porre domande a uno che scrive una menata galattica come “ideologia confessionale”?
Sappi, mio caro, che i piccioni i quali frequentano il cornicione davanti al mio davanzale offrono una compagnia assai più stimolante di quanto lo possa essere della lettura dei tuoi barbosi e insulsi sproloqui autoreferenziali.
Quindi, se proprio senti il bisogno di sbrodolarti con la tua “realtà scientifica ben dimostrata”, fallo pure, ma per favore evita di far credere che te lo abbia chiesto il sottoscritto.
Grazie.
Direi che con questo siete alla frutta…