Tutto ha un prezzo. La sinistra francese scopre quanto costa il “vaffa”
“Togliti dai piedi ricco coglione!”. Con questo titolo (“Casse-toi riche con!”) il quotidiano francese Libération era uscito in edicola il 10 settembre scorso: una pesantissima invettiva contro Bernard Arnault, uno degli uomini più ricchi del mondo, dopo che era girata la notizia che fosse pronto a trasferirsi in Belgio per non pagare le tasse. Il presidente francese Francois Hollande ha confermato pochi giorni fa che introdurrà una supertassa del 75 per cento su tutti i redditi superiori al milione di euro. Arnault non è l’unico milionario ad essersi lamentato, di sicuro è l’unico ad essere stato insultato in modo così pesante da un quotidiano.
E LA PUBBLICITÀ? I paladini patriottici della giustizia e del fisco di Libération avranno sicuramente messo in preventivo una maxi-querela ma non hanno probabilmente calcolato che Arnault, patron dei marchi Lvmh (Luis Vuitton, Bulgari, Dior) e molti altri ancora, avrebbe potuto rispondere in altro modo. Il primo gruppo mondiale del lusso, infatti, ha subito disdetto la pubblicità sul quotidiano seguito a ruota da altri marchi per solidarietà.
“ANCHE I RICCHI SI INCAZZANO”. Grazie alla geniale trovata, Libération ha sì venduto il 27 per cento di copie in più in edicola ma ha anche perso almeno 150 mila euro all’anno. Arnault poi, che non deve averla presa bene, ha ben pensato di querelare per diffamazione il giornale e c’è da star sicuri che li spremerà per bene. “Anche i ricchi piangano”, avranno pensato quelli di Libération quando hanno fatto il titolo, riprendendo i famosi manifesti di Rifondazione Comunista del 2007, solo non hanno considerato che, come scrive il Foglio, “anche i ricchi nel loro piccolo si incazzano”.
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