Tunisia, terroristi uccidono 14 soldati e molti imam esultano. Il governo chiude le moschee in mano ai salafiti
Il governo della Tunisia ha ordinato la chiusura di tutte le moschee non controllate dal ministero per gli Affari religiosi e nelle mani degli estremisti islamici. Allo stesso modo, è stata chiusa una radio e un’emittente televisiva privata nelle mani dei salafiti.
LE MOSCHEE ESULTANO. La scorsa settimana, terroristi legati ad Al Qaeda hanno attaccato le forze militari tunisine sul monte Chaambi uccidendo 14 soldati. Si tratta dell’attacco più grave subito dal paese dalla fine della cosiddetta Primavera araba tre anni fa, ma in molte moschee tunisine in mano agli estremisti si è celebrata la notizia della morte dei soldati dell’esercito con festeggiamenti.
CONTROMISURE. Per questo, nel tentativo di bloccare la diffusione di messaggi estremisti attraverso la religione, il governo ha deciso di chiudere alcune moschee non registrate e in mano ai salafiti. Tunisia e Algeria hanno poi promesso di schierare 14 mila uomini lungo il confine per impedire la diffusione del terrorismo. Questa settimana, inoltre, il Parlamento tunisino dovrebbe approvare la legge antiterrorismo, che ha scatenato un intenso dibattito a causa delle restrizioni alla libertà personale previste dalla norma per prevenire gli attacchi degli estremisti.
«IMAM INCITANO AL JIHAD». A marzo il governo tunisino aveva cominciato a controllare tutte le moschee, per impedire che vi insegnassero imam radicali. Secondo i dati del ministero per gli Affari religiosi, 149 moschee su 5.100 sfuggono al controllo dello Stato e circa altre 50 sono nelle mani di estremisti. Il numero reale delle moschee controllate dai salafiti, però, potrebbe essere superiore a mille. In queste, secondo il ministro Abdessattar Badr, «certi imam incitano durante la preghiera alla violenza contro le forze dell’ordine e l’esercito, qualificati come tiranni; incitano al jihad in Siria e tentano di introdurre idee estremiste estranee al nostro paese».
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