Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Le tubature italiane fanno acqua: quasi il 40% si disperde. «Ma il referendum sui “beni comuni” ha congelato gli investimenti»

Intervista all'esperto Antonio Massarutto: «Da quando nel 2011 ha vinto il sì all'acqua pubblica gli investimenti sono calati. Bisogna seguire l'esempio positivo del Veneto»

Matteo Rigamonti
03/07/2014 - 3:30
Interni
CondividiTwittaChattaInvia
#474814485 / gettyimages.com

La rete idrica in Italia perde il 37,4 per cento dell’acqua che scorre all’interno delle tubature, secondo l’Istat. Uno spreco notevole, che non sorprende affatto Antonio Massarutto, docente della facoltà di Economia presso l’Università di Udine ed esperto di politiche ambientali e servizi pubblici locali. Come spiega a tempi.it Massarutto, se la rete di distribuzione idrica italiana è un colabrodo, è colpa della totale «assenza di investimenti» da parte del settore pubblico. Un grave ritardo, dovuto anche alla vittoria del “sì” al referendum sull’acqua “pubblica” del giugno 2011.

Massarutto, perché perdiamo per strada il 40 per cento dell’acqua?
Occorre notare che le perdite della rete idrica nazionale sono calcolate dall’Istat come differenza tra la quantità di acqua immessa in rete all’origine, un dato noto, e quella che poi viene effettivamente fatturata dai gestori. Ciò significa che, in realtà, il dato sull’acqua persa per strada contiene sia l’acqua effettivamente persa, sia l’acqua che non è stata fatturata per le più svariate ragioni: per assenza di contatore, deficit di fatturazione, utenze abusive, piuttosto che perdite commerciali o altro. E l’Italia, da questo punto di vista, vive ancora una profonda frattura tra il Nord e il Sud del Paese, dove sono più frequenti queste situazioni.

Qual è, dunque, il reale stato di salute della rete di distribuzione idrica italiana?
Per conoscerlo con precisione sarebbe meglio considerare il dato sulle perdite tecniche. Che è quello che più di tutti aiuterebbe ad evidenziare il livello di manutenzione della rete. Purtroppo non è un dato di cui l’Istat può facilmente disporre, perché bisognerebbe chiederlo ad ogni singolo gestore. Il regolatore ha iniziato a farlo per uniformare le banche dati, ma il processo non è ancora compiuto.

LEGGI ANCHE:

siccità rete idrica

Non si può combattere la siccità senza mettere mano alla rete idrica

27 Giugno 2022
Ursula von der Leyen

«Finalmente l’Europa mette qualcosa in comune»

16 Giugno 2020

Cosa ci comunica il dato diffuso dall’Istat?
Che l’acqua persa dalla rete idrica italiana non diminuisce, anzi, tende ad aumentare. Ciò significa che il livello di manutenzione delle nostre tubature è piuttosto scadente; ma non mi meraviglio più di tanto, perché se non ci sono investimenti non bastano le preghiere alla Madonna Pellegrina per riparare le tubature. E gli investimenti pubblici sulla rete, purtroppo, sono rallentati dopo il referendum sull’acqua di tre anni fa. La vittoria del “sì” ha causato un “effetto freezer” che ha congelato gli investimenti pubblici e ancora siamo qui ad attendere un’inversione di tendenza.

L’ingresso dei privati nella gestione della rete cambierebbe qualcosa?
Il tema non è innanzitutto quello di scegliere tra pubblico o privato, ma di dare il giusto peso nel fissare le tariffe anche a quella componente che riguarda gli oneri per investimenti. Se non lo si fa, purtroppo, è normale che non ci siano investimenti. Non possiamo fare finta di non vedere che le tariffe sull’acqua in Italia sono pari alla metà, a volte addirittura a un terzo di quelle della Francia, della Germania e dell’Olanda. Allora è normale che anche gli investimenti sulla rete, sui depuratori e tutto il resto, siano proporzionati a quella cifra. Se la Francia, la Germania o l’Olanda investono 100 per ammodernare e riparare la rete, noi non possiamo spendere più di 30. Questa è la verità.

L’Italia cosa può fare?
In Veneto le aziende partecipate per la gestione dell’acqua, pur mantenendo piena autonomia gestionale l’una dall’altra, hanno deciso di consorziarsi ed emettere un bond collettivo per finanziare gli investimenti. Ciascuna corrisponderà la sua quota per investimenti in base a quanto guadagnerà sulle tariffe. Si tratta di una soluzione molto simile agli eurobond in questi giorni proposti da più parti all’Unione europea. E funzionano, perché hanno permesso alle società venete di finanziarsi al 4 per cento, che è un tasso di interesse molto buono. Se pratiche di questo tipo si diffondessero sarebbe un bene per il Paese.

L’Europa però pare intenzionata ad avviare l’ennesima procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Come se lo spiega?
Occorrono uno sforzo e un investimento notevoli. Anche perché molti interventi che sono stati realizzati a partire dagli anni ’70 si sono rivelati inadeguati. La procedura d’infrazione europea, oltretutto, riguarda una direttiva del 1991. Oggi siamo nel 2014 e ancora non ci siamo adeguati. È ora di cambiare passo.

@rigaz1

Tags: antonio massaruttoeurobondreferendum acquarete idrica
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

siccità rete idrica

Non si può combattere la siccità senza mettere mano alla rete idrica

27 Giugno 2022
Ursula von der Leyen

«Finalmente l’Europa mette qualcosa in comune»

16 Giugno 2020
Luigi Brugnaro in piazza San Marco a Venezia

Brugnaro: «Si sono dimenticati chi manda avanti il paese»

6 Giugno 2020
I giudici della Corte costituzionale tedesca

Forse non avete colto la gravità della sentenza tedesca sulla Bce

18 Maggio 2020
Sergio Mattarella

L’appello che gli italiani dovrebbero rivolgere a Mattarella

19 Aprile 2020
Giuseppe Conte con Ursula von der Leyen

In Europa l’Italia deve cambiare lingua (e quindi governo)

14 Aprile 2020
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

Manifestazione contro la guerra in Ucraina

Loro cantano “Imagine”. Noi cantiamo “Martino e l’imperatore”

Emanuele Boffi
27 Giugno 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Ballottaggi all’insegna di deserto e suicidio (del centrodestra)
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Fermare la guerra infinita
    Carlo B. Scott Visconti
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist