Te Deum laudamus per la visita del Papa e la conferma che questa opera è Tua

Di Aldo Trento
04 Gennaio 2016
Ti ringrazio, Gesù, per avermi regalato un anno nel quale il Tuo Vicario è venuto a trovarci. So bene che non mancheranno difficoltà, ma Tu e la Madonna non mi lascerete mai solo

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Questo articolo è tratto dal numero di Tempi in edicola a partire dal 31 dicembre (vai alla pagina degli abbonamenti), che è l’ultimo numero del 2015 e secondo tradizione è dedicato ai “Te Deum”, i ringraziamenti per l’anno appena trascorso. Nel “Te Deum” 2015 Tempi ospita, tra gli altri, i contributi di Antonia Arslan, Sinisa Mihajlovic, Luigi Brugnaro, Marina Terragni, Totò Cuffaro, Gilberto Cavallini, Luigi Negri, Costanza Miriano, Mario Adinolfi, Marina Corradi, Roberto Perrone, Renato Farina.

Due fatti hanno segnato la mia vita e quella di coloro che fanno parte della grande famiglia della Fondazione San Rafael: l’incontro col Santo Padre l’8 gennaio in Santa Marta e la sua visita l’11 luglio alla nostra Clinica. Due avvenimenti imprevisti, un regalo immeritato, perché: chi sono io per ricevere questa sovrabbondanza di Grazia? Santa Caterina avrebbe risposto: «Signore, Tu sei tutto e io sono niente». «Chi sono io – si domandava santa Elisabetta – perché la Madre del mio Signore venga da me?».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Il Mistero mi sorprende continuamente con il Suo modo di attuare. Mi sento un prediletto e questo fin da quando a undici anni mi aprì le porte del seminario. La presenza del Mistero mi ha sempre accompagnato, anche quando, come il profeta Giona, ho cercato di scappare da Lui. Ne ho fatte di cotte e di crude, ma il Mistero non mi ha mai mollato, non mi ha lasciato mai tranquillo. Che andassi a destra o a sinistra, me Lo sono trovato davanti in ogni caso. Mi ha sempre perseguitato. Fin dai primi anni della mia fanciullezza mi sono sentito scelto, sentivo la Sua voce che mi chiamava a essere Suo. Molte volte ho posto le mie resistenze alla Sua chiamata, eppure anche in questa situazione, quando don Giussani mi propose di partire per il Paraguay, accolsi la Voce del Mistero che mi parlava attraverso di lui e dissi: «Eccomi, o Signore». Passò un mese da quella chiamata e, senza salutare nessuno eccetto la mia famiglia, presi l’aereo per Asunción arrivando l’8 settembre, festa della nascita della Madonna. Ricordo la mia povera mamma con le lacrime agli occhi, che non riusciva a darsi ragione di questa improvvisa partenza. Il suo pensiero, mi scrisse poi, era andato a quando a soli 11 anni avevo fatto la stessa cosa.

Leggendo attentamente le parole, a volte sembra che il Mistero sia sadico. Ad esempio, lo stesso Mistero che in un primo momento aveva dato ad Abramo un figlio con la promessa di una grande discendenza, poi gli ha chiesto di sacrificare quel suo unico figlio. Dunque «Abramo si alzò di buon mattino, preparò l’asino, prese con sé due dei suoi servitori e suo figlio Isacco. Spaccò la legna per l’olocausto e si mise in cammino verso il luogo che gli aveva detto Dio» (Gen. 22,3). Che coscienza aveva Abramo di sé come relazione con il Mistero.

Sono partito da lontano per cogliere che quanto mi è accaduto quest’anno è parte integrante del modo di attuare del Mistero nella mia vita. La Grazia di visitare in Santa Marta il Santo Padre e quindi la sorpresa del suo arrivo nella mia casa, incontrando poveri, ammalati, anziani, ragazze abusate e ammalati terminali, fanno parte della modalità con cui il Mistero mi conduce, tenendomi per mano e rispettando la mia libertà, la quale non può non aderire con gioia alla sua chiamata. Per questo, tanto la depressione quanto la spondilite sono due modalità attraverso le quali il Mistero mi dona la letizia di vivere la vita in modo drammatico. Il Mistero mi vuole bene, perché non c’è un attimo in cui mi lasci tranquillo.

So che non mi lascerai mai solo
La malattia o i limiti umani sono una possibilità per dire «Io sono Tu che mi fai». Quest’anno, che volge al termine, è stato di Grazia, perché con la visita del Papa alla Fondazione il Mistero ha messo il Suo sigillo per dire a tutti che quest’opera Gli appartiene, perché è l’evidenza del Mistero dell’Incarnazione che continua nel tempo e nello spazio. In questi ultimi tre anni ho conosciuto cosa significa il dolore, l’incomprensione, la gelosia verso un’opera di cui padre Aldo è un semplice strumento in mano al Mistero. Spesso mi lamentavo con Dio: «Signore, che colpa ho se Tu hai scelto me al posto di un altro? Tu lo sai perché mi hanno mandato qui e come ero ridotto dopo un doloroso esaurimento; mi fa male vedere persone che vivono al mio fianco incapaci di commuoversi». E il Signore mi ha risposto mandandomi papa Francesco che, pieno di commozione, mi ha detto: «Adelante Padre, y gracias». Quale segno più chiaro della Verità di quest’opera da parte del Mistero, che questo imperativo del Papa nei miei confronti! Ancora una volta il Mistero mi ha mostrato il Suo volto buono, che si chiama Gesù presente nella Chiesa e nei poveri, nei miei poveri, che sono la mia famiglia.

Ti ringrazio, Gesù, per avermi regalato un anno nel quale il Tuo Vicario è venuto a trovarci. Avevo bisogno della conferma che quest’opera è Tua. So bene che non mancheranno difficoltà, pregiudizi, invidie, clericali e laiche, ma Tu e la Madonna non mi lascerete mai solo. «In Te Domine speravi, non confundar in aeternum».

Foto Ansa

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7 commenti

  1. underwater

    Meglio chiudere questo dialogo surreale. Non avrei neanche dovuto ritenerti degno di risposta.

  2. Andrea

    Grazie Padre Aldo, grazie davvero. “io sono Tu che mi fai”, ma senza la tua libertà messa in gioco fino in fondo non puoi essere strumento del Mistero.

    Grazie!

    1. underwater

      Facile ridere di cose che non si conoscono. Approfitto del post per ricambiare con stima gli auguri di Raider.

      1. underwater

        Se sei un troll alla De Mattei, oggi per te è un buon giorno per tacere, visto quello che sta emergendo su padre Manelli. Altro che Messa antica!

        1. underwater

          Sei schiavo di satana, e vuoi impedire la nostra gioia? Quanto sei represso! Non ti dirò solo Te Deum, ma anche vade retro!

        2. Ah Oreste Facce ride

          Ah ah ah ah…perché lei crede di avere una certa “pulizia morale”? Che simpatico umorista. Siamo tutt’orecchi ci dica per favore quali dovrebbero essere le priorità morali seguendo la luce del vangelo che a quanto pare lei ha compreso meglio di tutti. Saremmo tutti un si si ed un no no come chiede lei, in ossequio alle sue priorità. giurin giuretta.

          1. underwater

            Io non ho proprio nessuna presunzione morale. Sei tu che la trasudi. E chi giudica gli altri non secondo verità è ben lontano dal Vangelo di cui sproloqui, ma che non conosci per nulla (altro che iniziazioni e segreti…).

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