Il “dibbbattito” sulla scuola no, per favore
Un appello sul Corriere per mettere la scuola tra le priorità del Paese. D'accordo, cioè? Almeno la Cdo fa qualche proposta, ragioniamo su quelle
Un appello sul Corriere per mettere la scuola tra le priorità del Paese. D'accordo, cioè? Almeno la Cdo fa qualche proposta, ragioniamo su quelle
Un'insegnante ci racconta di aver partecipato a un convegno rivolto agli operatori scolastici, dove si sponsorizzavano i giochi di ruolo come a Trieste
Uno studente su due, finite le medie, si iscrive al liceo. Ma «c'è poca attenzione alla dimensione vocazionale nella scelta del proprio percorso di studi». Intervista a Dario Nicoli (Università Cattolica)
Dopo il recupero dei fondi su 2013 e 2014, parità scolastica messa in dubbio dai pagamenti delle nuove imposte: «Per la legge le private forniscono lo stesso servizio pubblico, ma pagano di più delle statali»
Il presidente del sindacato dirigenti scuole autonome: «Mentre qui si nominano presidi reggenti di 424 scuole, nel 2010 anche nell'isola fu annullato il concorso, ma per legge si lasciarono i vincitori al loro posto sino a nuovo bando»
Il 15 gennaio il ministero dell'Istruzione comunicherà la data della prova e i dettagli definitivi sui contenuti del test.
«Ci risulta difficile fare i compimenti all'estensore». Il commento di Disal alla legge di stabilità: «Alcune parti del testo denotano ignoranza del sistema scolastico e dei suoi meccanismi».
In un'intervista al quotidiano Avvenire, il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo mette chiarezza sui nuovi concorsi del 24 settembre: «Erano tredici anni che non si facevano concorsi di inserimento».
Intervista a Fabrizio Foschi (Diesse): «Il capo dipartimento del ministero dell'Istruzione Lucrezia Stellacci avrà anche ragione, ma dovrebbe dirci dove sono distribuiti i 41.503 docenti. Nel 2008 anche il ministro Gelmini lanciò l'allarme, ma erano solo 700».
Il Ministero dell'Istruzione pubblica sul suo sito un comunicato stampa in risposta alle accuse dei giorni scorsi: «La cifra citata da alcuni organi di stampa deriva da un’operazione di sottrazione tra “pere” (numero degli insegnanti) e “mele” (numero dei posti) chiaramente errata».
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