Il reato d’opinione di Novak Djokovic
Il tennista serbo ha sbagliato, ma l'Australia lo ha cacciato per le sue idee e il cattivo esempio che dava. Chi esulta perché "la legge è uguale per tutti" ha capito il principio passato con questa sentenza?
Il tennista serbo ha sbagliato, ma l'Australia lo ha cacciato per le sue idee e il cattivo esempio che dava. Chi esulta perché "la legge è uguale per tutti" ha capito il principio passato con questa sentenza?
Il tennista serbo non è vaccinato, ha violato l'isolamento da positivo e ha mentito sui documenti di viaggio. Ma dire che è un pericolo per la salute degli australiani non è serio
Il tennista serbo non è Dreyfus, ma neanche un nemico pubblico. Un giudice ha certificato che la sua esenzione medica è valida e che gli agenti che l'hanno interrogato in aeroporto sono stati scorretti. Il governo australiano ora lo caccerà ugualmente? Sarebbe un grave errore
Il caso del tennista serbo, ora in un hotel per rifugiati dopo il no del governo al suo visto, è diventato un caso politico in cui nessuno è esente da colpe. Quando lo sport finisce nelle mani della burocrazia, l’esito è la farsa (vero Serie A?)
I soloni di casa nostra insorgono contro il campione serbo, al momento bloccato in aeroporto per un problema di visti, che potrà giocare agli Australian Open senza vaccino (pare) grazie a un'esenzione medica. Ma lo «scandalo» è tutto fuorché «ingiustificabile»
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