La Casa delle Libertà combatterà unita la battaglia per il sì al referendum sulla riforma costituzionale. Però Follini e Tabacci hanno ottenuto la libertà di coscienza dalla direzione dell’Udc e potranno dichiararsi pubblicamente per il no.
Strana coppia quella dei due dissidenti dell’Udc. Non possiamo dimenticare che, con la loro costante e significativa opera di logoramento al governo Berlusconi, nella convinzione che il berlusconismo fosse finito, hanno contribuito decisamente alla piccola sconfitta elettorale della Casa delle Libertà. Se l’Udc avesse messo nell’impegno per la causa comune la decima parte dell’impegno che ha messo per incassare la supposta fine del successo di Berlusconi, Casini, e non Bertinotti, sarebbe oggi il presidente della Camera. Che oggi la coppia della critica e del logoramento si veda attribuita la facoltà del dissenso pubblico della linea del partito, mostra che l’Udc non si è ancora accorta del danno che a quel partito hanno fatto il suo segretario ed il suo battitore libero. Il punto debole di Berlusconi è stata sempre la scelta degli alleati: gli alleati hanno sempre cercato di assicurarsi una vita dopo Berlusconi e quindi cercare il proprio elettorato differenziandosi dalla linea del leader di Forza Italia. Ora l’Udc sceglie la via della solidarietà all’alleanza nel punto più delicato, il sostegno al sì nel referendum costituzionale. Lo sceglie perché ha capito che la linea di un neocentrismo postdemocristiano trasversale agli schieramenti è impossibile. L’Unione tiene e tiene bene e anche Berlusconi ha tenuto e tenuto bene. Il bipolarismo si impone oltre ogni stato di necessità. Nemmeno il proporzionale ha logorato, a sinistra come a destra, il carattere bipolare degli schieramenti. Ma naturalmente qualche altro logoramento di alleati doveva capitare a Berlusconi. Questa volta è stato Bossi, il fedele di sempre che, proprio nel momento in cui otteneva il riconsenso di tutta la Casa delle Libertà alla devolution, si è messo a dire che avrebbe trattato con la sinistra se nel referendum avesse prevalso il no. Il che mostra la sua incertezza sull’esito del voto sì e così indebolisce le motivazioni che spingono a votare in favore della riforma.
Il dramma del centrodestra è stato che esso è generato dal solo Berlusconi, ma non può vivere senza alleati. E gli alleati vivono esibendo le loro differenze da Berlusconi. Il centrodestra è maggioritario in Italia attorno a Berlusconi, ma gli alleati in Forza Italia hanno perso, ed hanno perso per tutti, quando hanno fatto circolare le loro differenze come motivo dei loro voti. Hanno perso i loro voti. Hanno reso vana la maggioranza naturale del corpo elettorale italiano. All’opposizione dovranno mostrare di avere capito la lezione della sconfitta elettorale.
[email protected]
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241
Direttore responsabile
Emanuele Boffi