Sabato 4 maggio presso la sala conferenze di Palazzo Kechler a Udine si sono svolti i lavori del dibattito promosso dall’associazione “Costruiamo il futuro” sul tema: “Sussidiarietà e rinnovamento dell’Europa e dell’Italia. Il modella Lombardia a confronto”.
I relatori
Sono intervenuti, alla presenza di un attento e numeroso pubblico, Robi Ronza, giornalista e scrittore, esperto di affari internazionali e già motore per la ricostruzione in Friuli del post terremoto con la cooperativa Coraf, Giuseppe Zola, avvocato, pro-sindaco (1985-87) e vicesindaco di Milano nel 1991, e Paride Cargnelutti, già assessore provinciale e consigliere regionale in Friuli-Venezia Giulia. Moderatore il presidente del Consiglio comunale di Udine, Enrico Berti.
L’Europa e la Lombardia
Nella sua prima parte di intervento, Ronza ha riflettuto sulle caratteristiche storiche ed economiche del territorio europeo, sulle origini del processo di unificazione europea (tre statisti cattolici, Schuman, Adenauer e De Gasperi) e sulla presenza di componenti laiche che, nel tempo, hanno portato alla stesura degli attuali trattati, evidenziando l’urgenza di una loro rinegoziazione; l’Italia, paese cofondatore dell’Unione, potrebbe avere un ruolo centrale nel riaprire il dibattito sull’impostazione ideale dell’Ue.
Ronza successivamente ha riflettuto sull’altro tema, la sussidiarietà, principio di aiuto all’economia e alla democrazia. Sono stati letti e commentati i principali articoli dello statuto della Regione Lombardia, ripercorrendo esempi virtuosi che in quella regione hanno permesso di ottimizzare costi/benefici ed in alcuni campi (sanità) hanno fatto emergere eccellenze a livello europeo.
Rivoluzione sussidiaria
Giuseppe Zola ha approfondito il concetto di sussidiarità: ha sottolineato come lo stesso esalti la centralità della persona permettendo di costruire un contesto sociale nuovo e più umano. In particolare, ha declinato alcuni esempi di esperienze personali vissute nel biennio in cui fu assessore ai servizi sociali a Milano (85/86): ad esempio l’iniziativa “anziano in famiglia”, che prevedeva che i parenti di anziani non autosufficienti e senza disponibilità economiche offrissero disponibilità ad accoglierli presso la propria abitazione in cambio di un aiuto economico; iniziativa che ebbe molto successo facendo diventare le famiglie soggetti responsabili di welfare. Il Comune, da parte sua, spese per ogni malato un terzo di quanto avrebbe sostenuto per un normale ricovero presso adeguate strutture sanitarie. Questa esperienza è stata poi replicata anche nel campo dell’assistenza ai minori o ai tossicodipendenti. Le quattro giunte di centrodestra guidate da Roberto Formigoni dal 1995 al 2013 hanno realizzato quella che è rimasta con il termine di “rivoluzione sussidiaria”, grazie ad uno statuto regionale approvato a larga maggioranza anche dalle forze politiche di opposizione, offrendo un’alternativa al centralismo e all’assistenzialismo statale con applicazioni in diversi campi, dalla scuola alla sanità, al mondo produttivo e delle aziende.
Paride Cargnelutti ha ripercorso invece l’esperienza locale con esempi tratti dell’esperienza post terremoto e l’attenzione per le associazioni del volontariato che sono state sempre vive ed efficaci nella regione.