L’Ultimo Gulag. La tragedia di un sopravvissuto all’inferno della Corea del Nord è la prima testimonianza, raccontata in presa diretta, sull’universo dei campi di concentramento nordcoreani, dove si stima che ancora oggi siano rinchiuse dalle 150mila alle 200mila persone, fra detenuti comuni e detenuti politici, in gran parte colpevoli soltanto di avere rapporti di parentela con presunti traditori del regime. Kang Chol-hwhan, il suo autore, viene internato all’età di nove anni nel campo di Yodok, nonostante tutta la famiglia si dichiari favorevole al regime: la nonna è un’attivista, il nonno ha fatto consistenti donazioni al partito del lavoro. Il suo racconto (di dieci anni di lavoro forzato, di rieducazione politica, umiliazioni sistematiche, punizioni atroci, della fame, del freddo e delle malattie) rompe il muro del silenzio e della disinformazione – le armi del totalitarismo nordcoreano – e rivela all’Occidente cosa significhi vivere sotto il giogo di Kim Il Sung e poi sotto quello di Kim Jong Il. Kang Chol-hwan ha oggi trentadue anni e, sotto la minaccia di un secondo internamento dopo anni di libertà vigilata, è fuggito nella Corea del Sud e vive a Seul.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241
Direttore responsabile
Emanuele Boffi