Sogno di una notte di mezzo autunno in una Roma giubilare. Ciampi si dimette improvvisamente da presidente della Repubblica per sottrarsi alla pratica, che gli potrebbe prima o poi arrivare sulla scrivania, della grazia a Bettino Craxi. A ispirarlo è il Cossiga del 1992, che lasciò il Quirinale con un anticipo sia pure minore per evitare di fare tornare a Palazzo Chigi un Craxi ormai nel mirino della Procura di Milano. Violante non può sottrarsi, dopo le dimissioni di Ciampi, all’obbligo costituzionale di convocare in seduta congiunta le Camere, che a maggioranza ristretta, trasversale fra Polo e Ulivo, eleggono a capo dello Stato il pluriassolto Andreotti. Il quale trasforma in pillole di viagra politico le sentenze che lo hanno scagionato a Perugia dall’accusa di avere nientemeno ordinato il delitto Pecorelli e a Palermo da quella di essere stato una specie di braccio destro della mafia. Da sospetto suggeritore dei processi andreottiani Violante diventa, per generosa scelta del nuovo capo dello Stato, senatore a vita. Cossiga invece viene nominato presidente del Consiglio, con l’incarico esplicito di promuovere finalmente, con o senza l’aiuto di una commissione di storici, una vera pacificazione nazionale. Ma Cossiga subappalta l’incarico all’amico senatore Alessandro Meluzzi, ritenendo forse non a torto la pacificazione nazionale opera più da psichiatra che da politico.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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