Si chiamano “social network” e stanno diventando il nuovo eldorado per gruppi tv e media company internazionali. Il pioniere è stato Rupert Murdoch con Myspace.com, community on line dove teenager americani scambiano video, canzoni e opinioni, comprata nel 2005 per 580 milioni di dollari e diventata nel giro di un anno un colosso con 80 milioni di iscritti e, a detta del manager australiano, il business più promettente della sua News Corporation. L’acquisto ha già fruttato alla società di Murdoch 900 milioni di dollari grazie al contratto con Google, che aggiungerà nei prossimi tre anni i suoi link pubblicitari nelle pagine di Myspace. Altri gruppi stanno seguendo l’esempio. La Nbc (Universal) vuole accelerare il suo comparto digitale per aumentare gli introiti entro il 2009 rilanciando iVillage, sito-community femminile comprato l’anno scorso, proprio sul modello di Myspace. Anche la tv satellitare tedesca ProSieben sat1 ha rilevato parte di Myvideo.com, la Sony Pictures Entertainment ha sborsato 65 milioni di dollari per Grouper, azienda web che gestisce video prodotti dagli stessi utenti. E Google, Yahoo e Msn imitano il fenomeno YouTube mettendo on line i video mandati dagli utenti. è la nuova frontiera dell’intrattenimento inaugurata da Murdoch. E, per alcuni, anche il cuore segreto dell’accordo italiano sui nuovi “contenuti” tra Sky e Telecom.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi