
Siria. «Per le donne niente jeans, solo burqa». Il decalogo ultra islamico imposto dai ribelli ad Aleppo
Pubblichiamo una nota diffusa dallo Stato islamico dell’Iraq e del Levante nella parte della città di Aleppo da loro controllata. La comunicazione contiene le regole basate sulla sharia che i cittadini dovranno rispettare nella seconda città più importante della Siria. Tempi.it ha ricevuto la nota da un cristiano di Aleppo, Claude Z.
1) È vietato alle ragazze e alle donne portare i jeans, i pantaloni e i pullover. Sono obbligate a vestire l’abito islamico, il burqa e l’abaya. Anche truccarsi è vietato.
2) È vietato fumare sigarette o il narghilè a partire dal 15 novembre.
3) I barbieri devono chiudere, è vietato tagliare i capelli agli uomini.
4) È vietato esporre nelle vetrine abiti femminili. Solo le donne possono vendere abiti femminili.
5) Le fabbriche di proprietà maschile che producono vestiti femminili o dove lavorano donne devono chiudere.
6) Le pubblicità nei saloni di parrucchieri femminili devono sparire.
7) Tutte le persone che pronunceranno il nome dell'”Esercito islamico dell’Iraq e del Levante” riceveranno 70 frustate.
8) È vietato alle donne consultare ginecologi maschi.
9) È severamente vietato ai giovani uomini di acconciarsi i capelli in modo moderno o inserire qualunque cosa nei capelli.
10) È vietato ai giovani portare i blue-jeans.
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4 commenti
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I musulmani sono più stupidi di quanto pensavo. Prima chiedono la shariah, poi quando la sperimentano sulla loro pelle scoprono che non gli piace, allora buttano giù il dittatore di turno chiedendo nuovamente la shariah. Sono convinti che con la shariah diverranno automaticamente felici, cosa che, con le leggi scritte in essa non accadrà MAI!
Tutto come da copione, ma i paesi occidentali continuano a foraggiare i “guerriglieri”