Siria. A un mese dal rapimento, ancora nessuna notizia dei due vescovi ortodossi

Di Leone Grotti
23 Maggio 2013
Un mese fa venivano rapiti due vescovi ortodossi in Siria. Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo: «Pregate per la loro liberazione»

È passato un mese da quando monsignor Youhanna Ibrahim e monsignor Boulos Yaziji, vescovi ortodossi, sono stati rapiti in Siria vicino ad Aleppo in una zona controllata dai ribelli. E ancora non ci sono notizie su dove si trovino e quando potranno essere liberati.

«PREGATE PER LORO». «Pregate per la loro liberazione – dichiara Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo ad AsiaNews – Ciò che più addolora e rattrista la popolazione è la totale assenza di notizie sulla condizione dei due vescovi e su dove siano prigionieri». I cristiani, conferma monsignor Audo, sono un obiettivo facile per i rapimenti da parte di criminali e estremisti islamici, che con la guerra civile sono del tutto sfuggiti al controllo delle forze dell’ordine, ormai sparite: «Io stesso non posso muovermi liberamente per paura di essere rapito. Dobbiamo pianificare tutti i nostri spostamenti».

CHIESA PERSEGUITATA. L’11 maggio scorso i cristiani della Siria di tutte le Chiese e comunità hanno indetto una giornata di preghiera per «supplicare Dio di concedere misericordia alla Siria e di porre fine alla violenza». Lo scorso 18 maggio, le chiese cristiane di Aleppo, cattoliche e ortodosse, hanno organizzato una giornata di preghiera comune per la Siria. A metà mese i responsabili delle Chiese di Gerusalemme hanno firmato un appello per la liberazione dei due vescovi. Tra di loro, Pierre Melki, vescovo a capo dell’esarcato patriarcale Siro-Cattolico: «Sono sempre le minoranze che vengono attaccate per prime – dichiara all’agenzia Aina – Ogni giorno preghiamo per l’unità dei cristiani, la pace e per la liberazione dei due vescovi. Purtroppo la Chiesa in Siria continua ad essere vittima del caos totale e della guerra».

CRISTIANI MINACCIATI. A spaventarlo è soprattutto il crescente estremismo che attraversa la Siria: «La sicurezza dei cristiani è sempre minacciata. Chi può cerca di scappare. Noi da Gerusalemme possiamo fare poco ma continuiamo a pregare perché dopo due anni si trovi una soluzione alla violenza».

VESCOVI SONO VIVI. I due vescovi ortodossi, rapiti lo scorso 22 aprile, sarebbero ancora vivi secondo quanto dichiarato dal ministero degli Esteri turco, impegnato nella loro liberazione. Non è ancora chiaro chi sia il responsabile del sequestro. Secondo fonti vicine a Hezbollah, sarebbero nelle mani di un gruppo più estremista di al-Qaeda chiamato “I soldati del califfato islamico”.

@LeoneGrotti

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