Non è certo lo sponsor che tutti vorrebbero avere, ma ora è più facile capire perché è fallita. Jim O’Neill, guru di Goldman Sachs, ha affermato di trovare «entusiasmante» l’esito delle elezioni politiche in Italia. Qui secondo l’economista c’è «bisogno di cambiare qualcosa di importante» e «il particolare fascino di massa del Movimento 5 Stelle potrebbe essere il segnale dell’inizio di qualcosa di nuovo».
SÌ ALLA FIDUCIA. Mentre Beppe Grillo incassa i complimenti del simbolo mondiale della crisi economica, in un’intervista al settimanale tedesco Focus afferma che «Se Bersani e Berlusconi proponessero l’immediata modifica della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali e la durata massima di due legislature per ogni parlamentare, sosterremmo ovviamente subito un governo del genere», anche se in caso di alleanza tra Pd e Pdl non ci sarebbe bisogno dell’appoggio dei grillini in termini numerici.
NO ALLA FIDUCIA. A breve giro di posta, sul blog, arriva la smentita: «Per quanto mi riguarda, lo ripeto per l’ultima volta, il M5S non darà la fiducia a nessun governo (tanto meno a un governo Pd-Pdl), ma voterà legge per legge in accordo con il suo programma». L’ennesima conferma del fatto che è inutile tentare un accordo politico con Grillo e Casaleggio, come Bersani sembra volere fare, perché il M5S non è un partito ma una setta.