Sanitopoli Abruzzo, Del Turco: «Nessuna tangente»

Di Chiara Rizzo
01 Febbraio 2013
Nel processo in corso a Pescara, per la prima volta è stato interrogato l'ex governatore che ha smontato le accuse mossegli dall'imprenditore della sanità privata Angelini

Udienza scoppiettante, l’ultima del processo Sanitopoli Abruzzo a Pescara, che vede tra gli imputati l’ex governatore Ottaviano Del Turco. A cinque anni dall’arresto per associazioni a delinquere e concussione (per presunte tangenti da 5,5 milioni di euro, tuttavia mai rintracciate dagli investigatori), per la prima volta in aula, Del Turco è stato interrogato dal pm Giampiero Di Florio, e ha potuto difendersi (dall’inizio del processo nel 2011, Del Turco aveva fatto dichiarazioni spontanee solo una volta, per pochi minuti). Il teste principale su cui si basa il processo è l’imprenditore della sanità privata Vincenzo Angelini: fu dopo le sue dichiarazioni che scattò l’arresto di Del Turco nel 2008, ma intanto Angelini è finito sotto processo a Chieti per bancarotta fraudolenta (220 milioni di euro), e lo scorso novembre è stato rinviato a giudizio in un altro processo per sequestro di persona, estorsione aggravata e lesioni personali aggravate a un ex dipendente.

LE FOTO TAROCCATE. Nel lungo esame del pm, Del Turco ha parlato delle foto di un presunto incontro tra lui e Angelini, in casa dell’ex governatore a Collelongo, consegnate ai pm da Angelini: documenterebbero, secondo il teste d’accusa, il momento in cui Angelini diede, il 2 novembre 2007, un sacchetto di soldi al politico per riceverne in cambio uno pieno di frutta secca (noci). «Angelini è venuto a casa mia a Collelongo, credo per quattro volte, fissando un appuntamento e ogni volta precisando la ragione. L’ossessione di Angelini era la paura dell’arresto (all’epoca l’imprenditore era già indagato dalla Guardia di Finanza per gli affari sospetti delle sue cliniche, ndr), e in due degli incontri mi chiese se, dato che ero stato ministro delle Finanze, avessi potuto “ammorbidire” la guardia di finanza. Ovviamente non feci nulla» ha ricordato Del Turco, aggiungendo che in uno degli altri incontri il re delle cliniche private gli avrebbe consegnato un invito al matrimonio della figlia, pregandolo anche di non andare.
Quindi ha parlato delle foto: «Il 2 novembre 2007 è certo non c’è stato alcun incontro con Angelini, e non solo in quella data. Non c’è mai stata nessuna busta portata a Collelongo, e non ho mai sentito il bisogno di ripagare Angelini con una busta di frutta, me ne vergognerei anche. Non mi sono riconosciuto mai nel fotogramma degli scatti a Collelongo. Non c’è bisogno di essere agronomi anche per sapere che a novembre non possono esserci le noci con il mallo come ha sostenuto Angelini».
Nel luglio 2011, una perizia della difesa ha dimostrato che le foto sarebbero false: risalirebbero ad una circostanza completamente diversa (un anno e mezzo prima) e sarebbero state in seguito “manipolate” con una macchina fotografica con data modificata, per supportare le parole di Angelini. La perizia esprime anche forti dubbi sull’identità delle persone riprese (non ci sarebbe nemmeno Angelini), comunque non ben riconoscibili. «Io ho visto solo delle sagome» ha ammesso in aula il presidente del tribubale Carmelo De Santis.

NESSUNA TANGENTE. «Non c’è stata nessuna tangente» ha ripetuto in aula Del Turco. Questa dichiarazione è stata confermata lo scorso 25 ottobre da Maurizio Favia, ex comandante della Finanza che condusse le indagini su Sanitopoli Abruzzo: «Per l’ex presidente Del Turco non abbiamo trovato versamenti in contanti» ha detto.
Del Turco nell’udienza ha inoltre spiegato al pm i fatti strani avvenuti prima del suo insediamento alla presidenza dell’Abruzzo: «La regione era diventata il bancomat delle cliniche private» ha ricordato, riferendosi ai debiti da 1 miliardo e 400 milioni di euro trovati nel 2005 dalla sua giunta. Ha dunque spiegato i tagli adottati per far rientrare la spesa, proprio alle cliniche private. Proprio un anno fa nel corso delle udienze le parole di Del Turco sono state confermate da un rapporto tecnico dell’Agenzia sanitaria abruzzese, su dati dell’Istat e del ministero della Salute. Conferma analoga dei tagli alla sanità privata, e in particolare alle cliniche di Angelini, operati da Del Turco sono arrivati anche da un rapporto dei Nas dei carabinieri, che nel 2010 ha ricostruito le truffe messe in atto da Angelini.
«Angelini era definito “il vitello grasso” della passata gestione della Sanità abruzzese. La sua era la clinica che aveva realizzato il più alto numero di ricoveri impropri. Il 15 luglio 2008, il giorno dopo il mio arresto, avremmo dovuto firmare una delibera di giunta che avrebbe “ammazzato” quel tipo di sanità, decidendo i nuovi prezzi per i ricoveri» ha ricordato in aula Del Turco, parlando anche di altri esponenti della sanità privata che avrebbero preferito ai tagli per tutti, solo quelli ad Angelini, un “vitello grasso” appunto che chiedevano di sacrificare.

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