Una profana alla corte di Madonna. Trent’anni appena compiuti e la voglia di vedere una grande artista internazionale sul palco di San Siro. L’attesa è molta, lo Stadio Meazza è gremito, nonostante non appaia in versione sold-out. Il tempo è clemente e dal terzo anello rosso il colpo d’occhio è ragguardevole: il palco dell’MDNA tour troneggia di fronte agli occhi degli spettatori, mentre il dj Martin Solveig intrattiene la massa festante. Migliaia di cappellini colorati, magliette vintage e fan che per un giorno si travestono da Lady Ciccone, ce n’è davvero per tutti i gusti. Manca solo lei, che il pubblico attende con ansia. Si fischia, si rumoreggia e ci sia annoia tutti insieme, sono tantissimi i fan in piedi da ore. Finalmente alle 21.50 le campane iniziano a suonare e lo show può avere inizio. Lo sfondo è un’immensa cattedrale, davanti alla quale i ballerini travestiti da monaci spingono un enorme incensario. Sacro e profano si mischiano come di consuetudine e sul palco arriva la regina, stretta in un completo nero che rende giustizia al suo fisico da bellissima 54enne.
Si parte con uno dei singoli del suo ultimo album MDNA, Girl Gone Wild. Da qui in poi lo show è puro spettacolo per gli occhi: Madonna Louise Veronica Ciccone salta e balla come se avesse ancora vent’anni, si cambia d’abito almeno otto volte e i suoi ballerini sprizzano energia da tutti i pori. La scenografia è impressionante, si passa dall’interno di una cattedrale alla stanza di un hotel, mentre una decina di cubi si alzano, si muovono e si spostano cambiando in continuazione l’aspetto del palco. Arriva anche il momento per sferrare qualche colpo all’eterna rivale Lady Gaga: sulle note della sua Express Yourself, vestita da majorette Lady Ciccone canta qualche strofa di Born This Way e il mash up è costruito ad arte tanto da far sembrare le due canzoni identiche e mentre la cantante ripete sul palco She’s not Me, She not Me, si lascia andare a un gestaccio che rivela tutto ciò che pensa di Miss Germanotta.
Poche le canzoni eseguite interamente, Madonna chiede il sostegno del pubblico, che all’inizio appare un po’ ingessato ma poi si lascia andare. Lo show è votato decisamente più alla vista che all’ascolto, Mad stona in più di un’occasione ma non sbaglia una coreografia e scatena i fan quando ringrazia il pubblico in italiano e dice di amare Milano. Il suo video contestatissimo sulle note di Nobody Knows me mostra il Papa subito dopo Hitler, ma ci sono anche Obama e Marine Le Pen, che aveva inveito contro la cantante. Ma la provocazione lascia subito spazio a un momento – a dir la verità durato troppo – in cui il ritmo da disco dance lascia spazio alla melodia e Like a Virgin è completamente trasformata. Solo con Like a Prayer e Celebration il pubblico si lascia davvero andare e San Siro diventa un’enorme discoteca dal sapore vintage. Non c’è spazio per nessun bis e nessun fuori programma, dopo quasi due ore di concerto è arrivato il momento di andare a casa. La sensazione è che nessuno sia in grado di mettere in piedi un carrozzone come quello di Madonna, con un dispiego di mezzi e di persone davvero impressionante, che non sembra risentire del tempo che passa. L’unica nota stonata è proprio l’ultimo album, lontano anni luce dalla potenza dei primi dischi e anche il pubblico di affezionati ha dimostrato scarso entusiasmo. Ma è un dettaglio, tutto il resto è già storia.