Roma, caso Raggi-Muraro. Il problema non è l’onestà, il problema è che sono grillini

Di Redazione
06 Settembre 2016
L'editoriale di Travaglio e il cortocircuito interno al M5S sono l'ennesima dimostrazione che chi nasce dal risentimento, del risentimento sarà vittima
L'ass. Paola Muraro il Sindaco di Roma Virginia Raggi ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Alzi la mano chi è sorpreso dal bailamme romano. Noi, no. Al massimo siamo stati spiazzati dalla rapidità con cui la giunta Raggi è implosa, ma che questo fosse inevitabile non ci sorprende. È il Movimento Cinque Stelle a essere una contraddizione in termini: se sei un “non partito” con dei “non politici” che rivendicano di poter amministrare in nome di una “non competenza” ma solo grazie a trasparenza (presunta) e streaming, dove vuoi andare? Certo, finché sei all’opposizione e in campagna elettorale puoi sfruttare il malcontento e costruire un consenso, ma poi, quando si tratta di fare, il testacoda è inevitabile.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]VITTIME DEL RISENTIMENTO. Provate a leggere le cronache sul caso Raggi-Muraro. Cosa si capisce? Poco. Però si capisce bene, come ha notato nei giorni scorsi Giorgia Meloni, che il M5S agisce come i peggiori partiti con l’aggravante di non essere un partito. Di fronte all’iscrizione dell’assessore Paola Muraro nel registro degli indagati, la questione nel Movimento non è tanto sul merito (cosa ha fatto? è grave? ci sono prove solide di un malaffare?), ma è su chi sapeva, quando, perché non l’ha detto? Quindi è tutto un ginepraio di email spedite, sussurri, mezze verità dette nei corridoi, eccetera. La trasparenza diventa qui il sapone con cui insaponare la corda dell’impiccato. Ed è un cortocircuito da cui non si esce, non solo perché il garantismo da quelle parti è una parolaccia, ma pure per una questione – ci verrebbe da dire – che riguarda la natura stessa del movimento. Se nasci dal risentimento, del risentimento sarai vittima.

TRAVAGLIO IN TILT. A proposito di cortocircuiti. Leggere Marco Travaglio oggi è uno spasso. L’editoriale del Fatto è un maldestro tentativo di arrampicata su specchi scivolosi. Il direttore del giornale che pubblicò le manette in prima pagina si scopre cautamente garantista. Sia chiaro, secondo Travaglio, Muraro si deve dimettere perché non ha detto la verità ai giornali, negando di sapere di essere iscritta nel registro degli indagati. Ma per il resto, «poiché i fatti addebitati sono tuttora ignoti», siccome «in questi due mesi ha lavorato bene e ha ripulito Roma», poiché «da quel che si legge sui giornali non ci sono motivi sufficienti», allora non avrebbe dovuto dimettersi. Che bello, applausi.

E POI C’È LA REALTA’. L’analisi più lucida sulla vicenda l’ha scritta oggi il politologo Giovanni Orsina sulla Stampa. Il M5S si fonda su principi nati per soddisfare l’indignazione, «e la soddisfano, ma non giovano a governare». Anche perché i quattro assiomi su cui si fonda in “non partito” funzionano nella teoria, ma non nella realtà. Uno: i grillini nascono contro le «oligarchie», ma poi oggi, come si vede, loro stessi hanno creato un’oligarchia «ancora più oscura e meno regolamentata». Due: dicono che le competenze non servono, ma poi, come accaduto, Raggi s’è presto accorta che per governare un garbuglio incancrenito come Roma, «s’è dovuta rivolgere a chi competenze legali, amministrative e contabili le ha». Tre: chi amministra deve farlo per civismo, ve pagato poco. «Roba da libro Cuore», scrive Orsina, e infatti «Raggi ha allargato i cordoni della borsa». Quattro: occorre essere onesti oltre ogni ragionevole dubbio. Il problema è che l’amministrazione pubblica del nostro paese è una così complessa «ragnatela di norme mal scritte e contraddittorie» che è da illusi pensare che «si possa sfuggire a lungo dalla magistratura». E infatti, Raggi s’è rivolta a persone competenti come Muraro e «le ha pagate e ha tollerato che fossero indagate. Con buona pace dei principi non negoziabili del Movimento».

Foto Ansa

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6 commenti

  1. mamifacciailpiacere

    Solo una cosa semi-divertente, guardare l’espressione della muraro in foto: come dicesse ” Embè ? Perchè voi siete svizzeri ?”. Mi scuso con tutti gli svizzeri. Cordialità

  2. Sebastiano

    “…martellamento accanito sulla Raggi…”

    Più o meno quello che lei stessa fece a suo tempo (ci sono i video a dimostrarlo) contro Pizzarotti, reo di aver nascosto di essere indagato. Allora ne chiese a gran voce la sospensione immediata (e il Pizzarotti è inspiegabilmente nel limbo da un bel po’ di mesetti).
    A lei che oggi si scopre garantista (assieme a Di Maio e a Manetta-Travaglio) bisognerebbe ricordare che se sostieni una volta (lanciando il sasso) che essere indagati è già indice di colpevolezza, dopo quando tocca a te non puoi invocare di “andare prima a vedere le carte” (nascondendo la manina).
    E che dire del Direttorio? Neanche in piena partitocrazia c’era un simile minculpop.

    Chi di spada ferisce…

    1. Sebastiano

      L’ho trovato:
      “Prima delle feste Luigi Di Maio diceva: «Non sono a favore della presunzione d’innocenza per i politici. Se uno è indagato, deve lasciare, lo chiedono gli elettori».

      Leggi di Più: Quarto. Nel M5S ci si dimette se lo dicono quei 2 | Tempi.it
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      Se ne ricorderà il “direttore” ora che il tempo volge al brutto? O le regole sono a scadenza “stagionale”?

      1. Eremita

        Niente di nuovo sul fronte occidentale (non a caso il lettore-archeologo di cui sopra cita il minculpop): la doppia morale non è mai passata di moda dai tempi della pagliuzza e della trave.

  3. maboba

    Magari tutto giusto quello che dite e ai M5S ben gli stà. Tuttavia questo martellamento accanito sulla Raggi partito appena subito dopo le elezioni, soprattutto da parte del PD e della stampa amica (quasi tutta) che ha le principali responsabilità, politiche e soprattutto morali, della distruzione di Roma e anche altro (vedi MPS) a me sinceramente mi dà il voltastomaco. Mi pare di essere ritornati al ’94.

    1. Mamifacciailpiacere

      …se lei intende 1794 sono d’accordo. Cordialmente

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