La perfezione dell’intrigo congegnato da Alberto Raffaelli in suo “Delitto al Caffè Pedrocchi” è seconda solo a quella con cui l’autore orienta al mistero ciascun destino indagato dal suo “Maigret di Valdobbiadene”

Contenuto riservato agli abbonati di Tempi. Per accedere alla pagina è necessario abbonarsi.
Sei già abbonato? Clicca sul pulsante “Accedi” in cima a questa pagina, inserisci le tue credenziali (indirizzo email e password) e continua a leggere.