“Il federalismo municipale, nonostante il pareggio dei voti in commissione bicamerale, è stato approvato via decreto tra gli applausi del Cdm; e la Camera ha votato per la restituzione ai pm degli atti sul caso Ruby. La maggioranza ha guadagnato un voto in più, rispetto ai 314 ottenuti a dicembre sulla mozione di sfiducia al governo e poi confermati sulla mozione di sfiducia al ministro della Cultura Sandro Bondi. «Il governo tiene e la maggioranza va avanti», ha detto Umberto Bossi. Ma fino a tarda sera è rimasta viva un’incognita: il Quirinale, cui spetta l’emanazione del decreto” (Foglio, p. 1).
Umberto Bossi si aspettava un’approvazione più ampia del federalismo, misura che vorrebbe appoggiata da una larga maggioranza. “Ieri il leader padano, che fino all’ultimo ha perorato la causa del federalismo in Bicamerale spingendosi anche all’interno dello studio del presidente della Camera, ieri sera ha preso atto di un voto «politico e non tecnico» da parte delle opposizioni in Parlamento. Un «no» tattico, di Pd e Terzo polo, rivendicato sia in privato da Fini («il problema è Berlusconi», avrebbe detto a Bossi) sia in pubblico da Pier Luigi Bersani: «Se Berlusconi fa un passo indietro si creano le condizioni per discutere sul federalismo»” (Foglio, p. 1).
Le opposizioni hanno votato contro nonostante le concessioni fatte da Pdl e Lega alle richieste di Mario Baldassarri (Fli) e nonostante l’Anci, l’Associazione dei Comuni, avesse dato parere favorevole all’ultima versione del testo. “Il punto è che le opposizioni non distinguono più tra conflitto politico e regolare funzionamento delle istituzioni. Pur di far fuori Berlusconi, con ogni mezzo possibile, adottano una tattica di ostruzionismo in forte contrasto con l’interesse generale” (Foglio, p. 3).
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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