La radio, la Cenerentola dei media, ha trovato i soldi per una bella campagna in onda in questi giorni. Dopo aver cambiato completamente immagine, la nuova Radio Rai cambia “posizionamento” e si fa in tre: ogni rete una promessa, un nuovo marchio e un’infinità di programmi.
Radio Uno per esempio non è più solo informazione, ma anche musica, sport e viaggi nella multimedialità. Lo dice bene la campagna stampa, articolata in due soggetti: un uomo che spunta dall’interno di un sassofono, e da una scarpa da calcio. “Pensavo che Radio Uno facesse solo informazione”: titolo semplice semplice, fondo bianco, visual impattante, com’è nello stile della casa Armando Testa, che firma la creatività.
Tre girasoli, ognuno con un altoparlante al centro. Una bevanda in lattina con un altoparlante in testa. Ecco invece i soggetti di Radio Due, che si rivolge direttamente ai giovani e al loro mondo fatto di musica, di trasgressioni e di nuovi linguaggi. Ma anche di allegria e di freschezza. “Radio Due, cambia i tuoi programmi”: una promessa e un invito. Vedremo se il target lo accoglierà.
Ma il titolo più bello di questa campagna per Radio Rai è quello per la terza rete: “La cultura suona così”. Peccato che non abbia avuto la giusta enfasi, relegato com’è nel ruolo di pay-off.
Ma la radio della cultura, dei grandi eventi musicali in diretta, della musica classica, continua a crescere come audience anche presso un pubblico giovane: quel pubblico che i pubblicitari vogliono sempre e solo in discoteca dimostra in realtà una grande passione per la bellezza (+7.2% novembre/dicembre 1999). E se la radio nazionale si potesse ricevere meglio ovunque, sarebbe il segnale più concreto di cambiamento.