Prima di aprire i quartieri a luci rosse a Roma, Marino dovrebbe informarsi su come (non) stanno funzionando in Olanda

Di Giuliano Guzzo
26 Maggio 2014
Il sindaco della Capitale vuole una «zonizzazione» della prostituzione. Ma quali sono i risultati ad Amsterdam? Osservazioni e numeri

Tratto dal blog di Giuliano Guzzo Ha senso seguire gli altri proprio laddove sbagliano? Per il Comune di Roma, evidentemente, sì. Si spiega solo così, con una buona ed ingenua dose di esterofilia e con l’incapacità di guardare in faccia la realtà – e non certo col realismo –, la scelta da parte dell’Amministrazione comunale della Capitale di procedere con una «zonizzazione» della prostituzione che possa portare, non appena la legge lo permettesse, alla creazione di veri e propri «quartieri a luci rosse» sul modello di quello olandese. Che però – questo è il punto – è un modello fallimentare e fallito; e non perché lo pensi o lo dica qualcuno invidioso dell’Olanda, ma perché sono loro stessi, da quelle parti, ad ammetterlo sulla base dell’esperienza maturata.

Nel 2007 – anni dopo la rimozione del divieto sulle “case chiuse”, datata 1° ottobre 2000 – il Ministero della Giustizia olandese ha infatti commissionato un report, noto come studio “Daalder”, per fotografare la situazione. Ebbene, dalle sessanta pagine del report sono emersi quattro punti non esattamente positivi, che riportiamo testualmente: 1) nessun «miglioramento significativo delle condizioni delle persone che si prostituiscono»; 2) «Il benessere delle donne che esercitano la prostituzione è peggiorato rispetto al 2001 in tutti gli aspetti considerati»; 3) «È aumentato l’uso di sedativi»; 4) Le richieste di uscita da questo settore sono state numerose eppure solo il 6% dei comuni, di fatto, offre l’assistenza necessaria.

Si è così confermato quanto emerso già l’anno prima, il 2006, da un rapporto della polizia che rilevò numerosi episodi di prostituzione forzata riportando come nel famigerato quartiere a luci rosse di Amsterdam tantissime donne venissero sfruttate dalla criminalità organizzata. Come se non bastasse, qualche anno più tardi, nel 2010, il RIEC Noord-Holland, un organo governativo deputato alla prevenzione del crimine, ha pubblicato una ricerca dalla quale è emerso un dato che contrasta pienamente l’idea – diffusissima ma assai ingenua – secondo cui la regolarizzazione di un fenomeno ne comporta la scomparsa del lato clandestino: appena il 17% degli annunci di prostituzione pubblicati sui giornali e su internet riguardano bordelli legali.

Una percentuale corrispondente alla stima secondo cui circa l’80% delle prostitute, in terra olandese, svolge la professione illegalmente pur potendo regolarizzarsi mettendosi in proprio o prestando servizio presso uno dei citati bordelli legali. Che però, a quanto pare, non sono affatto la maggioranza, anzi. Morale: i famigerati quartieri a luci rosse, anziché superare l’ipocrisia, l’hanno alimentata facendo pensare risolto un problema – quello dello sfruttamento della prostituzione – non solo non risolto, ma addirittura peggiorato. E ora quei cervelloni del Comune di Roma, quindici anni dopo l’inizio dell’esperimento olandese che ha condotto agli esiti ricordati, si svegliano convinti d’aver trovato una soluzione che, in realtà, è a sua volta un problema. Che qualcuno apra loro gli occhi, prima che sia troppo tardi.

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39 commenti

  1. Mirko

    Il fatto che molte si prostituiscano illegalmente non sta a significare che siano sfruttate. I due fenomeni pur se correlati vanno analizzati separatamente direi; non è che molte preferiscono l’illegalità semplicemente perchè non ritengono conveniente fare diversamente? Ad esempio per le tasse.

  2. assunta

    Lo sfruttamento della prostituzione e’ un fenomeno conseguente al dienigo di esercitare l’attivita’ in forma legale e protetta .
    Ne e’ prova la circostanza che nei paesi europei in cui la prostituzione e’legalizzata , la criminalita’ organizzata non opera in questo settore .

    1. Giannino Stoppani

      Al di là della questione contingente sulla quale confesso la mia totale incompetenza, fa sorridere la considerazione, fatta col solito tono sussiegoso di chi la sa lunga, che essendo miseramente fallito il tentativo di regolamentare una cosa si debba conseguentemente deregolamentarla e non pensarci più.
      Come dire: visto che non ci possiamo permettere la Ferrari, tanto vale andare a piedi.

    2. Giu

      Cioè come a dire non ho letto l’articolo ma devo dire la mia…

  3. assunta

    Ammettere il fallimento delle politiche di contenimento della prostituzione a circa 60 anni dalla legge Merlin ,riconoscendo il degrado delle nostre perifrie e’ un atto di serieta’ , a cui una mente lucida e onesta non dovrebbe sottrarsi .
    Non e’ piu’ possibile ,infatti,proseguire in un attegiamento di chiusura ,respingendo ogni possibilita’ di intervento in una questione che in ultima analisi attiene alla sfera intima,personale di una donna e alla liberta’ di una persona di disporre del proprio corpo

    1. tiglat

      Adesso le organizzazioni criminali che sfruttano le immigrate e i criminali che ci vanno a letto sarebbero libertà di disporre del proprio corpo?

  4. Alessandro92

    Nessuno tocca il nocciolo della questione? Allora provo a farlo io. Il dibattito sulla legalizzazione della prostituzione dipende non tanto dalla “morale” ma da come una societa concepisce il sesso.
    Il problema è che se si parte da certi presupposti non si può che arrivare a certe conclusioni in un dibattito basato sulla logica. Se quindi si considera il sesso un mero divertimento e si dimentica il fine procreativo dello stesso non si può che arrivare a legalizzarne la compravendita come è legale un massaggio alla schiena o uno spettacolo al circo. Se invece si pensa al rapporto sessuale come atto strumentale non solo al piacere ma anche a concepire un figlio ecco che diventa impossibile legalizzarne il commercio.
    Impostate il dibattito su questa opposizione tra valori diversi

    1. yoyo

      Ecco, hai preso proprio il punto.

  5. Roberto

    Questo articolo è stato manipolato in modo da far sembrare il problema prostituzione olandese una cosa allarmante. Non fa cenno alla prostituzione in Germania e pretende di fare il paragone con la situazione a Roma.
    Probabilmente non è noto al giornalista che la prostituzione a Roma avviene di giorno e di notte nelle strade della città sotto gli occhi di tutti in un degrado assoluto.
    Inoltre essendo una “professione” che costituzionalmente non viene punita è da ritenersi comunque illegale, poichè non è fiscalizzata.
    Lasciare la situazione in questo stato significa nascondere la testa sotto la sabbia e consentire alle organizzazioni criminali di contendersi intere porzioni di territorio e spartirsi un fiume di denaro nero che impoverisce questo stato ogni giorno di più.
    Va detto tuttavia che la proposta del sindaco è campata in aria perchè finchè il governo non deciderà di abolire la legge Merlin e stabilire una fiscalizzazione di questo tipo di professione ogni singolo tentativo di regolamentare la cosa da parte del comune è un favoreggiamento a tutti gli effetti.

    1. tiglat

      Si parla di Olanda perché la tutto ciò è legale. Non sembra che la morale ed il decoro urbano ne abbiano ricevuto benefici.

  6. Galcian79

    Mi pare ovvio che fintanto si continuerà a punire i clienti con multe miti, il problema rimarrà sempre lo stesso. Se si introducesse il carcere invece qualche risultato lo si otterrebbe. Ma questo si può fare solo se si offre la possibilità di un’alternativa legale al fenomeno.
    Invece ho il vago sospetto che ai cattolici di Tempi in realtà non importi nulla della criminalità organizzata, tantomeno delle condizioni di chi si prostituisce, ma che la loro sia la solita campagna bigotta contro le libertà sessuali.

    1. Galcian79

      Poi aggiungo una cosa.
      Nell’articolo si afferma che oltre l’80% delle prostitute olandesi svolge il mestiere illegalmente, ma non si fa alcun accenno alla loro età. Si potrebbe quindi ipotizzare che in quella statistica vengano prese in considerazione anche le minorenni. Un bel modo disonesto di riportare i dati!

    2. Cisco

      @Galcian

      Quella contro le libertà sessuali non è una campagna bigotta, bensì una campagna a favore dell’autentica libertà, che è quella di non sfruttare gli altri e di non esserne sfruttati.

  7. Antonio

    tutte le volte che ho proposto a chi è favorevole alla legalizzazione della prostituzione di mandare le proprie compagne,mogli,figlie,madri,sorelle a svolgere il nobile “mestiere” pagando le tasse, ho ricevuto risposte evasive, disarticolate o spesso insulti vari. Ma se pagano le tasse, per loro non c’è altro problema… perchè no? Coerenza, questa sconosciuta.

    1. leo aletti

      A parte le battute, i più seri che vedo per il loro impegno sono quelli dl Rimini di don Benzi. Vorrei che venisse più conosciuta e diffusa la loro esperienza.

    2. Galcian79

      Le assicuro che non mi farei alcun problema se il mio compagno si prostituisse. Anzi ne sarei lieto, visto quello che si guadagna in confronto allo stipendio medio di un operaio, quest’ultimo sì vero schiavo sfruttato.
      E comunque non ce lo manderei come dice lei signor Antonio (il brutto vizio di pensare di poter disporre del corpo della donna come vi pare e piace a voi cattolici non passa mai?), ci andrebbe lui di sua spontanea volontà.

      1. tiglat

        Il possesso del corpo femminile lascialo al bigottismo protestante e al moralismo borghese.

      2. Lela

        Il possesso del corpo femminile lascialo a chi pensa che la prostituzione sia giusta buona e sana. Perché è affittare il corpo di una donna per masturbarcisi dentro. Punto.

        1. tiglat

          Lela, intendevo rispondere ad una immagine stereotipata del cattolicesimo.

      3. To_Ni

        @Galacian79
        Ma infatti sei talmente terra terra da considerare un lavoro onesto al pari della prostituzione riuscendo a vedere solo l’aspetto economico e non avendo la benché minima cognizione della dignità. Evidentemente sei talmente appiattito che non hai la minima sensibilità di cosa significa disporre di un corpo di un’altra persona a pagamento, ed onestamente dato che è inutile , non mi cimento a spiegartelo.
        In ogni caso costituisci un “capolavoro” perché dopo questa summa di Galacianpensiero che hai dato , culminato con la disponibilità a vedere il tuo compagno a prostituirsi (ma perché non lo fai pure tu dato che è così sano?) diventi illuminate della qualità che puoi avere tu quando intervieni per parlare di matrimonio, divorzi, adozioni ai gay. Credo che rappresenti un vero modello di quello che certi paladini che rivendicano diritti “sono” nella realtà. Sono solo più furbi di te e che non lo dicono apertamente.

    3. cachorroquente

      Evidentemente non frequenti persone in grado di risponderti in maniera articolata, ad esempio commentando il fatto che tu ritenga, evidentemente, ‘compagne, mogli, figlie ecc.’ a disposizione del pater familias.

  8. jens

    Mettiamola così. Perché non sfruttare a vantaggio dei contribuenti il mestiere più antico del mondo? A me sta bene tutto, purché la gente lì paghi le tasse. A quel punto se i controlli fiscali funzionano correttamente, direi che nel giro di 4-5 anni riduciamo il debito pubblico da 2070 miliardi a 300 miliardi di euro.

    1. Laura

      L’educazione inizia dalla prima età.
      Perché invece di insegnare ai ragazzini a masturbarsi (sai se c’è bisogno d’insegnarlo), a cambiar sesso e a dibattere su altre amenità del genere, non si affronta il problema dello sfruttamento, dell’emarginazione, della solitudine, della grande dignità della persona in generale e della donna in particolare.
      Certo ci vogliono insegnanti capaci di farlo e per essere capaci non servono corsi di formazione, bisogna solo crederci.

    2. Cisco

      Jens, se ne fai una questione di soldi allora perché non importare coca dalla Colombia? Direi che così nel giro di 4-5 anni il debito lo riduciamo a zero!

    3. Antonio

      è questo il messaggio più squallido e becero che passa. Basta pagarci su le tasse e…che problema c’è?

      1. Galcian79

        La prostituzione non si regolamenta per incrementare gli introiti dell’erario o per combattere lo sfruttamento. Si regolamenta perchè è giusta, buona, sana. Ha un immenso valore di utilità sociale ed è un diritto fondamentale dell’uomo, come il diritto alla sessualità.

        1. tiglat

          Esagerato….la libido incanalata sarebbe senza dubbio una fonte di introiti per le casse comunali. Ma io un po mi vergognerei a toccare quei soldi.

        2. To_Ni

          @ Galcian79
          Frequenti spesso? Ne hai trovato giovamento? Sei diventato più intelligente e saggio dopo queste prestazioni a pagamento. Hai familiari mestieranti che si sentono benefattrici/benefattori dell’umanità?
          Dato che ritorni spesso sull’argomento con tanta decisione avrai una certa esperienza …intendo da acquirente o venditore, altrimenti non si capisce tale tua determinazione.

  9. Cisco

    L’unico modo è educare i puttanieri. Oppure pagargli un biglietto di sola andata per Amsterdam.

    1. Cisco Vero

      @Cisco

      Grazie dell’imitazione, ma non ne ho bisogno.

  10. Nino

    Può darsi che Marino abbia torto, ma stiamo forse affermando che non c’è soluzione al problema? Non al problema della prostituzione (finchè ci sarà domanda ci sarà offerta), nè a quello della illegalità (finchè l’illegale comporta maggiori guadagni del legale, cioè sempre) ma almeno agli spettacoli che giornalmente si possono vedere per strada?

    1. Valeria

      C’è soluzione al problema, posto che la si voglia trovare. Un buon inizio sarebbe la tolleranza zero nei confronti dei clienti, con multe salatissime. Si potrebbero anche inasprire le pene per il reato di sfruttamento della prostituzione (soprattutto in caso di sfruttamento di minorenni), aumentare gli agenti che controllano le strade di notte e aumentare i centri e le organizzazioni che si occupano di aiutare le donne che vogliono uscire dallo sfruttamento. Non dico che sia facile, che si possa risolvere in dieci minuti, ma almeno proviamoci invece di arrenderci in partenza e decidere di legalizzare e tassare perché ‘tanto non si può fare altro’. Queste donne meritano di meglio.

      1. Antonio

        Bravissima, ottimo post. La prostituzione non si sconfigge perchè non la si vuole combattere efficacemente. C’è una solra di schifosa connivenza del sistema,alla faccia delle donne pulite ed oneste che spingono la carretta dignitosamente magari per pochi soldi. Buonismi, umanitarismi, diritti di quà e di là. La feccia coinvolta in questo squallido mercato è troppo protetta e coccolata dal garantismo umanitarista. Prendere seriamente a calci nel sederei clienti con multe salatissime recapitate al coniuge e magari pubblicazione del nominativo in una lista pubblica. Controlli frequenti in borghese, sequestro dei “guadagni” (mi fa schifo chiamarli così) delle oneste e nobili operatrici. Rimpatrio immediato se straniere, regolari o meno. Sequestro immediato degli appartamenti ove si svolge il “mestiere” (idem come sopra), assegnati a famiglie realmente bisognose. Carcere duro e per molti anni agli sfruttatori. Se si vuole, si può, altro che impossibile.

      2. cachorroquente

        Questo è il modello svedese (cioè, colpire i clienti, non la criminalizzazione delle prostitute e il populismo da quattro soldi su cui glisso). Pare abbia ottenuto dei successi nel ridurre i numeri della prostituzione, ma c’è anche da dire che ha causato una transumanza di clienti verso la Danimarca e se non ci fosse questa valvola di sfogo chissà come sarebbe andata.

        La verità è che forse a sconfiggere lo sfruttamento della prostituzione ‘da strada’ pare ci stia riuscendo, inaspettatamente, non la legalizzazione olandese nè il proibizionismo svedese, ma internet attraverso cui sempre più donne (e uomini) vendono prestazioni sessuali in condizione di autonomia.

    2. Cisco

      @Nino

      Grazie alle lobby LGBTetc. – e al loro paladino eccellentissimo ducaconte nonché sindaco on. Marino – gli “spettacoli che giornalmente si possono vedere per strada” si potranno finalmente godere direttamente a scuola, anche a quelle al di fuori del “quartiere del peccato”: mi sembra un piccolo passo per le prostitute, e certamente un grande passo per l’umanità…

      1. Geppo

        Intanto coloro i quali hanno votato Marino potrebbero trasferirsi nei luoghi della zonizzazione così da godere pienamente dei benefici derivanti dalla loro lungimirante scelta progressista .

    3. To_Ni

      @ Nino
      Mi è piaciuto il dire “può darsi che ….abbia torto” al tuo campione marino . Il “può darsi cerchiobbottista come il tuo intervento.
      E’ una questione estetica per te? Ti disturbano le donnine ignude? 🙂 Tutto qua?

      Ti preciso (cos’ non ti preoccupi) che la prostituzione non è illegale .
      Ovvero:
      non è vietato, per una prostituta, ricevere i propri clienti nella propria abitazione (la sua casa non è considerata “casa Chiusa”);
      Non è punibile penalmente la persona che eserciti la prostituzione per strada, a meno che:

      1) lo faccia con abiti molto succinti o con pose oscene: in tal caso, commette un oltraggio al pubblico pudore;
      2) inviti i passanti, con parole o gesti, al libertinaggio (multa di 92 euro);
      3) consumi i rapporti sessuali in macchina e in luoghi comunque accessibili al pubblico.

      Noterai che una persona è libera di prostituirsi solo che non può fare quello che non possiamo fare ne io ne tu: (andare nudi per strada per esempio).

      Quello che è illegale è agevolare o favorire la prostituzione o indurre alla prostituzione altre persone. Accompagnare una prostituto in un luogo stabilito, chiuderla in un casa (poca importa se si chiama centro estettico ecc).
      A guardar bene si tende (alla fine sarà il risultato) a trasformare, con certe liberalizzazioni il mestiere di PAPPA in imprenditore.

      Tutto coerente con quello che siete : con il vostro modi di considerare famiglia, figli …essere umani ecc.

  11. francesco taddei

    i casini di roma sono così tali e tanti che piuttosto che risolverli si fanno ste proposte. ma i romani che pensano? nun je ne po’ fregà de meno.

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