La preghiera del mattino

Quanta nostalgia per la politica. Siamo pieni di Alici nel paese dei governi tecnici

Di Lodovico Festa
02 Dicembre 2021
Rassegna ragionata dal web su: l'insofferenza diffusa verso il metodo dell'emergenza, la clausola anti Bolloré nel Trattato del Quirinale, i numeri dei non vaccinati di Ursula von der Leyen e molto altro ancora
Mario Draghi e Sergio Mattarella al Quirinale
Mario Draghi e Sergio Mattarella al Quirinale (foto Ansa)

Su Startmag Enrico Martial fa quasi intendere che nel Trattato Italia-Francia appena firmato ci sia anche una clausola, scattata nel caso Tim, anti un Vincent Bolloré che darebbe fastidio politicamente a Emmanuel Macron.

Su Formiche Luigi Brugnaro, tipico imprenditore veneto pieno di buon senso, spiega che se Mario Draghi è così bravo, perché non tenerselo per sette anni al Quirinale, piuttosto che uno a Palazzo Chigi?

Sul Sussidiario Mario Deaglio dice che il Pnrr «ci consente fisicamente di fare in modo che i tetti delle scuole non crollino, ma questo non è sufficiente: occorre anche decidere cosa insegnare in queste scuole e in che modo». Ecco ben illustrata la differenza tra scelte di emergenza che possono essere fatte da un governo “tecnico” e scelte strategiche che richiedono una visione e dunque un governo politico.

Sempre sul ruolo della politica sul Sussidiario Francesco Scisci citando Calogero Mannino scrive che sul Quirinale «al di là di ogni nome da fare, è la discussione politica sul da farsi che è importante». Rispetto a questo obiettivo ora siamo in realtà un passo indietro: abbiamo bisogno di un “presidente” che ci consenta di riprendere la discussione politica. Dopo tanti “politici” al Quirinale che ci hanno riempito di governi tecnici, forse ci serve “un tecnico” che consenta un governo “politico”.

A proposito, su Huffington Post Italia Maurizio Landini dice: «Spero si apra un vero tavolo di confronto, perché finora ci hanno solo informati delle intese raggiunte nella maggioranza». Il leader della Cgil dovrebbe convincere i suoi amichetti della sinistra della necessità di un ritorno a governi politici che si confrontino sulle prospettive, non solo sugli accordi di emergenza che non possono essere discussi ma solo recitati.

Di nuovo su Huffington Post Italia Maurizio Guandalini scopre che Draghi «corre a licenziare pezzi di riforme, malmostose, indistinte, in ritardo, ancora, rispetto alle necessità di un paese stanco, nervosamente reattivo, ossessionato compulsivamente dalle notizie incerte, vaghe, mai definite sul virus e le sue varianti». Ah! Meravigliose Alici nel Paese delle meraviglie che scoprono che i governi tecnici di emergenza non riescono a fare riforme alle quali serve “la politica”.

Mentre su Affari italiani si riferisce questa frase di Carlo Bonomi (Confindustria): «Il Mef ha abdicato al suo ruolo di indirizzo politico, lasciando otto miliardi sul tavolo ai partiti per decidere come suddividerseli». Ecco un’altra “Alice” che scopre che se tu non ti occupi di politica, quest’ultima non si occupa di te.

La Zuppa di Porro scrive che Monti è convinto di aver usato solo «un termine infelice». Ormai è evidente: l’Italia ha un Super Mario e un SubMario.

Huffington Post Italia cita Ursula von der Leyen che ha detto: «In Ue il 77 per cento di adulti è vaccinato, questo significa che un terzo non lo è». Non so se la citazione sia corretta, se lo è la padronanza della matematica da parte della presidente della Commissione europea è appena appena migliore della sua capacità politica.

Su Huffington Post Italia Andrea Marcucci afferma, a proposito di Draghi e Palazzo Chigi: «Letta lo dica con chiarezza». Il segretario del Pd chiede un campo largo con Berlusconi per battere Salvini & Meloni, e allo stesso tempo propone un campo largo per impedire che Berlusconi vada al Quirinale, trattasi di ossimoro pretendere che possa dire qualcosa con chiarezza.

Dagospia dice che «la decisione di Speranza è stata ribaltata in meno di 24 ore. Un precedente importante: mai la decisione di un ministro era stata buttata al cesso in un modo così rapido e plateale». Insomma Draghi ha perso Speranza. Berlusconi non ha più Fede. Resta solo un po’ di carità per Enrico Letta e Matteo Salvini?

Su Linkiesta Francesco Cundari propone a Matteo Salvini di lanciarsi in una battaglia per il proporzionale. Insomma il leader leghista dovrebbe applicare la tattica di rispondere al pantano attuale con un pantano e mezzo per il futuro.

Su Stati generali un osservatore intelligente come Paolo Natale scrive del disamore crescente degli italiani per l’Unione Europea: «Un’onda di alterità nei confronti dell’establishment italiano ed europeo che sta lentamente allagando diversi ambienti sociali e generazionali e su cui occorrerà riflettere seriamente, cercando di comprendere appieno le loro ragioni». Prima “l’austerità” poi “l’alterità”?

Su Byoblu il giornalista Maurizio Bolognetti dice che «stiamo entrando nell’era delle democrazie reali di stampo sovietico» . Un pensiero sobrio, privo di forzature, ricco di sfumature, criticamente consapevole è sempre particolarmente convincente.

Sul Blog di Beppe Grillo si legge che «i pesticidi sono costosi per i cittadini europei. I costi per la comunità superano i profitti dei loro produttori». Il leader ben amato dei 5 stelle è passato da una retorica da “libretto rosso” a una da rubrica della Settimana enigmistica “Strano ma vero”

First on Line racconta che «Snam sta per annunciare l’acquisizione per 50 milioni di euro del 25 per cento di Emed, società che controlla il gasdotto Ashkalon-Al Arish». Anche questa notizia dimostra che una nazione, se conta sull’Eni, può permettersi persino Luigi Di Maio ministro degli Esteri.

Dagospia ricorda come l’Economist, il settimanale che dava dell'”unfit” a Berlusconi, ha dato a Giorgia Meloni un “green pass” politico. Insomma anche all’estero tra polacchi e repubblicani americani non mancano le sponde alla leader di Fratelli d’Italia. Però se tutto ciò non si trasforma in una vera visione politica per il paese la Meloni rischia, come direbbe Gabriel García Márquez, “cent’anni di solitudine”.

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