«…il problema essenziale continuerà ad essere lo stesso: se una società può vivere in libertà condizionata senza cessare di essere libera e di essere società, per convertirsi in fattoria sotto supervisione totalitaria. Nella società agiata la semplice ansia di sopravvivere conduce le persone e i gruppi a cercare di accordarsi con chi minaccia di distruggerli. Se a Monaco nel 1938 lo tentarono Gran Bretagna e Francia, cercando di pacificare Hitler con le più vili capriole, come meravigliarci che in molti paesi occidentali (…) una parte sostanziale della classe dirigente cerchi di fare lo stesso con coloro che minacciano le nostre vite e proprietà? La grande tentazione è e sarà quella di cercare una forma di sopravvivenza sotto l’antica formula del protettorato… Per esempio il protettorato terrorista islamico che, come quello del governo tripartito in Catalogna con l’Eta, Polanco (il proprietario del filo-socialista El Pais, ndt) verosimilmente promuoverà, gran Lord Protettore di questa Spagna (…).
Il progressismo imperante nei mezzi di comunicazione… promuoverà una forma appena velata di protettorato islamico, che consisterà nel ritirare le nostre truppe dall’Irak, poi dall’Afghanistan, quindi dalla Bosnia e – non si può escluderlo – dalla Nato (…). Non sempre la società sa capire che la libertà non si compra al prezzo della sicurezza. Molti pagano la protezione alla mafia. Non pagano mai abbastanza».
(Federico Jimenez Losantos, El Mundo, 15 marzo 2004)
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