«Poi invaderete Roma, e Allah vi darà la forza per conquistarla»

Di Leone Grotti
16 Febbraio 2015
Perché il Califfo vuole proprio Roma e non Parigi o Londra? La risposta è negli hadith e in una precisa escatologia, che prevede la conquista della città italiana prima della fine del mondo

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«Siamo qui, siamo a sud di Roma. Conquisteremo Roma con la volontà di Dio, questa è la promessa del nostro Profeta». Sono queste le parole che pronuncia un membro dello Stato islamico nell’ultimo video diffuso dai jihadisti, nel quale vengono decapitati 21 cristiani egiziani in Libia. L’Italia farebbe bene a prendere sul serio questa minaccia perché i riferimenti alla “promessa” di Maometto e a Roma non sono casuali o metaforici, ma fanno parte di una precisa escatologia seguita dai terroristi e scritta negli hadith islamici.

LA REAZIONE DELL’EGITTO. Per vendicare la morte dei suoi compatrioti, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato di bombardare le postazioni dei jihadisti in Libia. È stata colpita la città di Derna, dove l’Isis si è stabilito da ottobre. Ma i terroristi non sono più solo a Derna. Hanno appena conquistato del tutto la città di Sirte, annunciato la presa di Misurata e occupato i porti da cui partono i migranti verso l’Italia: Sabrata, Zuara e Hart az Zawiya. Sembra che per il momento abbiano saltato Tripoli, ma bandiere nere sventolano ovunque nella capitale, dove è già stato effettuato un attentato il 27 gennaio.

dabiq-islam-stato-islamicoRIMPATRIO DEGLI ITALIANI. Davanti a questa avanzata – che approfitta di un paese in dissoluzione con due governi, due Parlamenti e centinaia di milizie in lotta tra loro -, l’Italia ha «temporaneamente» chiuso la sua ambasciata a Tripoli (eravamo gli unici a non aver diplomaticamente abbandonato la Libia) e ha ordinato il rimpatrio di tutti gli italiani. Dalle prime dichiarazioni rilasciate dai politici nostrani, sembra che il governo di Matteo Renzi non voglia sottovalutare il pericolo jihadista e fa bene: lo Stato islamico infatti non parla casualmente di Roma, solo perché è il paese europeo più vicino alla Libia, ma per un preciso motivo simbolico e religioso.

PERCHÉ PROPRIO ROMA. Parigi, Berlino, Atene, Madrid o Londra non potrebbero mai sostituire Roma nei proclami dell’Isis. Quando i jihadisti parlano di «promessa del nostro Profeta», si riferiscono a quella riportata di recente nel quarto numero della loro rivista Dabiq e che si basa su un famoso hadith, cioè una frase (o un episodio) tradizionalmente attribuiti a Maometto: «Invaderete la Penisola arabica, e Allah vi darà la forza per conquistarla. Poi invaderete la Persia, e Allah vi darà la forza per conquistarla. Poi invaderete Roma, e Allah vi darà la forza per conquistarla. Quindi combatterete il Dajjal, e Allah vi darà la forza per sconfiggerlo».

L’ANTICRISTO. Il Dajjal è una specie di Anticristo che comparirà quando ci sarà la fine del mondo. Lo Stato islamico dunque, quando dà voce ai suoi altisonanti annunci, segue una precisa escatologia. La battaglia contro i “crociati”, identificati con i cristiani e ora più in generale con gli occidentali che hanno preso parte alla coalizione guidata dall’America per «annientare» i jihadisti, è solo un passaggio intermedio. Seguendo l’escatologia fissata negli hadith, questa battaglia si combatterà a Dabiq, città nel nord della Siria, ma non sarà l’ultima.

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PRIMA DEL GIUDIZIO UNIVERSALE.
La battaglia finale prima del Giudizio universale, infatti, sarà contro gli ebrei. Dice un altro famoso hadith di Maometto: «La fine del mondo non arriverà fino a quando i musulmani non combatteranno e uccideranno gli ebrei; e gli ebrei si nasconderanno dietro ai sassi e agli alberi, e i sassi e gli alberi chiameranno: “O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me. Vieni e uccidilo”. Tranne l’albero di ghardaq, che è l’albero degli ebrei».

ITALIA A RISCHIO. Ecco perché per gli uomini di Al-Baghdadi è così importante esclamare: «Siamo a sud di Roma». Questo è un messaggio per tutti i suoi seguaci e non solo, un segnale che il califfo sta compiendo la storia scritta nella tradizione islamica. Secondo il percorso originale, in realtà, Roma dovrebbe aspettare ancora un po’. Prima viene la conquista dell’Arabia Saudita, con l’occupazione di La Mecca e Medina, e la deposizione della dinastia corrotta degli Al-Saud; poi l’occupazione dell’Iran; solo allora sarà la volta di Roma, e infine Gerusalemme. Ma l’ordine delle tappe potrebbe cambiare e l’Italia deve fare attenzione, perché l’Isis ha la forza ideologica e militare sufficiente per riunire sotto di sé le centinaia di milizie che oggi in Libia si fronteggiano a vicenda. Settemila combattenti di Ansar al-Sharia si sono già uniti al Califfo.

@LeoneGrotti

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24 commenti

  1. Saint-Juste

    Vogliono Roma ? Bhe c’hanno ragioni poracci…Roma e’ sempre Roma..vuoi mettere !?!?! Ci sono tante cose da vedere, da mangiare e poi c’e’ un clima stupendo, il sole !!! Vuoi mettere con quelle cacche di Londra e Parigi ?? Vada per Parigi (anche se ho un brutto ricordo per quell taglio netto di qualche secolo fa..) ma Londra e’ proprio brutta…Io ci vivo e vi posso assicurare che e’ proprio brutta. Non capisco come tanti italiani vengano qua per turismo…quando hai visto il Big Bang, il cambio della guardia, Trafalgar square, Tower bridge e qualche museo pieno di roba nostra, hai bello che finito. Inoltre, non c’e’ mai il sole (al massimo un paio di giorni) e gli inglesi sono dei pezzi di….Egoisti, avidi, sempre il soldo in testa, spietati, cinici ma soprattutto dei gran individualisti. E io devo crescere i miei figli qui ? Preferisco portarmeli in Africa dove lavoravo, vengono su piu’ sani !!

    1. Alessandro2

      Per una volta, Saint-Juste, sono perfettamente d’accordo con lei. E pensare che spesso, di questo Paese stupendo, ci vergogniamo: qualche volta a ragione, qualche volte per un malcelato complesso d’inferiorità.

  2. arturo

    In Italia? anzi piu precisamente nei peggior quartieri di Roma, dove le mafie la fanno da padroni….nn entra nessuno, dormite tranquilli. a meno che qualcuno non voglia che colpiscano…dopo tutto l’America ha bisogno di una guerra…e la Libia è messa bene con il petrolio….

    1. Raider

      Le risulta, Arturo, che dall’Iarq ora compriamo a un prezz inferiore o abbiamo gratis il petrolio, noi o gli americani? Non mi sembra. E in Libia, nonostante ci siano questi valorosi patrioti jihadisti a difendere il sacro suolo dell’Islam, i tecnici italiani e gli altri lavoravano per pagare il petrolio quanto lo pagavano prima. Rischiando la pelle. E ora che non siamo più sul posto, non credo che la benzina ce le daranno gratis.

      1. Arturo

        Tutte le guerre sono mosse da fini economici….altrimenti le economie crollerebbero. Come si può mobilitare un esercito da milioni di persone senza avere nulla in cambio? Noi Italiani non facciamo testo…neanche dopo aver vinto una guerra mondiale abbiamo preso niente….E l’esempio lampante è proprio la guerra in Iraq, fatta senza un reale motivo (se non quello economico). Le consiglio un documentario: “Iraq, la grande menzogna – History channel.

        1. Raider

          Provo a ridigitare un post che è partito involontariamente e non so se arriverà a vedere la luce del display:
          Grazie per il consiglio, Arturo, ma non lo seguirò perché non sono abbonato né a History Channel né a nessun’altra pay tv e ormai, vedo poco anche le tv generaliste, tutte uguali e tutte ugualmente noiose. Ma non lo seguirò, soprattutto, per la buona ragione che lei, dopo aver visto un così istruttivo documentario, nonostante quello che deve averla impressionata al punto da consigliarne la visione anche a chi lei non sa se accetterà di seguire il suo esempio, non ha trovato neppure su History Channel il modo per rispondere alla domanda che le avevo posto.

          1. Arturo

            Certo che la risposta è si, non la paga di meno chi ne usufruisce ma i petrolieri…altrimenti l’economia Americana sarebbe crollata. Come al mondo serve sempre uno spauracchio (Sennò la grande macchina bellica si incepperebbe) è sempre servito! e se non c’è se lo inventano….Vedi guerra in Iraq! In Libia prima c’era Gheddafi, messo lì dagli Americani, come Saddam Hussein d’altronde. Nei territori più poveri dell’Africa è da sempre che ci sono eccidi e mutilazioni….ma stranamente non frega un cazzo a nessuno.

          2. Arturo

            Ma non deve guardare quanto la paga chi ne usufruisce, ma chi la immette sul mercato. Certo che hanno dei vantaggi altrimenti l’economia Americana sarebbe crollata…TUTTE le guerre sono mosse da fini economici. In quasi tutti gli stati dell’Africa ci sono da sempre eccidi, mutilazioni e stragi ma non frega nulla a nessuno perché non c’è niente su cui lucrare. Saddam Hussein è stato messo lì dagli americani, come Gheddafi del resto. Crede che siano stati tanto più teneri coi loro oppositori rispetto all’Isis?

          3. Raider

            Ogni spiegazione che vale sempre e per tutto e in ogni caso, ha un potere dimostrativo che vale zero: vale anche per quella economicista, vale per chi fa le guerre e per chi non le fa, ma ci guadagna lo stesso, come è avvenuto anche per l’raq, tranne che lei, Arturo, non mi dice com’è finita con la benzina e col costo del petrolio iracheno.

          4. Arturo

            Non si tratta più di spiegazioni che valgono per tutto ma di storia. Come è storia che l’Iraq non aveva alcuna arma di distruzione di massa. Ma forse ha ragione lei, l’hanno fatto per la pace e la libertà 🙂 Con il petrolio è finita che i petrolieri hanno più margine di guadagno rispetto al 2003…

          5. Raider

            Si tratta di spiegazioni applicate alla storia, forse lei pensava dsi trattasse d’altro, spiegazioni che trasformano la storia in qualcosa di uniforme, che la storia non è: e infatti, lei, che insiste con le spiegazioni univoche, continua a ripetere le stesse cose senza rispondere a quello che le chiedevo – le oscillazioni del prezzo del petrolio sono una storia, quella che racconta lei, non ho capito né m’interessa più quale, malgrado lei abbia attinto a History Channel, un’altra.

          6. Arturo

            Puo’ sempre evitare di commentare…e invece vedo che continua

          7. Raider

            Solo per dire che non ho commentato, ma che lei si lamenta che io l’abbia preso sul serio come interlocutore, sia pure per qualche scambio di post su un tema non direttamente connesso al thread. Non lo farò più.

  3. Focauldts

    Alcuni stralci di un articolo di Maurizio Blondet :

    “ISIS: «un nemico completamente fabbricato»

    … è inutile che vi ricordiamo la verità alla base di questa guerra a cui vi chiamano i Katz. Una verità che un contractor della CIA, Steven Kelley, spiegò in una intervista di un anno fa: l’ISIL è «a completely fabricated enemy, qualcosa che noi americani e alleati abbiamo creato, finanziato completamente, che controlliamo».

    Ora, visto che sono gli alleati degli USA, ossia i sauditi e l’emiro del Katar, ad aver formato l’ISIS; la sola guerra che davvero risolverebbe il problema sarebbe di andare a fare la guerra a Ryad, incenerire i prìncipi della numerosa famiglia, per cambiare quel regime di luridi velenosi farabutti ed ipocriti.

    Oppure, come minimo, farsi rifondere le spese per la guerra in Libia da Parigi e da Londra, che hanno provocato la spaccatura del Paese nel groviglio di banda armate che sappiamo. Dopotutto, «nel 2011 la Francia a livré des armes aux islamistes en Libye…»”

    ““Anche i caccia dell’aviazione militare libica, fedele al Generale Khalifa Haftar che si è detto pronto a collaborare con l’Egitto, hanno partecipato ai raid aerei”. Dunque c’è questo Generale libico che ha degli aerei da caccia, sicuramente più dei nostri (noi abbiamo gli F-16 in leasing: appartengono agli americani, se ne perdiamo uno glielo dobbiamo pagare). È meglio stare dalla parte del «generale» Haftar, che sarà sicuramente il nuovo Gheddafi e massacrerà i suoi avversari come sapeva fare lui… Si sa che giorni fa il capo di Stato Maggiore di Haftar, Abdelrazak Hossein al-Nadhouri, è andato al Cairo: una visita segreta di quattro giorni, in cui Al-Nadhouri ha incontrato diversi altissimi comandanti militari egiziani, fra cui Sedqi Sabah, il Ministro della Difesa, Mahmoud Hedjazi, CSM delle forze armate, e… tenetevi forte… «un’alta autorità russa»: per la precisione, un’autorità militare, che faceva parte della delegazione in cui compagnia Vladimir Putin s’è recato in visita al Cairo, dove i russi hanno venduto agli egiziani aerei ed armamenti, nonché centrali nucleari chiavi in mano. Secondo i media Al-Arabi al-Jadid, i russi si sono impegnati a fornire grandi quantità di armamenti ad Haftar perché si impadronisca di nuovo di Bengasi e la faccia finita coi terroristi ISIS della Katz.

    Capito com’è strana la situazione? Noi siamo nemici di Vladimir Putin in Ucraina e in Polonia; sarà possibile che lui sia dalla nostra stessa parte in Libia? Coi nostri F-16 a noleggio, poi… “

    1. tiglat

      Arruolati in Libia.

    2. Giannino Stoppani

      Tutte le volte ci rivoghi gli articoli di codesto Blondet e la cosa mi smuove nell’intestino tre domande:
      1) non pensi che se ai lettori interessasse questa brodaglia provvederebbero da soli a sfrittellarsi di concio per cercarli?
      2) ti paga, o sei uno di quelli convinti?
      3) quand’anche fosse vero che l’Isis fosse frutto esclusivo di una tafazziana congiura occidentale e mai e poi mai della strutturale incompatibilità di fondo dell’islam con le libertà fondamentali della persona umana, tu cosa proponi di fare? La guerra atomica agli USA? Sfidare Obama dietro il convento delle carmelitane scalze?

      1. Raider

        Caro Giannino, senza entrare nel merito della fricassea complottista, lasciamo che questi accessi di paranoia soddisfino le menti che non sanno farne senza, ma alcuni dati sono più che evidenti, contro cui nulla possono le dietrologie, le rivelazioni, le teorie a piani multipli e intrecci plurimi:
        – le forze politiche, gli enti internazionali, gli organi di rappresentanza sovranazionale che vogliono il nichilismo occidentale che – ci spiegano complottisti e catto-islamofili – gli islamici che sono qui da noi sono venuti giust’apposta per sconfiggerlo, sono le stesse che vogliono un’immigrazione, di fatto, senza limiti e senza controlli che ci porta a domicilio chi dovrebbe distruggerle: è un controsenso, una fenomenale corebelleria che non si accontenta di essere marchiana e paradossale, deve costituire il banco di prova di ogni intelletto andato in fumo e della malafede più scoperta: ma vedi se a Blondet e altri specialisti del ramo la cosa è mai frullata in testa.
        – L’immigrazione e i finanziamenti a pioggia alla costruzione di moschee anche nelle più renote contrade europee sono finanzate dai Paesi del Golfo, Arabia Saudita in testa, che sarebbe complemento ovvero interfaccia del complotto ordito da USraele: l’Arabia Saudita, in mano e eretici e a cripto-giudei, dicono in coro complottisti che dicono di avercela a morte con i jihadisti e jihadisti che la morte la seminano in ossequio a paranoie come questa. Ora, che i complottisti vogliano combattere, a giorni alterni, però, l’Arabia Saudita e le monarchie del Golfo: non è latrattnto inspiegabile, proprio nel caso di gente che pretende di spiegare tutto? Non dovrebbero, invece, icomplottisti filo-islamici, essere grati ai sauditi per quello che fanno contro il nichilismo occidentale e per la salvezza del Cristianesimo dall’Occidente favorendo l’immigrazione e finanziando moschee, centri studi, singoli politici, partiti, opinionisti, hacker, troll?
        L’Arabia Saudita è lo sponsor di immigrazione e islamizzazione dell’Europistan: vabbe’ che lo ha scritto e dimostrato documentalmente BatYe’or, che è solo un’ebrea e perciò, questa soddisfazione i complottisti non sono ancora spiritualmente pronti a darla, a un’ebrea; ma, insomma, perchè ce l’hanno tanto con l’Arabia Saudita, se, poi, l’Arabia Saudita, con i Paesi del Golfo dietro, è il Paese che fa più di tutti per l’islamizzazione dell’Europa? Blondet non se lo domanda, evidentemente. E quindi, le domande che poni tu sono, per questa gente, prive di senso, prima che di risposta: la domanda vera è con chi ce l’hanno. E perchè. E l’antisemitismo, il terzomondismo, l’antiamericanismo a spiovere e a prescindere, che vanno da Destra a Sinistra e viceversa passando dal Centro, sono un’eredità ancora forte in una cultura intrisa nel profondo degli umori tanto “rivoluzionari” che reazionari in cui molta gente si è formata: e in cui continua a vivere.

        1. Giannino Stoppani

          Machiavelli, la cui memoria è sovente infangata da grossolane interpretazioni delle sue teorie, per quanto ricordo, concepiva l’azione politica secondo uno schema che oggi definiremmo “realpolitik” avendo sempre caro il costante riferimento alla “realtà effettuale” anche in contrasto con ragioni morali e ideologiche.
          Anche riconoscendo alla politica estera americana questo tipo di impostazione spregiudicata e utilitaristica, l’affermazione che l’isis sia una conseguenza razionalmente perseguita e, successivamente, una realtà costantemente alimentata dagli USA per me è una ipotesi ben difficile da condividere.
          Come se, a suo tempo, per sconfiggere il terzo Reich gli americani avessero finanziato e armato la repubblica di Salò.
          Insomma, che la matrice islamica e anti-occidentale dei talebani non avesse fatto specie (nonostante i fatti di Teheran) agli americani ai tempi dell’invasione sovietica dell’Afghanistan ci posso anche credere, ma che dopo l’undici settembre gli usa mantengano in essere uno pseudo-stato di tagliagole per interessi di bottega a me pare francamente incredibile.
          Certo però tutto è possibile per coloro che, come ho letto qui, son disposti a credere, e, soprattutto, a far credere, che gli usa siano stati capaci di minare e far saltare le torri gemelle, ammazzando migliaia dei propri concittadini, per perseguire misteriosi e indicibili scopi.
          Gioverà a poco, immagino, ricordare a chi ritiene plausibili certi abomini, ricordare che qui stiamo parlando di una democrazia, con difetti enormi e capace di errori macroscopici, ma pur sempre una democrazia.
          Io credo, invece, che il difetto sia proprio nella fissazione americana di voler esportare il modello occidentale di società democratica e liberale (e libertina!) in tutto l’universo mondo, ritenendolo l’inesorabile punto d’arrivo di ogni umano consorzio e per di più talmente radicato nell’animo delle persone che il processo per la sua realizzazione necessiti solo di un input iniziale e non di una sorveglianza continua e impegnativa.
          Ma se è vero che a questa convinzione mista a una specie di delirio di onnipotenza gli americani ci sono pervenuti per molte ragioni storiche e da molti successi sul campo (tra questi certamente annovererei quello ottenuto nell’Europa del secondo dopoguerra, dove però duemila anni di civiltà costituivano il porta-innesto ideale per i giovani virgulti della società democratica), è parimenti vero che altrove questa politica di esportazione della democrazia ha collezionato fiaschi clamorosi, dovuti principalmente all’idea che basti organizzare le prime libere elezioni per dare l’aire irrefrenabile allo sviluppo di una società di matrice democratica dove fino a ieri c’erano, ad esempio, un regime islamico (l’islam, ricordo a lor signori che lo amano tanto, semplicemente non concepisce la laicità, essendo più un modo di organizzare una collettività da governare col pugno di ferro a cui la spiritualità è solo un bene accessorio) o una guerra tra bande e tribù nemiche.
          Insomma, se il successo dell’Isis lo si vuole imputare agli americani, allora si è più credibili se lo si imputa alla loro dabbenaggine radical chic più che alla loro capacità di attuare politiche estere ispirate alla machiavellica “realtà effettuale”.

          1. Raider

            Sulla democrazia come bene da esportare o necessità da imporre, quando, del resto, i settori più avanzati del mondo islamico auspicano una democratizzazione e modernizzazione, sarebbe lungo e complicato discutere anche fra persone che cercano di mantenere i piedi per terra, anziché andare per castelli in aria; mentre discuterne con quelli che giocano a rimpiattino a furia di complotti sarebbe inutile.
            Il fatto è che le contraddizioni, come ripeto, sono flagranti:
            – l’Islam sarebbe una forza che avrebbe o si è assegnata il compito di risvegliare il Cristianesimo sopito contro il nichilismo occidentale che sommerge; ma il nichilismo occidentale, nelle sue espressioni ufficiali – istituzionali, politiche, (multi)culturali, intellettuali, ec… – è a favore di quell’immigrazione senza limiti e senza controlli che dovrebbe annichilirlo, giustappunto: non sembra logico, ma, è vero che islamici e islamofili non si espongono più di tanto contro il politicamente corretto e contro la “decadenza morale” dell’Occidente, avendo la stessa discrezione, del resto, quando si tratta di manifestare contro il jihadismo che i cristiani, invece di svegliarli, li ammazza nel sonno;
            – l’Arabia Saudita è il nemico giurato dei jihadisti – che sarebbero manovrati dalla stessa Arabia Saudita in concorso con U.S.A. e Israele e l’Occidente che gli regge bordone – e dei complottisti: ma l’Arabia Saudita – che, perdipiù, sarebbe, per jihadisti e anti-jihadisti islamofili un regno in mano a una dinastia cripto-giudea – è il primo sponsor dell’immigrazionismo e dell’islamizzazione “dolce”, scrive Hadjadj, dei Paesi dell’Ue: e allora, perché complottisti, jihadisti e islamofili ce l’hanno tanto con il Paese che è motore stesso di uno slancio missionario, ora armato ora migratorio, in ogni parte del mondo?
            Lo ribadisco: tutti i marchingegni complottistici hanno queste due contraddizioni insanabili in premessa: un complotto contro la sensatezza dei loro stessi farneticanti discorsi su cui i complottisti non hanno nulla né da rivelare né da obiettare.

  4. Elfo

    Se ci troviamo in questa situazione, con continui sbarchi di clandestini tra cui si annidano CERTAMENTE anche dei combattenti per il Califfato, dobbiamo ringraziare solamente gli ultimi tre governi (tutti di sinistra, non votati dalla gente).
    Siamo governati da incapaci che non saprebbero riconoscere una prostituta in un bordello.

    1. Samuele

      Lei invece deve essere un esperto. Di prostitute e di bordelli.

    2. Filippo81

      Hai ragione, Elfo, sono d’accordo .

    3. Alessandro2

      Samuele, si tolga le fette di prosciutto dagli occhi – ops scusi, niente prosciutto: è impuro. Facciamo bresaola.

  5. maurizio

    Nessuna intenzione di sottovalutare le minacce islamiche,quindi occorrerà,per davvero, prendere tutte le contromisure del caso:culturali,politiche-economiche ed anche militari…però gli editti di Maometto,uomo che si é eretto a portavoce di un Assoluto irraggiungibile non valgono certo le promesse,fattesi storia,di un Dio che si è fatto uno di noi,pur restando Dio…”Questa é la vittoria che vince il mondo,la nostra fede”dice S.Paolo,forte della promessa di Cristo:”Io sono la Resurrezione e la Vita…sarò con voi fino alla fine dei tempi!Io ci credo e voi?!

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