È costretto a stamparsi i libri da solo, perché non trova un editore disposto a scommettere sulle sue scomode verità. Ma Pierangelo Maurizio non demorde. In “Morte di un eroe cristiano” ha raccontato la limpida testimonianza di fede del commissario Calabresi, e sollevato sulla sua fine inquietanti interrogativi, ben al di là della consueta pista LC. Ora l’indagine si è allargata, estendendosi ai silenzi, ai depistaggi, alle connivenze che hanno accompagnato le inchieste sull’attentato che ha cambiato la storia della Repubblica. Tutti con un denominatore comune: distogliere le indagini dai pesanti indizi che conducevano verso gli anarchici (e l’editore Giangiacomo Feltrinelli) e accreditare la pista nera. Che legittimava, in nome della “vigilanza antifascista”, l’avvicinamento del PCI all’area del potere. Eccellente antidoto a libri come il recente Strage di Stato (Einaudi), che non fanno che riproporre i soliti cliché.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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