Tutto rimandato all’8 dicembre, quando si riunirà il consiglio nazionale del Pdl. È a questo compromesso che si è giunti ieri, dopo l’annuncio da parte di Silvio Berlusconi della rinascita di Forza Italia e l’azzeramento delle cariche all’interno del partito. Ma, appunto, bisognerà attendere fino a quella data per la ratifica delle decisioni annunciate ieri dal leader del centrodestra, quando si riuniranno gli 800 membri del Consiglio nazionale.
La data è significativa anche per un altro motivo. In quel giorno si celebreranno le primarie del Pd, con la scontata vittoria di Matteo Renzi. Un fatto non da poco, se si considera che nello stesso giorno potrebbe verificarsi la spaccatura del maggior partito di centrodestra, da un lato, e la celebrazione del nuovo leader di centrosinistra, dall’altro. Anche per questo, si lavora nel campo berlusconiano per mantenere una almeno superficiale idea di unità, anche se c’è chi ancora non rinuncia a vedere in quella data l’annuncio del colpo a sorpresa: la discesa in campo – sempre smentita – di Marina, figlia di Silvio.
IL PROBLEMA DECADENZA. Ieri alla riunione dell’ufficio di presidenza non ha partecipato il segretario e ministro degli Interni Angelino Alfano. Oltre a lui anche altri quattro che ne avevano diritto: Schifani, Formigoni, Sacconi e Giovanardi. Tutti, con varie sfumature, hanno fatto intendere di non condividere il percorso del ritorno a Forza Italia secondo queste modalità. Sia Berlusconi sia Alfano hanno comunque gettato acqua sul fuoco e il Cavaliere ha confermato il sostegno all’esecutivo Letta. Ma i nodi restano aperti e sono sempre i soliti che ruotano attorno alle questioni giudiziarie di Berlusconi. In primis il voto sulla decadenza da senatore, uno smacco che difficilmente potrebbe essere accettato.
LUPI: DIVIDERCI CI INDEBOLIREBBE. In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, il ministro Maurizio Lupi respinge qualsiasi ipotesi di scissione. «Non ci sarà», spiega. «Noi lavoriamo da sempre per un partito unito intorno al suo leader Silvio Berlusconi e ad Angelino Alfano che lo stesso presidente ha confermato. Una divisione del partito indebolirebbe tutta l’area dei moderati e consegnerebbe definitivamente il Paese alle sinistre. Noi vogliamo un partito unito confrontandoci su che cosa sarà Forza Italia».
Per Lupi l’8 dicembre «non sarà una resa dei conti, ma un confronto leale». L’auspicio è che in questi 40 giorni non «sia necessario ogni ora dover rispondere a chi ci accusa di scissionismo, di volere costruire un centrino o di non essere leali a Berlusconi. Noi vogliamo un grande centrodestra, una grande Forza Italia, aperta alla società civile, che non sia estremista, che non insulti le istituzioni, che abbia sempre presente la responsabilità di governare e che faccia le sue grandi battaglie con Berlusconi sul rilancio dell’economia, delle imprese, delle famiglie, sulla questione della giustizia. Questo sarà il contenuto del Consiglio, non la battaglia su chi è più leale con Berlusconi».