
Papa Francesco: «Una fede piccola, ma sincera, ci fa fare cose umanamente impensabili»
Commosso e grato per il pellegrinaggio compiuto ieri ad Assisi, papa Francesco si è rivolto ai fedeli raccolti in piazza San Pietro per l’Angelus invitandoli a chiedere a Gesù di accrescere la loro fede. «Signore, accresci in noi la fede», ha ripetuto per tre volte il pontefice insieme ai fedeli, perché, ha detto, «la nostra fede, anche se piccola ma sincera, consente di fare cose umanamente impensabili». Il Papa ha poi ricordato il sacrificio di Rolando Rivi, seminarista 14 enne ucciso nel 1945 in odium fidei. Un pensiero commosso anche per le vittime di Lampedusa: «Lasciamo piangere il nostro cuore», ha detto Francesco.
UN GRANELLO DI SENAPE. «Oggi – ha detto il Papa il brano del Vangelo comincia così: in quel tempo gli apostoli dissero al Signore: accresci in noi la fede. Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli apostoli diciamo al Signore Gesù: accresci in noi la fede. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo, così com’è, perché tu la faccia crescere. Ripetiamolo tutti insieme: Signore accresci in noi la fede. E il Signore cosa ci risponde? “Se aveste fede quando un granello di senape potreste dire a questo gelso sradicati e vai a piantarti nel mare ed esso vi obbedirebbe”. Il seme della senape è piccolissimo, ma Gesù dice che è sufficiente una fede così piccola ma sincera per fare cose umanamente impensabili. Pensiamo per esempio a tante mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti, o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Queste persone, proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che fanno. Quanta gente tra noi ha questa fede forte, umile, che fa tanto bene. In questo mese di ottobre dedicato in particolare alle missioni pensiamo a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita».
ESSERE CRISTIANI CON LA VITA. «Ognuno di noi nella vita di ogni giorno può dare testimonianza a Dio con la forza di Cristo. Essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza. E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio. Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: è una scuola di preghiera, una scuola di fede».
L’ESEMPIO DI ROLANDO RIVI. «Ieri a Modena – ha detto il Papa dopo l’Angelus – è stato proclamato beato Rolando Rivi, un seminarista di quella terra, l’Emilia, ucciso nel 1945, quando aveva 14 anni, in odio alla sua fede, colpevole solo di indossare la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra. Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo. I giovani di 14 anni hanno adesso un esempio in lui, che sapeva cos’era importante, pieno di coraggio». Infine il Papa ha ricordato le centinaia di persone che hanno perso la vita giovedì scorso a Lampedusa: «Preghiamo in silenzio per questi uomini e donne, fratelli e sorelle nostre. Lasciamo piangere il nostro cuore, preghiamo in silenzio».
Qui l’intervista al vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca sulla figura di Rolando Rivi.
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3 commenti
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sono furbi, quelli di s. egidio. pardon, sono bravi, questi di s. egidio.
Beppe scusa ma cosa c’entrano quelli di S. Egidio con questo articolo?