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Visitare i carcerati. La semplicità tecnica dell'atto di clemenza richiesto dal Papa contro l'aritmetica dei sepolcri imbiancati e i polveroni politico-mediatici sull'amnistia. Per non dimenticare che il 9 luglio non c'è solo i pride gay, ma c'è, soprattutto, il Giubileo dei detenuti (che in Italia sono 53.343 - il picco più alto dal 1946 - 24.497 dei quali ancora in attesa di giudizio). Il politico della sezione speciale di Livorno e l'impolitico della sezione dei comuni di Bergamo, Tuti e Turci, due uomini dietro le sbarre da un quarto di secolo, ci scrvono...

Ecco il passaggio - di cui riferiscono anche le lettere dei nostri amici detenuti - dell'intervento pronunciato lo scorso 22 maggio dal Presidente della Cei Cardinale Camillo Ruini. Riprendendo l'auspicio formulato da Giovanni Paolo II in un discorso del 31 marzo, il porporato sollecitava le autorità italiane a compiere quell' "atto di clemenza, secondo criteri di equità" citato nelle lettere dei nostri amici detenuti

“Dopo la fine dell’Ulivo c’è una situazione nuova: il cattocomunismo è finito e ci rimane un comunismo che forte come regime crolla come governo. Cosa ci suggerisce la linea espressa solennemente dal Papa in Piazza San Pietro sulla questione della scuola?” Lettera aperta a monsignor Alessandro Maggiolini, Vescovo di Como

Non più oggetto di interventi assistenziali, ma soggetto attivo di politiche sociali e di servizi alla persona. È la famiglia che sta al centro della legge approvata nell'ottobre scorso dalla giunta Formigoni: 110 miliardi per valorizzare la capacità di risposta al bisogno di questa "società naturale fondata sul matrimonio"

La storia di una lunga battaglia condotta (quasi) in solitaria. E che oggi dice No alla difesa della scuola cattolica in quanto cattolica, Sì alla difesa della libertà per ciascuno e per tutti, nella scuola statale e non. Il giudizio negativo sulla riforma dei cicli, richiesta di parità. L’incontro con Camillo Ruini e il braccio di ferro con i ministri. “E se cambierà il Governo” avverte il leader della Cdo, “ la prima cosa da fare sarà cancellare le riforme di Berlinguer”
