Oscar Giannino lo ha scritto su twitter: «Dimissioni irrevocabili da presidente. Le mie sono state balle inoffensive ma gravi». E poi: «È una regola secca: chi sbaglia paga. Deve valere in politica e soldi pubblici, io comincio dal privato. Ora giù a pestare dx, sx e centro!». La vicenda che ha portato Giannino alle dimissioni è nota e riguarda il suo curriculum. «Giannino rimane, al momento, candidato premier, ma la nuova presidente è Silvia Enrico. Lo ha deciso la Direzione nazionale che si è tenuta all’Hotel Diana a Roma.
Franco Turco, coordinatore del movimento di Giannino a Cagliari e membro della direzione nazionale di Fare, ha detto di aver visto Giannino «molto provato dalla vicenda, ha avuto durante la riunione uno sfogo amaro e molto personale. Rimane candidato premier e abbiamo tutti chiesto che rimanga nel partito».
Carlo Maria Pinardi, candidato in Lombardia, ha così commentato: «Sul piano personale siamo molto colpiti, dispiaciuti per la persona di Oscar che si era costruito una reputazione e una credibilità. Credo che saremo un esempio perché non c’è nessun partito che per una omessa verità, una drammatica leggerezza del suo leader, ne discute le dimissioni a soli pochi giorni dalle elezioni. È una scelta coraggiosa». Pinardi si proclama vicino umanamente a Giannino, «del quale conosco la generosità e riconosco il dolore», ma il suo è stato «un peccato grosso, sul quale non accetto bugie».
Intanto, Eugenio Guarducci, capolista di Fare per Fermare il declino in Umbria, in nome di un’operazione trasparenza, ha deciso di partecipare agli appuntamenti elettorali portando con sé l’attestato della sua laurea.