«La minaccia della guerra si allontana e la pressione sull’economia si allenta. I veri eroi non sono i politici, ma il popolo che resiste da 13 anni». Anche Amir, studente di economia, è sceso in strada a Teheran per festeggiare l’accordo trovato da Iran e potenze del 5+1 sul nucleare.
ECONOMIA IN GINOCCHIO. Il popolo iraniano ha festeggiato il raggiungimento dell’intesa, che permetterà al regime islamico di vedersi eliminare a partire dal 2016 le sanzioni economiche che da nove anni mettono in ginocchio l’economia persiana. «La nostra economia ha sofferto tanto», dichiara al Le Monde Nahid, ingegnera meccanica di 49 anni. «La cosa più importante oggi è che il nostro paese uscirà dall’isolamento».
KHAMENEI SODDISFATTO. Anche le alte sfere del potere islamico sembrano favorevoli all’accordo. La Guida suprema Ali Khamenei, sul suo sito, «ha salutato e ringraziato gli sforzi onesti e sinceri fatti dal gruppo dei negoziatori» prima del rush finale al tavolo delle trattative. Dopo la firma finale, a un gruppo di studenti ha ricordato invece l’importanza di «lottare contro l’arroganza» dell’imperialismo americano, perché «questa lotta rappresenta uno dei fondamenti della rivoluzione [islamica del 1979]». Nonostante queste ultime battute, anche l’ayatollah sembra soddisfatto dell’accordo.
RABBIA DEGLI ULTRACONSERVATORI. Solo il quotidiano ultraconservatore Kayhan, il cui caporedattore, Hossein Shariatmadari, è nominato da Khamenei, si è rivoltato contro l’intesa: «Il testo dell’accordo pubblicato in Iran è diverso da quello pubblicato in Occidente. La distanza tra questo accordo e le nostre richieste basilari è enorme, imperdonabile», ha tuonato in un editoriale. «Le linee rosse fissate [da Khamenei] non sono state rispettate. Le ispezioni dei siti militari saranno possibili in un modo o in un altro».
«VITTORIA SENZA GUERRA». Hanno reagito diversamente quotidiani più moderati. Tutti parlano di una «nuova era» e di «una vittoria senza guerra» per Teheran. L’analista politico locale Saeed Laylaz ha scritto: «È una vittoria di Khamenei. Lui ha supervisionato i negoziati minuto per minuto. Ha salvato il paese da un abisso pericoloso di cui lui stesso era responsabile, ma la situazione è finalmente stata gestita». Ora, si augura l’analista, «speriamo che il prossimo accordo riguardi i nostri diritti di cittadini».
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