Le lezioni da trarre dall’evento Sarkozy sono almeno due: una sulla costruzione della leadership, una sul ruolo del sistema elettorale. Nei paesi europei, anche e soprattutto in quelli che godono di consolidato benessere, corrono paure sempre meno sotterranee: dell’immigrazione, dell’islamismo, dell’economia selvaggia, del precariato permanente, dell’inquinamento… Il catalogo delle insicurezze e delle incertezze si allunga ogni giorno. È la paura di perdere la civilizzazione europea. E così i francesi si sono resi conto che il loro modello di benessere, forgiato tra le due sponde del Reno, è in realtà fragilissimo. Il modello renano era tessuto di stato forte ed efficiente, welfare generoso, valori cristiano-europei condivisi, benessere solido, città vivibili. Alla presa di coscienza della sua fragilità ha risposto nelle elezioni del 2002 Le Pen.
Il populismo di destra nei paesi europei si rivolge al mercato delle paure. Vinse un rassicurante Chirac appoggiato da una sinistra impaurita e umiliata. La sinistra tradizionale in Europa si rivolge al mercato delle speranze. Sègolène Royal ci ha provato con la retorica consolatrice della conservazione del modello. Si potrebbe dire con Freud: l’avvenire di un’illusione, quella della religione della sinistra. Invece Sarkozy si è collocato al punto di intersezione tra paure e speranze degli elettori. Ha preso sul serio le paure nell’unico modo possibile: proponendo delle sfide, ostinatamente ribadite e accumulate nel corso degli anni, senza tentennamenti, senza cedere alla ricerca del consenso facile. La sfida fa appello non tanto alla nobiltà del passato da difendere, quanto alla forza della libertà e della responsabilità dei singoli francesi di fronte al presente. Più liberale che gollista, Sarkozy ha innovato la cultura politica del proprio schieramento tradizionale. Tutto merito personale di Sarkozy? L’investire sulla sfida dipende certo dal coraggio intellettuale e politico del candidato, ma anche dalla qualità del sistema elettorale, che fa da incubatore del personale politico. L’elezione diretta a doppio turno del presidente, mentre obbliga i candidati alla nettezza della proposta, conferisce all’elettore il potere di scelta personale del presidente. Si instaura un legame personale fondato sull’assunzione di responsabilità reciproca. Il sistema elettorale costringe elettore e candidato fin dall’inizio a giocare a carte scoperte. Esso investe sulla responsabilità dell’elettore e dell’eletto.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi