Monsignor Vecerrica: «Cari lavoratori dell’Indesit, non lasciatevi rubare la speranza»
«Cari lavoratori dell’Indesit, non lasciatevi rubare la speranza». Monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica, rinnova l’invito rivolto da papa Francesco ai partecipanti al pellegrinaggio Macerata-Loreto, indirizzandolo questa volta ai dipendenti degli stabilimenti marchigiani dell’azienda produttrice di elettrodomestici i cui vertici hanno appena annunciato 1.425 esuberi. Il piano di tagli, infatti, sarà presto adottato in vista anche degli imminenti investimenti in Turchia, che tuttavia non dovrebbero significare un disimpegno totale del gruppo dall’Italia.
«SONO CON VOI». «Sono con voi per sostenervi e per incoraggiarvi nella giusta lotta per la dignità del lavoro e per difendere le vostre famiglie», ha scritto Vecerrica in un messaggio rivolto agli 800 lavoratori che ieri si sono riuniti (il 90 per cento dei dipendenti degli stabilimenti di Melano e Albacina secondo la Fim Cisl Marche) in sciopero. «Mentre chi comanda discute su “chi ha ragione”, voi soffrite per poter rispondere alla giusta domanda “come vivere così?”», ha continuato il vicario. E ha aggiunto: «La Chiesa della Diocesi di Fabriano-Matelica vi è vicino con la preghiera, incessante, nella nostra Cattedrale, la Casa madre di tutti. Siamo certi che la preghiera ha un valore sociale: con Gesù si vive meglio, da fratelli e nessuno è bisognoso perché chi più ha, dona a chi non ha».
VERITA’, GIUSTIZIA E CARITA’. Il vescovo ha poi denunciato come, «nella vostra vertenza sono stati intaccati i principi del vivere»: la «verità» in primis («i capi dell’azienda non hanno discusso con voi, non vi hanno detto tutta la verità»), la «giustizia» («chi comanda recupera con la delocalizzazione, chi lavora è al lastrico») e la «carità», perché «la solidarietà deve venirvi incontro innanzitutto da coloro che si sono serviti di voi».
LEGAME CON LA TERRA. Vecerrica ha anche sottolineato con forza che il territorio delle Marche «ha dato tutto a certe aziende ed ora esse debbono restituire tutto, non esportare tutto». Anche perché «l’amore cristiano – recita la dottrina sociale della Chiesa ricordata per l’occasione da vescovo – spinge alla denuncia, alla proposta e all’impegno di progettazione culturale e sociale, ad una fattiva operosità, che sprona tutti coloro che hanno sinceramente a cuore la sorte dell’uomo ad offrire il proprio contributo».
E’ DIO CHE CI DA’ LA FORZA. Il ricordo, infine, è andato al recente pellegrinaggio Macerata-Loreto dove «siete venuti in tantissimi». Lì «abbiamo pregato insieme Dio che ci dà la forza». E ha aggiunto: «Papa Francesco mi ha detto di dirvi: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Per questo sono con voi e vi ringrazio per la bontà con cui mi avete accolto, ascoltato e seguito. La Madonna del Buon Gesù, nostra Patrona, vigila su di voi e vi mette insieme per farvi aiutare a vicenda. I poveri aiutino i poveri, sempre».
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1 commento
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caro Monsignore, la caratteristica di un Vescovo è il coraggio della verità e purtroppo non è quella che ho letto nelle sue frasi di incitamento alla lotta. La INDESIT, caro monsignore, non se ne va per sfruttare meglio gli operai altrove, se ne va dopo decenni di lavoro sul territorio marchigiano, perchè stanca di essere depredata dalle tasse esorbitanti a suo carico del comune di Fabriano. Sì strozzata dalle tasse e dagli obblighi ambientalisti, quindi fugge. Se la prenda con gli amministratori rossi della sua regione, caro Monsignore e non si metta in concorrenza alla CGIL per gridare al lupo e al colpevole facile