Moglie di Gesù? Osservatore Romano: «Il papiro è in ogni caso un falso»
Ripubblichiamo l’analisi del papiro contenente la “prova” che Gesù aveva una moglie fatta dallo studioso Alberto Camplani, che era al convegno dove Karen L. King aveva annunciato la scoperta, e pubblicata dall’Osservatore Romano. In un box sotto l’articolo il quotidiano faceva notare che «ragioni consistenti indurrebbero a concludere che il papiro sia anzi una maldestra contraffazione (come tante altre provenienti dal Vicino Oriente). (…) In ogni caso un falso».
«La scoperta di una studiosa di Harvard fa intendere che Gesù ebbe una moglie». Con questo titolo Fox News ha ripreso da altre testate la notizia di una conferenza tenuta la sera dello scorso 18 settembre da Karen L. King, durante il decimo congresso internazionale di studi copti, che era ospitato dall’Istituto Patristico Augustinianum, a poche decine di metri dal Vaticano.
Di tenore simile, ma con variazioni di tono e di consapevolezza critica, nonché riferimenti poco pertinenti al Codice da Vinci, sono state le notizie circolate su molti media europei e italiani nei giorni immediatamente seguenti. Il fatto è presto detto: nel corso della conferenza la studiosa aveva presentato un frammento di papiro che riporta, in traduzione copta, frasi di un dialogo intrattenuto da Gesù con i discepoli a proposito di un personaggio femminile, Maria, definita «mia moglie» (ta-hime, forma rara di ta-shime, corrispondente in copto al nostro “donna” o “moglie”). Nulla di strano per un congresso scientifico: in questo caso, tuttavia, il legame troppo immediato tra ricerca e giornalismo — che poco giova ai tempi lunghi del più serio dibattito scientifico — era già stato perseguito da prima del congresso, se è vero che le precocissime notizie pubblicate lo stesso giorno negli Stati Uniti dipendevano da un’intervista rilasciata dalla studiosa ad Harvard prima della partenza per l’Italia.
Mentre i media, con toni più o meno sensazionalistici, tratteggiava i contorni della scoperta, suscitando un improvviso interesse per il congresso di studi copti, King e il sito della sua università mettevano a disposizione on-line la forma provvisoria (draft) di un poderoso articolo da lei scritto, con la collaborazione di altri giovani studiosi, circa questo frammento di papiro e il suo contenuto, che sarà non pubblicato negli atti del congresso (destinati ad apparire non prima del gennaio 2015), ma è stato proposto al «Harvard Theological Review», e sarà pubblicato nel prossimo gennaio se superererà il consueto processo di valutazione (peer review). L’articolo dunque si presenta con tutti i crismi della scientificità e dell’obiettività, come era del resto da attendersi da parte di King, nota studiosa di gnosticismo e di questioni di genere nel cristianesimo primitivo.
Le conclusioni fondamentali sono le seguenti: è un frammento antico, risalente al IV secolo; il testo greco che sta alla base della traduzione copta è ancora più antico, forse composto attorno al II secolo; esso è testimone di ambienti in cui si dibatteva della condizione coniugale di Gesù: «Affermazioni circa lo stato coniugale di Gesù nacquero per la prima volta un secolo dopo la morte di Gesù nel contesto delle controversie intracristiane sulla sessualità, il matrimonio e la discepolanza» scrive tra l’altro la studiosa serva su questo punto dell’argomentazione di King. Non solo: ritengo che esso abbia dato adito alla deriva giornalistica della notizia, che ha trasformato espressioni che esprimono l’intimità e la consustanzialità spirituale tra il Salvatore e i suoi discepoli, consuete nei testi gnostici, nell’affermazione di una presunta condizione coniugale di Gesù: una condizione che — se non può certo essere accettata come tratto storico sulla base di questo testo — sarebbe secondo King parte del dibattito cristiano del II secolo a proposito di Gesù e della sessualità.
Davanti a un oggetto di questo genere che, a differenza di tanti altri presentati nel corso del congresso, non è stato scoperto nel corso di scavi, ma proviene dal mercato antiquario, bisogna però adottare numerose precauzioni, che ne stabiliscano l’attendibilità e che ne escludano il carattere di contraffazione. Innanzitutto esso va studiato nella sua materialità: da che tipo di manoscritto potrebbe provenire? Che datazione può essergli attribuita dal punto di vista paleografico?
In secondo luogo: che tipo di testo è, in quale contesto letterario si inserisce la sconcertante affermazione di Gesù? Che significato essa assume in quello specifico contesto? Va detto che ambedue i livelli della ricerca (il papiro e il testo) presentano numerosissimi problemi. King ammette che alcuni colleghi hanno messo in questione l’autenticità del papiro, mentre altri papirologi hanno espresso un giudizio più favorevole . Una parte dei coptologi raccolti a Roma durante il congresso, davanti alla fotografia apparsa in rete e su alcuni giornali, ha espresso dubbi circa l’autenticità (tra gli altri Emmel, Funk, Suciu, Orlandi, Buzi), pur riservandosi la possibilità di formulare un giudizio più circostanziato non appena si diano le condizioni per studiare la questione con maggiore cognizione di causa. Essi hanno osservato sia il carattere del frammento, che rende difficilmente ricostruibile il tipo di manoscritto da cui proviene (codice letterario? amuleto?), sia le caratteristiche della scrittura, che si allontana dalla massima parte dei modelli noti per il IV secolo e da un numero vastissimo di modelli più tardi; qualcuno è giunto a esprimere l’ipotesi che i caratteri copti del frammento siano una maldestra riproduzione del copto prodotto a stampa. Se da una parte non è affatto detto che la peculiarità dell’oggetto significhi necessariamente contraffazione (spesso nuovi reperti escono dalle tipologie note), d’altra parte è compito della comunità scientifica valutare se tale originalità è di mano moderna o antica: in altri termini, bisogna rendere conto della natura specifica di questa scrittura, che appare lontana dai modelli noti, ad esempio i codici di Nag Hammadi, e piuttosto diversa anche dai codici indicati dalla studiosa come termine di paragone.
Questo potrebbe indirizzare la ricerca in due direzioni diverse, ovviamente influenti sul giudizio che si deve esprimere sul testo. In altre parole, o il manoscritto è contraffazione moderna, e allora qualsiasi ulteriore indagine perde di significato; oppure è stato redatto in ambienti che non volevano trasmettere un testo letterario, ma un testo a uso interno o privato, come accadeva tra l’altro nelle officine della magia tardoantica. Questi ultimi potrebbero aver utilizzato testi noti, di carattere soprattutto gnostico, per costruire uno scritto nuovo, ai loro occhi particolarmente efficace, nello stesso modo in cui altri loro colleghi costruivano testi assemblando versetti evangelici. Se così fosse, il significato stesso del frammento ne risulterebbe fortemente ridimensionato.
Ma veniamo al testo, che si presenta come un dialogo di Gesù con i discepoli e una donna. Il quadro è familiare per chi conosce la letteratura apocrifa o i dialoghi di resurrezione. Soprattutto nella Pìstis Sophìa, nel Vangelo di Maria, nel Vangelo di Tommaso e nel Vangelo di Filippo troviamo i parallelismi più pertinenti, ben rilevati da King. Le donne appaiono come i discepoli più pronti a riconoscere una consonanza spirituale con il Salvatore e una di esse, Maria Maddalena, figura del vero gnostico, è chiamata «consorte» di Gesù (nel Vangelo di Filippo si usano il greco koinonòs e il copto hôtre , che coprono l’area semantica che va dal “compagno” sino al “coniuge”). Il nuovo frammento è in consonanza con questi testi, anzi sembra presupporli, quando dice: «Gesù disse loro: Mia moglie (…) lei sarà capace di divenire mia discepola».
Bisogna però intendersi sul significato di queste espressioni. King propone di vederle non come una prova dello stato coniugale del Gesù storico, ma come un tentativo di fondare una visione positiva del matrimonio cristiano/gnostico sull’“argomento ” del legame matrimoniale tra Gesù e Maria Maddalena («Il Vangelo della moglie di Gesù ci permette di vedere che, probabilmente già nel secondo secolo, altri cristiani ritenevano che Gesù fosse sposato»). Ma il problema vero è quello di verificare se il celibato di Gesù sia mai stato messo in dubbio o oggetto di dibattito nella tradizione cristiana primitiva, gnosticismo compreso. Le prime testimonianze su Gesù nulla dicono di uno stato coniugale, anche quando parlano di Maria Maddalena. E se nel II secolo il filosofo pagano Celso, nella sua radicale critica al cristianesimo (riportata frammentariamente da Origene) registra le infamanti dicerie riguardanti la madre di Gesù e i suoi rapporti extraconiugali, nulla sa invece escogitare contro Gesù stesso che riguardi un suo eventuale stato matrimoniale.
Tale silenzio, interno ed esterno alla tradizione cristiana, mi pare più significativo dell’interpretazione letterale di poche espressioni del nuovo testo, che devono a mio avviso essere intese in senso totalmente simbolico. Ma non è così: in ambedue i casi si tratta di espressioni del tutto metaforiche, simbolizzanti la consustanzialità spirituale tra Gesù e le sue discepole, che trovano amplissimo riscontro nella letteratura biblica e in quella cristiana primitiva.
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13 commenti
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L’ignoranza e la malafede sono radicate in chi odia la chiesa e Cristo. Ma usare questo falso d’autore e’ troppo. Stimo di piu i falsari di banconote, almeno lo fanno per denaro.
Fosse vero anche il frammento trovato, le dispute sul monofisismo di Gesù sono tipiche degli gnostici, eresia pura.
Non c’è Pasqua senza “scoperte sensazionali” su Gesù per scovolgere i credenti. La consistenza delle bufale si vede dal fatto che la Chiesa ne ha sentite di ogni, ma da 2000 anni continua a ripetere la medesima Notizia.
“nulla sa invece escogitare contro Gesù stesso che riguardi un suo eventuale stato matrimoniale…” ma perché? mentre celso “infama” la vergine dicendo che aveva una promiscuità sessuale ed è comprensibile per un avversario; dire che il cristo era accoppiato quale critica demolitrice avrebbe portato agli “eretici”? perché l’uomo cristo non poteva avere una moglie come gli altri rabbini? perché non poteva “provare” un’altra esperienza umana? perché questa paura della sessualità che pure il padreterno ci ha dato? forse che se gesù conosceva donna, il suo messaggio ne sarebbe sminuito? il suo amore per l’uomo? la sua filiazione dal cielo? il suo essere via verità e vita? o non scontiamo ancora e per sempre la misoginia di san paolo? bah
Il tempo delle bugie dette nei confronti di Gesu’ e diffuse in tutto il
mondo, è giunto.
inventano delle bugie e creano falsità riguardo a Gesù Cristo, al fine di
negare la Natura Divina di Gesu’.
La Natura Divina di Gesu’ è onnipotente.
Venne nella carne e umilio se Stesso, in una maniera tale che le persone non
avrebbero potuto aspettarsi.
Non venne vestito come un re.
Non venne gridando e vantandosi come un re, cosicché tutti si sarebbero stesi
ai Suoi Piedi.
Venne invece per servire.
Venne ad implorarci per la nostra salvezza. Per farlo, si fece umile
diventando un uomo, un uomo povero, di umili origini.
Sebbene Si incarno’ come uomo, ciò non significa che la Sua Natura Divina fu
compromessa, in alcun modo. Nacque senza peccato. Era impossibile per Gesu’
peccare. In quanto uomo. Era puro nella mente, nel corpo e nello spirito. Era
come un uomo, in molte cose. Ma resuscito dai morti.
Le falsità che emergeranno, avranno lo scopo di negare la Verità della
esistenza di Gesu’, tramite una serie di bugie, le quali inizieranno ad
inondare la terra.
Diranno che il corpo può ancora essere trovato. Diranno che era sposato.
Diranno che era semplicemente un profeta. Proveranno poi a dimostrare, ancora
una volta, che era un eretico.
Lo faranno per due ragioni. La prima, per disconoscere la Natura Divina di
Gesu’ e presentarlo come un semplice uomo. La seconda, per instillare il dubbio
in merito al Ruolo come Messia.
Come insultano il Nome di Gesu.
Come confondono i figli del Signore.
Non ascoltate le falsità.
Non ascoltate, quando tenteranno di convincerci che Dio non ha creato l’
universo.
Tutte queste distrazioni, sono state elaborate allo scopo d’indebolire la
nostra fede e rubare le nostre anime.
Blocchiamo le nostre orecchie, di fronte a tali iniquità. Chiudiamo gli
occhi a tali falsità, in quanto ogni sforzo verrà fatto, pur di convincerci del
fatto che Io non ero il Messia, il Salvatore ed il Redentore dell’umanità.
Quanto sono ciechi.
Quanto poco hanno imparato.
Sei ben “ammaestrato” hahahaahaahha
Dio non esiste. MA se vuoi che esista credici.
Ricordo che Credere non è sapere… perché la credenza è legata al non sapere. Perché se si sa non c’è bisogno di credere, perché la conoscenza è tangibile.
Bisogna muovere le acque ogni tanto. Detto fra di noi e senza alcuna pretesa di scientificità (ma ricordandoci comunque dell’Uomo di Piltdown, tanto per gradire un po’ di “scienza” o anche, perchè no, i Modigliani del canale livornese), le ingegnose macchinazioni del diavolo su Gesù si riproducono generazionalmente da quasi 2000 anni. Che dire? Non passeranno 5 anni che questa “scoperta”, (come la riesumazione del “vangelo di Giuda”, sempre molto ben pilotata dai mezzi di massa) sarà sepolta. E’ il frammento 7Q5, invece, che fa paura ai negatori della verità e ai fabbricatori di falsi. Ma noi siamo tranquilli. Siamo nella pace.
Gesù ha vinto tutto.
Fosse anche vero il frammento di papiro, esso fa parte delle dispute sul monofisismo dl Gesù, portate avanti sopattutto dagli gnostici, eresie pure.
non sto offendendo nessuno, perchè in attesa di moderazione?
leo, avrai fatto una delle tue osservazioni da ginecologo?